Riassunto – La questione di Taiwan e la riunificazione della Cina nella Nuova Era

Per Futura Società, Fosco Giannini ha pubblicato alcuni stralci del libro bianco La questione di Taiwan e la riunificazione della Cina nella Nuova Era, curato dall’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Cina e tradotto da Giulio Chinappi.

Il 20 maggio scorso è stato eletto a Taiwan il nuovo presidente, Lai Ching-te (del Partito democratico  progressista, Pdp) che immediatamente e tragicamente – rispetto al contesto internazionale già di per sé segnato da una forte pulsione di guerra – è stato spronato da Washington ad assumere, per Taiwan, forti ed esplicite posizioni secessioniste dalla Repubblica Popolare Cinese. A partire da ciò, e dalla subitanea risposta politico-militare cinese del 24 maggio 2024, pubblichiamo alcuni e significativi stralci di un libro (La questione di Taiwan e la riunificazione della Cina nella Nuova Era) curato dall’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Cina e tradotto da Giulio Chinappi, collaboratore di «Futura Società».

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È noto, e riscontrabile nei fatti, in questa fase storica che viviamo, come la provocazione e l’azzardo da giocatori di poker contraddistinguano le azioni politico-militari degli Usa e della Nato. Provocazione ed azzardo che, a partire dal progetto strategico di rovesciare di nuovo i rapporti di forza internazionali a favore del fronte imperialista, contemplano ogni rischio, persino la terza guerra mondiale. Dopo l’impetuosa crescita del fronte libero, o in via di liberazione, dall’egemonia statunitense, quel fronte che si incardina attorno alla Cina, che si è solidificato attorno ai Brics originari, che si è allargato assieme allo stesso allargamento planetario dei Brics, che oggi si estende dall’Eurasia all’Africa passando per l’America Latina e che trova forza anche attraverso l’azione militare della Federazione Russa, che sta impedendo agli Usa, alla Nato e all’Ue di poter costruire e ad avere a loro disposizione e discrezione un’immensa Base militare dotata di missili nucleari a ridosso della Russia e nel cuore dell’Eurasia (l’Ucraina, fascistizzata per questo progetto), dopo quest’estensione planetaria del fronte oggettivamente antimperialista, l’obiettivo degli Usa, della Nato e dell’Ue di ripristinare il quadro internazionale favorevole agli Usa che sembrava (prontamente smentito dalla storia) in questo modo caratterizzarsi subito dopo l’autodissoluzione dell’Urss, è perseguito senza esclusione di colpi e, appunto, con l’aggressività e la follia del “re-steal da bottone”, la mossa di guerra dei più feroci giocatori di poker, che porta gli stessi giocatori a “terrorizzare” il tavolo anche con delle mani scadenti e aventi come primo obiettivo la destabilizzazione degli avversari.

Due sono le azioni di guerra che oggi gli Usa e la Nato conducono in modo totalmente terrorizzante e azzardato e dalle quali potrebbe oggettivamente sortire il terzo conflitto mondiale: il cinico sostegno alla “vandea” ucraina, che in questi giorni è sfociato nel “re-steal del bottone” della folle mossa di Biden volta ad autorizzare l’attacco diretto alla Russia, e la continua provocazione Usa-Nato contro la Cina relativamente a Taiwan.

Il 20 maggio scorso è stato eletto a Taiwan il nuovo presidente, Lai Ching-te, che immediatamente e tragicamente (rispetto al contesto internazionale già di per sé segnato da una forte pulsione di guerra) è stato spronato da Washington ad assumere, per Taiwan, forti ed esplicite posizioni secessioniste dalla Repubblica Popolare Cinese. Lo stesso 20 maggio, attraverso un discorso concordato riga per riga con la Casa Bianca e pronunciato durante il proprio insediamento al palazzo presidenziale di Taipei, Lai Ching-te ha attaccato duramente Pechino, evocando con forza la secessione di Taiwan dalla Cina e accusando Xi Jinping di “favorire la guerra”, favorirla nel momento in cui lo stesso Xi Jinping ribadisce l’esistenza di una sola Cina, comprendente, come la storia dimostra, Taiwan. Peraltro, l’autonomia statuale di Taiwan non solo non è riconosciuta dalla Repubblica Popolare Cinese, ma nemmeno, “de jure”, dagli altri quattro membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Usa, Russia, Regno Unito e Francia) e la spinta alla secessione di Taiwan da Pechino appartiene solamente a quella partita a poker che gli Usa giocano nel mondo con il coltello tra i denti.

