
Negli anni ’70 il disgelo tra gli Stati Uniti dell’allora presidente Richard Nixon e la Cina Popolare guidata da Mao Tse-Tung iniziò grazie a degli incontri di ping pong organizzati tra i giocatori delle due nazionali. Questo evento fu così mediatizzato da passare alla storia con il nome di “diplomazia del ping pong”.
Oggi sembra riprendere una sorta di “diplomazia del basket” nei confronti della Corea del Nord: il leader dello stato asiatico, Kim Jong-Un, si è infatti incontrato con Dennis Rodman ex stella della NBA e compagno di Michael Jordan ai Chicago Bulls. I due hanno assistito, in un clima amichevole, ad un march di pallacanestro tra due team locali.
Secondo Robert Carlin, specialista della Corea del Nord, questo gesto “mostra che Kim Jong-Um vuole dire al suo popolo che gli statunitensi non sono così cattivi, che è possibile cooperare con loro, che possono sedersi fianco a fianco per cooperare nel campo dello sport”.
Fino ad oggi, l’unica diplomatica statunitense ad essersi recata in Corea del Nord è Madeleine Albright, ex segretaria di Stato di Bill Clinton. In quell’occasione, la Albright aveva donato un pallone da basket firmato da Michael Jordan a Kim Jong-Il, ex capo di stato ormai defunto e padre dell’attuale leader. In questo evento si iniziò a parlare di “diplomazia del basket”.
La differenza principale è che oggi questo riavvicinamento si sta svolgendo senza il patrocinio del governo. Anzi, il dipartimento di stato si è espresso contro il gesto di Rodman, che si è detto felice dell’incontro con Kim Jong-Un, perché, sempre secondo gli alti dirigenti statunitensi, si tratterebbe di “uno dei Paesi peggiori del mondo riguardo i diritti umani”. Da che pulpito… L’unico obiettivo degli Stati Uniti, lo abbiamo capito, è quello di screditare davanti ai propri cittadini lo stato nordcoreano e, di conseguenza, tutti coloro che si mostrano aperti verso questo Paese, in modo da preparare gli statunitensi ad una futura – ed ai loro occhi giusta – possibile guerra contro lo stato asiatico.
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