In stallo dalle elezioni del 29 settembre, la situazione politica austriaca sembra essere prossima ad una soluzione, grazie all’accordo tra popolari ed ecologisti.

Le elezioni legislative austriache del 29 settembre avevano restituito un quadro favorevole al Partito Popolare Austriaco (in tedesco Österreichische Volkspartei, ÖVP) dell’ex primo ministro Sebastian Kurz. Tuttavia, il partito di centro-destra non era riuscito a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, fermandosi a 71 scranni su 183, rendendo dunque necessaria un’alleanza con almeno un’altra formazione.
Già dopo le elezioni, alcuni analisti avevano paventato la possibilità di una inedita alleanza tra i popolari e gli ecologisti de I Verdi – L’alternativa verde (Die Grünen – Die Grüne Alternative), generalmente considerati come una forza di centro-sinistra, combinazione senza precedenti nella storia della democrazia austriaca e di tutta l’Europa occidentale. I Verdi erano infatti riusciti ad entrare in parlamento con ben ventisei deputati, un risultato storico. Ad ogni modo, Kurz, incaricato dal presidente federale Alexander Van der Bellen, ha aperto i colloqui per i negoziati a tutte le altre forze politiche presenti in parlamento, il Partito Socialdemocratico d’Austria (Sozialdemokratische Partei Österreichs, SPÖ), con quaranta seggi, il Partito della Libertà Austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), dotato di trentuno scranni, e NEOS – La Nuova Austria. Comitato per una Nuova Austria e Forum Liberale (Neos – Das Neue Österreich und Liberales Forum), rappresentanto da quindici deputati.
Nel frattempo, la scena politica austriaca è stata caratterizzata da due tornate elettorali assai importanti nei Länder del Vorarlberg e della Stiria. Il Vorarlberg, che rappresenta la parte più occidentale dell’Austria, è andato al voto il 13 ottobre, e, dopo qualche settimana di negoziati, ha visto la conferma del governatore Markus Wallner dell’ÖVP con il sostegno dei Verdi. Tale esito ha rilanciato i colloqui a livello nazionale tra Kurz ed il leader della formazione ecologista, Werner Kogler.
Nonostante le divergenze su alcune tematiche cruciali, in particolare sul fenomeno migratorio, Kurz e Wallner si sono progressivamente avvicinati, anche quando Norbert Hofer, leader della formazione di destra FPÖ ha apertamente dichiarato di essere pronto ad un nuovo accordo con Kurz. Va ricordato, infatti, come il precedente governo Kurz fosse sostenuto proprio da questo partito, che tuttavia ne aveva causato la caduta anticipata a causa degli scandali interni, prima di essere punito dall’elettorato con una perdita di venti seggi.
La linea preferita da Kurz, quella dell’inedita alleanza con gli ecologisti, ha ricevuto un nuovo impulso in seguito alle già citate elezioni in Stiria, tenutesi il 24 novembre con una schiacciante vittoria dell’ÖVP ed un risultato storico dei Verdi, in grado di raggiungere per la prima volta il 10% e raggiungendo il 12% dei consensi. La Stiria, tra l’altro, ha regalato un risultato importante anche al Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ), in grado di ottenere il 6%, grazie al voto della roccaforte rossa Graz. Tre settimane dopo il voto, il 16 dicembre, è stata ufficializzata la nuova alleanza per sostenere la conferma del governatore Hermann Schützenhöfer, questa volta composta da popolari e socialdemocratici.
Nonostante, alla fine, la questione stiriana si sia risolta con una più tradizionale Große Koalition alla tedesca, il risultato ottenuto dai Verdi ha dato un’importante indicazione sul sostegno di cui gode questa forza. Secondo Kurz, infatti, i colloqui con Kogler sarebbero ormai in dirittura d’arrivo, con la possibilità di formare un governo a metà gennaio. La direzione scelta da Kurz per tornare al governo dimostra la sua abilità nel captare l’andamento dell’opinione pubblica: quando questa era favorevole ai nazionalisti del FPÖ, il leader conservatore aveva saputo spostare le sue posizioni a destra; ora che il vento sembra cambiare con gli scandali che hanno travolto il partito di destra ed il prorompente emergere della questione ambientale, è stato lo stesso Kurz a dare impulso all’oramai quasi certa alleanza con gli ecologisti. Ciò non significa approvarne l’operato al governo, ma semplicimente riconoscerne l’innegabile lungimiranza politica, condita da una buona dose di opportunismo.
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