Cinque mesi fa, nella giornata di domenica 2 aprile, i cittadini dell’Ecuador sono stati chiamati ad eleggere il nuovo presidente del Paese sudamericano. In ballo c’era la successione al cinquantaquattrenne Rafael Correa, giunto oramai alla fine del suo terzo mandato. Tra i leader progressisti più amati dell’America Latina, Correa aveva infatti deciso di rispettare fino in fondo i dettami costituzionali, che gli vietavano di chiedere agli elettori un nuovo mandato presidenziale, essendo già stato eletto in tre occasioni (2006, 2009 e 2013), posizione ribadita anche quando i suoi sostenitori si sono mobilitati per raccogliere le firme al fine di indire un referendum costituzionale per modificare questo limite.