Scovati 13.000 extracomunitari armati da espellere subito

Sul territorio italiano sono presenti circa 13.000 extracomunitari armati che credono di poter fare quello che vogliono e che mettono a repentaglio la sovranità nazionale italiana. Di chi stiamo parlando?

Sono circa 13.000 (12.903, secondo i dati più aggiornati), non sono cittadini europei, sono armati fino ai denti e sono presenti in tutto il territorio italiano: si tratta del cospiscuo contingente militare statunitense presente nella penisola, distribuito in ben 59 tra basi militari ed installazioni belliche di vario tipo.

Un numero, quello dei soldati a stelle e strisce presenti in Italia, di poco inferiore a quello del contingente presente in Afghanistan (circa 14.000 unità), come non ci fosse nessuna differenza tra un Paese in guerra e politicamente instabile ed un Paese europeo senza queste criticità – ammesso che la presenza statunitense in Afghanistan sia giustificata. Dati che ci fanno capire come gli assetti mondiali attuali siano ancora completamente figli della seconda guerra mondiale e della conseguente guerra fredda, tant’è che i Paesi che subiscono l’occupazione militare più importante sono ancora oggi il Giappone (56.134) e la Germania (35.116), i grandi sconfitti del secondo conflitto planetario, seguiti dalla Corea del Sud (25.884), teatro di uno dei conflitti più sanguinosi nell’ambito della guerra fredda. Completano la top 5, appunto, Afghanistan ed Italia.

Mentre la retorica delle destre xenofobe si concentra sul pur esistente problema dell’immigrazione, sono pochi coloro che sottolineano come questa importante presenza militare sia il vero cappio al collo della sovranità nazionale italiana. L’Italia è un Paese che non potrà mai avere una politica estera realmente autonoma fino a quando resterà sotto scacco da parte delle forze armate statunitensi, che, con la scusa dell’anacronistica NATO (North Atlantic Treaty Organization, ovvero Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord), che poteva avere un senso – seppur discutibile – ai tempi della guerra fredda, occupano porzioni importanti del nostro territorio, e tengono de facto sotto controllo il Paese. Si possono spiegare solamente così alcune scelte suicide in materia di politica estera, come la partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia contro i propri interessi e contro un governo, quello di Muʿammar Gheddafi, con il quale era in vigore un accordo di amicizia e cooperazione.

Padroni del mondo, quali credono di essere, i soldati a stelle e strisce si sono macchiati nel corso del tempo dei crimini più efferati, sapendo di avere le spalle coperte da Washington. Il caso più eclatante si verificò il 3 febbraio del 1998, con il tragico incidente della funivia del Cermis. In quell’occasione, un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps, volando a una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis, facendo precipitare la cabina e provocando la morte dei venti occupanti. Il capitano Richard J. Ashby, pilota dell’aereo, e il suo navigatore furono sottoposti a processo negli Stati Uniti e assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo rispettivamente, omicidio involontario e per negligenza secondo l’ordinamento statunitense. Il copilota Joseph Schweitzer nel 2012 confessò di aver distrutto, al suo ritorno alla base, il nastro video che avrebbe consentito di svelare la verità sull’incidente. Solamente in seguito furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale per aver distrutto il nastro video registrato sull’aereo e pertanto congedati d’autorità dal corpo dei Marines.

Una vicenda, dunque, che svela – qualora ce ne fosse ancora bisogno – la totale sudditanza dell’Italia nei confronti degli Stati Uniti, tanto che non sono lontani dalla realtà coloro che affermano che l’Italia sarebbe solamente una colonai di Washington – come definire, del resto, un paese occupato da 13.000 unità militari straniere? Altri casi giudiziari simili si sono verificati nel tempo in occasione di reati relativamente meno gravi, come nel 2014, quando due soldati statunitensi, accusati di stupro, pestaggio e rapina nei confronti di una prostituta incinta, ottennero l’estradizione per essere giudicati in patria – uno dei due, oltretutto, era già precedentemente stato accusato di stupro ai danni di una minorenne.

Chiunque tenga realmente al recupero della sovranità nazionale da parte dell’Italia non puà avere dubbi: l’Italia deve immediatamente annunciare la propria fuoriuscita unilaterale dalla NATO, la cui esistenza è oramai totalmente ingiustificata non esistendo più l’Unione Sovietica, ed espellere di conseguenza tutti i contingenti militari stranieri presenti sul proprio territorio. Solamente così l’Italia potrà affrancarsi dal dominio a stelle e strisce e condurre finalmente una politica estera nei propri interessi, che guardi a partner differenti e non sia eterodiretta dall’esterno, così come, per recuperare la propria sovranità in materia di politica economica e monetaria, si rende necessario l’abbandono dell’Euro e dell’Unione Europea.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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