Proprio in seguito al duro e sconsiderato discorso “amerikano” di investitura di Lai Ching-te, vi è stata, il 24 maggio 2024, solo quattro giorni dopo quel discorso, la potente “esercitazione militare” cinese (“Spada congiunta 2024-A”, che già nel titolo rivela l’intenzione, da parte di Pechino, di ripetere, qualora ve ne fosse bisogno, la stessa operazione militare e che è successiva alla più imponente “esercitazione” cinese dell’agosto 2022, lanciata durante l’improvvida e provocatoria visita dell’allora speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi) “esercitazione”, questa dello scorso 24 maggio, che ha mosso 60 aerei di guerra sui cieli di Taiwan e 4 navi militari attorno ai mari dell’isola cinese.

Che la questione russo-ucraina e quella relativa a Taiwan siano, naturalmente, un tutt’uno geopolitico e rappresentino un unico attacco imperialista, è dimostrato anche dalle ultime affermazioni di Zelenskyj, che in questi primi giorni di giugno 2024, dal palco della Conferenza sulla sicurezza d’Asia, a Singapore, durante il Forum Shangri-La, si è scagliato duramente contro la Cina, accusata dal presidente ucraino di “collaborare con la Russia per far fallire il summit di pace di metà giugno a Lucerna” e dichiarando, sguaiatamente e alzando il livello dell’attacco a Pechino: “è un peccato che un paese come la Cina sia divenuto uno strumento nelle mani di Putin”.

Chi scrive queste note ha avuto la fortuna, durante un recente incontro ufficiale all’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma, di ricevere in dono, dalla delegazione dell’Ambasciata cinese stessa, un importante libro, dal titolo “La Questione di Taiwan e la riunificazione della Cina nella Nuova Era”, un libro curato dall’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese e mirabilmente tradotto in italiano da Giulio Chinappi, collaboratore, tra l’altro di «Futura Società».

La densità e la profondità delle argomentazioni storico-politiche espresse nel libro citato ci inducono, al fine di far circolare le idee e irrobustire un’interpretazione di carattere antimperialista della questione Cina-Taiwan, di pubblicare alcuni, pregnanti, passaggi dell’opera, a cominciare dallo stralcio del Preambolo che proponiamo di seguito, sino ad altre parti significative del libro (che è dell’agosto del 2022 e che, dunque, descrive fatti che giungono sino a questa data, questione che non inficia per nulla l’analisi generale che il libro dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese sviluppa su Taiwan).


Preambolo (stralci)

Risolvere la questione di Taiwan e realizzare la completa riunificazione della Cina è un’aspirazione condivisa da tutti i figli e le figlie della nazione cinese… È anche una missione storica del Partito Comunista Cinese (Pcc). Il Pcc, il governo cinese e il popolo cinese hanno lottato per decenni per raggiungere questo obiettivo.

Il 18° Congresso Nazionale del Pcc nel 2012 ha annunciato una nuova era nella costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi. Sotto la forte guida del Comitato Centrale del Pcc con al centro Xi Jinping, il Pcc e il governo cinese hanno adottato misure nuove e innovative in relazione a Taiwan. Hanno continuato a tracciare il corso delle relazioni per salvaguardare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e promuovere i progressi verso la riunificazione nazionale. Tuttavia, negli ultimi anni, le autorità di Taiwan, guidate dal Partito Democratico Progressista (Pdp), hanno raddoppiato i loro sforzi per dividere il Paese e alcune forze esterne hanno cercato di sfruttare Taiwan per contenere la Cina, impedire alla nazione cinese di raggiungere la completa riunificazione, e fermare il processo di ringiovanimento nazionale.

Il Pcc ha unito il popolo cinese e lo ha guidato nel raggiungimento dell’obiettivo del primo centenario di costruire una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti, come previsto, e nell’intraprendere un nuovo viaggio verso l’obiettivo del secondo centenario di trasformare la Cina in un moderno Paese socialista.

