Il presidente francese ha perso la maggioranza in parlamento, e rischia di dover scendere a compromessi con le destre per mantenere la governabilità. La crescita delle forze di sinistra sotto la leadership di Jean-Luc Mélenchon non basta per vincere.

Dopo il primo turno del 12 giugno, i cittadini francesi sono tornati alle urne il 19 giugno per il secondo turno delle elezioni legislative, decisivo per rinnovare la composizione dei 577 seggi dell’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento parigino. Alla prima tornata, infatti, erano stati assegnati appena cinque scranni, mentre per tutti gli altri è stato necessario ricorrere al secondo turno.
Gli osservatori si aspettavano un testa a testa fra Ensemble! (“Insieme!”), la coalizione che sostiene il presidente Emmanuel Macron, e la NUPES (Nouvelle Union Populaire Écologique et Sociale), l’alleanza di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, che al primo turno avevano ottenuto quasi lo stesso numero di voti. Come avevamo previsto, però, le forze liberiste, conservatrici e reazionarie hanno stipulato un tacito accordo per evitare la vittoria della NUPES, riversando i propri voti sui candidati presidenziali pur di evitare la vittoria della sinistra.
Le elezioni si sono risolte comunque in una pesante perdita per il presidente Macron, che infatti perde la maggioranza assoluta in parlamento. Pur restando il gruppo più numeroso dell’emiciclo, Ensemble! ha ottenuto un totale di 245 seggi, una netta flessione rispetto ai 350 deputati che sostenevano il governo nella precedente legislatura. Macron sarà allora obbligato a scendere a compromessi e a trovare un accordo con le formazioni conservatrici per garantire la governabilità del Paese.
La NUPES, dal canto suo, diventa la prima forza di opposizione con 131 scranni, ottenendo più del doppio rispetto alla somma dei seggi che i quattro partiti principali della coalizione detenevano nella precedente legislatura. In forte crescita anche il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, che passa da otto ad 89 deputati, raggiungendo un risultato storico per la forza nazionalista, che conferma in questo modo il proprio sorprasso sul partito della destra moderata, Les Républicains (LR), che invece dimezza la propria rappresentanza con 64 eletti. In parlamento saranno presenti anche 48 membri di partiti minori.
Macron ora sta cercando di trovare accordi con altre forze politiche per permettere al suo governo di andare avanti. Infatti, si tratta della prima volta che la Francia si trova senza una maggioranza ben definita dalla riforma elettorale del 2002. L’unico leader ad essersi rifiutato di partecipare ai colloqui con Macron è proprio Jean-Luc Mélenechon, ma allo stesso tempo questo potrebbe causare una spaccatura all’interno della NUPES, visto che Olivier Faure, segretario del Parti Socialiste (PS), e Fabien Roussel, numero uno del Parti Communiste Français (PCF), saranno invece presenti. L’ipotesi più probabile è però quella che Macron stringa un’alleanza con il suo alleto più naturale, il leader repubblicano Christian Jacob, il che sposterebbe ulteriormente a destra l’orientamento del governo francese.
“La disfatta del partito presidenziale è totale e non c’è nessuna maggioranza”, ha detto Mélenchon dopo la pubblicazione dei primi risultati. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo politico che ci eravamo dati in meno di un mese di far cadere l’uomo che, con tanta prepotenza, aveva torto il braccio di tutto il Paese per essere eletto senza che nessuno sapesse per fare cosa”.
Il secondo turno ha confermato il forte astensionismo del primo, con la maggioranza assoluta degli elettori che ha deciso di non partecipare: “La Francia si è espressa e, va detto, insufficientemente”, ha commentato il leader della NUPES. “Il livello di astensione è ancora troppo alto, il che significa che una larga parte della popolazione non sa da che parte rivolgersi. […] Ma questo è soprattutto il fallimento elettorale del macronismo”.
Mélenchon si è anche augurato che la NUPES sopravviva alle elezioni, e che i partiti che la compongono decidano di continuare l’esperienza insieme, costituendo in questo modo il gruppo di opposizione più numeroso in parlamento: “Incredibili opportunità si presenteranno davanti a voi e in particolare davanti alle giovani generazioni, che sono quelle che con più forza chiedono una rottura con questo mondo e le sue regole di organizzazione. Opportunità, perché avete un magnifico strumento di combattimento di cui siete stati privati per così tanto tempo. Questo strumento è la NUPES. Sono i suoi parlamentari, operai, impiegati di ogni genere, da tutte le regioni della Francia, che arrivano a decine sui banchi dell’Assemblea Nazionale. Il macronismo non solo è andato in bancarotta, ma ha precipitato il Paese in un vicolo cieco”.
Un eventuale disfacimento della NUPES sarebbe un duro colpo al progetto unitario della sinistra francese, che oltretutto porterebbe il RN di Marine Le Pen a diventare il primo gruppo parlamentare di opposizione.
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