La nazione cinese ha ottenuto una trasformazione storica dal levarsi in piedi a diventare prospera e crescere in forza, e il ringiovanimento nazionale è guidato da una forza inarrestabile. Questo segna un nuovo punto di partenza per la riunificazione.

Primo capitolo – Taiwan fa parte della Cina. Questo è un fatto indiscutibile

Taiwan appartiene alla Cina fin dai tempi antichi. Questa affermazione ha una solida base nella storia e nella giurisprudenza. Nuove scoperte archeologiche e risultati di ricerche attestano regolarmente i profondi legami storici e culturali tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. Un gran numero di documenti storici e annali documentano lo sviluppo di Taiwan da parte del popolo cinese in periodi precedenti.

I primi riferimenti a ciò si trovano, tra gli altri, nel Gazzettino Geografico di Bordo compilato nell’anno 230 da Shen Ying dello Stato di Wu durante il periodo dei Tre Regni. La corte reale della dinastia Sui aveva inviato in tre occasioni truppe a Taiwan, all’epoca chiamata Liuqiu. A partire dalle dinastie Song e Yuan, i governi centrali imperiali della Cina istituirono tutti organi amministrativi per esercitare la giurisdizione sulle isole Penghu e su Taiwan.

Nel 1624, i colonialisti olandesi invasero e occuparono la parte meridionale di Taiwan. Nel 1662, il generale Zheng Chenggong, acclamato come un eroe nazionale, guidò una spedizione e li espulse dall’isola. Successivamente, la corte Qing ha gradualmente istituito più organi amministrativi a Taiwan. Nel 1684 fu istituita un’amministrazione della prefettura di Taiwan sotto la giurisdizione della provincia del Fujian. Nel 1885, lo status di Taiwan è stato aggiornato ed è diventata la ventesima provincia della Cina. Nel luglio 1894, il Giappone lanciò una guerra di aggressione contro la Cina. Nell’aprile 1895, il governo Qing, sconfitto, fu costretto a cedere Taiwan e le isole Penghu al Giappone. Durante la guerra popolare cinese di resistenza contro l’aggressione giapponese (1931-1945), i comunisti cinesi chiesero la restituzione di Taiwan. Parlando con il giornalista americano Nym Wales il 15 maggio 1937, Mao Zedong disse che l’obiettivo della Cina era quello di ottenere una vittoria finale nella guerra, una vittoria che avrebbe permesso il recupero dei territori cinesi occupati nel nord-est della Cina e a sud del Passo Shanhai, e assicurare la liberazione di Taiwan.

Il 9 dicembre 1941, il governo cinese ha emesso una dichiarazione di guerra contro il Giappone e ha proclamato che tutti i trattati, le convenzioni, gli accordi e i contratti relativi alle relazioni tra Cina e Giappone erano stati abrogati e che la Cina avrebbe recuperato Taiwan e le isole Penghu.

La Dichiarazione del Cairo emessa da Cina, Stati Uniti e Regno Unito il 1° dicembre 1943 affermava che era scopo dei tre alleati che tutti i territori che il Giappone aveva sottratto alla Cina, come la Cina nordorientale, Taiwan e le isole Penghu, dovessero essere restituiti alla Cina.

La Proclamazione di Potsdam fu firmata da Cina, Stati Uniti e Regno Unito il 26 luglio 1945 e successivamente riconosciuta dall’Unione Sovietica. Ha ribadito: “I termini della Dichiarazione del Cairo devono essere rispettati“. Nel settembre dello stesso anno, il Giappone firmò lo strumento di resa, in cui prometteva di adempiere fedelmente agli obblighi previsti dalla Proclamazione di Potsdam. Il 25 ottobre, il governo cinese annunciò la ripresa dell’esercizio della sovranità su Taiwan e si tenne a Taibei (Taipei) la cerimonia di accettazione della resa del Giappone nella provincia di Taiwan. Da quel momento in poi, la Cina aveva recuperato Taiwan , de jure e de facto, attraverso una serie di documenti con effetti legali internazionali.

Il 1° ottobre 1949 fu fondata la Repubblica Popolare Cinese (Rpc), che succedette alla Repubblica Cinese (1912-1949), e il governo popolare centrale divenne l’unico governo legittimo dell’intera Cina. Il nuovo governo ha sostituito il precedente regime del Kuomintang (Kmt) in una situazione in cui la Cina, in quanto soggetto di diritto internazionale, non è cambiata, e la sovranità e il territorio intrinseco della Cina non sono cambiati. Come risultato naturale, il governo della Rpc avrebbe dovuto godere ed esercitare la propria, piena, sovranità sull’intera Cina, che include la sua sovranità su Taiwan.

Come risultato della guerra civile in Cina alla fine degli anni ’40 e dell’interferenza di forze esterne, le due sponde dello Stretto di Taiwan sono cadute in uno stato di prolungato confronto politico. Ma la sovranità e il territorio della Cina non sono mai stati divisi e non saranno mai divisi, e lo status di Taiwan come parte del territorio cinese non è mai cambiato e non potrà mai cambiare.

Nella sua 26ma sessione, nell’ottobre 1971, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 2758, che si impegna “a ripristinare tutti i diritti della Repubblica popolare cinese e a riconoscere i rappresentanti del suo governo come gli unici legittimi rappresentanti della Cina presso le Nazioni Unite, e ad espellere immediatamente i rappresentanti di Chiang Kai-Shek dal posto che occupano illegalmente presso le Nazioni Unite e in tutte le organizzazioni ad esse collegate“. Questa risoluzione ha risolto una volta per tutte le questioni politiche, legali e procedurali della rappresentanza cinese alle Nazioni Unite e ha riguardato l’intero Paese, inclusa Taiwan. Ha anche precisato che la Cina ha un solo seggio all’Onu, quindi non esistono “due Cine” o “una Cina, una Taiwan”.

Le agenzie specializzate delle Nazioni Unite hanno successivamente adottato ulteriori risoluzioni ripristinando il seggio legale della Repubblica Popolare Cinese ed espellendo i rappresentanti delle autorità di Taiwan. Una di queste è la Risoluzione 25.1 adottata alla 25ma Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 1972. Nei pareri legali ufficiali dell’Office of Legal Affairs del Segretariato delle Nazioni Unite veniva chiaramente affermato che “le Nazioni Unite considerano ‘Taiwan’ una provincia della Cina senza uno status separato” e “alle ‘autorità’ di ‘Taipei’ non è consentito godere di alcuna forma di status di governo”. All’Onu l’isola è chiamata “Taiwan, Provincia della Cina”.

La risoluzione 2758 è un documento politico che racchiude il principio di “una sola Cina”, la cui autorità legale non lascia spazio a dubbi ed è stata riconosciuta in tutto il mondo. Taiwan non ha alcun motivo o diritto per entrare a far parte dell’Onu o di qualsiasi altra organizzazione internazionale la cui appartenenza sia limitata agli Stati sovrani.

Negli ultimi anni un ristretto numero di Paesi, tra cui gli Stati Uniti in primis, sono collusi con le forze a Taiwan e affermano falsamente che la risoluzione non ha risolto in modo definitivo la questione della rappresentanza di Taiwan. Sventolando il Trattato illegale e non valido di San Francisco e ignorando la Dichiarazione del Cairo, la Proclamazione di Potsdam e altri documenti legali internazionali, professano che lo status di Taiwan deve ancora essere determinato e dichiarano il loro sostegno alla “partecipazione significativa di Taiwan nel sistema delle Nazioni Unite“. Quello che stanno effettivamente tentando di fare è alterare lo status di Taiwan come parte della Cina e creare “due Cine” o “una Cina, una Taiwan” come parte di uno stratagemma politico, usando Taiwan per colpire la Cina. Queste azioni, in violazione della Risoluzione 2758 e del diritto internazionale, costituiscono una grave violazione degli impegni politici assunti da questi Paesi. Danneggiano la sovranità e la dignità della Cina e trattano con disprezzo i principi fondamentali del diritto internazionale. Il governo cinese li ha condannati ed ha espresso la sua risoluta opposizione nei loro confronti.

Il principio di “una sola Cina” rappresenta il consenso universale della comunità internazionale; è coerente con le norme fondamentali delle relazioni internazionali. Ad oggi, 181 Paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Rpc sulla base del principio di una Cina unica. Il comunicato congiunto Cina-Usa sull’instaurazione delle relazioni diplomatiche, pubblicato nel dicembre 1978, afferma: “Il governo degli Stati Uniti d’America riconosce la posizione cinese secondo cui la Cina è una sola e Taiwan fa parte della Cina”. Afferma inoltre: “Gli Stati Uniti d’America riconoscono il governo della Repubblica Popolare Cinese come l’unico governo legale della Cina. In questo contesto, il popolo degli Stati Uniti manterrà relazioni culturali, commerciali e altre relazioni non ufficiali con il popolo di Taiwan”.

La Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, adottata alla Quinta Sessione del V Congresso Nazionale del Popolo nel dicembre 1982, stabilisce: “Taiwan fa parte del territorio sacro della Repubblica Popolare Cinese. È dovere inviolabile di tutto il popolo cinese, compresi i nostri compatrioti a Taiwan, portare a termine il grande compito di riunificare la madrepatria”.

La legge antisecessione, adottata alla terza sessione del 10° Congresso Nazionale del Popolo nel marzo 2005, stabilisce: “C’è una sola Cina al mondo. Sia la terraferma che Taiwan appartengono ad un’unica Cina. La sovranità e l’integrità territoriale della Cina non tollerano divisioni. Salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina è l’obbligo comune di tutto il popolo cinese, compresi i compatrioti di Taiwan. Taiwan fa parte della Cina. Lo Stato non consentirà mai alle forze secessioniste dell“indipendenza di Taiwan” di costringere Taiwan a separarsi dalla Cina sotto qualsiasi nome o con qualsiasi mezzo”.

La legge sulla sicurezza nazionale, adottata alla 15ma riunione del Comitato permanente del 12° Congresso Nazionale del Popolo nel luglio 2015, stabilisce: “La sovranità e l’integrità territoriale della Cina non tollerano alcuna violazione o separazione. Salvaguardare la sovranità nazionale, l’unità e l’integrità territoriale è un dovere comune di tutti i cittadini cinesi, compresi i connazionali di Hong Kong, Macao e Taiwan”.

Siamo una Cina e Taiwan fa parte della Cina. Questo è un fatto indiscutibile, sostenuto dalla storia e dal diritto. Taiwan non è mai stata uno Stato; il suo status come parte della Cina è inalterabile. Qualsiasi tentativo di distorcere questi fatti e contestare o negare il principio di “una sola Cina” si concluderà con un fallimento.

Secondo capitolo – Gli sforzi risoluti del Pcc per realizzare la completa riunificazione della Cina

Il Pcc si è sempre dedicato a lavorare per il benessere del popolo cinese e dello sviluppo della nazione cinese. Subito dopo la sua fondazione, nel 1921, il Pcc si prefisse l’obiettivo di liberare Taiwan dal dominio coloniale, riunirla con il resto del Paese e liberare l’intera nazione, compresi i compatrioti di Taiwan. Ha fatto uno sforzo enorme per raggiungere questo obiettivo.

Il Pcc è impegnato nella storica missione di risolvere la questione di Taiwan e realizzare la completa riunificazione della Cina. Sotto la sua forte guida, le persone, su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan, hanno lavorato insieme per allentare la tensione. Hanno intrapreso un percorso di sviluppo pacifico e fatto molti passi avanti nel miglioramento delle relazioni da una parte all’altra dello Stretto.

Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, i comunisti cinesi, sotto la guida di Mao Zedong, proposero la linea guida essenziale, il principio base e la politica di base per una soluzione pacifica della questione di Taiwan. Il Pcc si preparò e lavorò per la liberazione di Taiwan, sventò i piani delle autorità taiwanesi di attaccare la terraferma e sventò i tentativi di creare “due Cine” e “una Cina, una Taiwan”. Grazie a quegli sforzi, la sede legale e i diritti della Rpc alle Nazioni Unite sono stati ripristinati e il principio di “una sola Cina” è stato sottoscritto dalla maggior parte dei Paesi, ponendo importanti basi per la riunificazione pacifica. La leadership centrale del Pcc ha stabilito contatti ad alto livello con le autorità taiwanesi attraverso canali adeguati e alla ricerca di una soluzione pacifica alla questione taiwanese.

Dopo la Terza Sessione Plenaria dell’11° Comitato Centrale del Pcc nel 1978, con l’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti, i comunisti cinesi, guidati da Deng Xiaoping, hanno definito la linea guida fondamentale per la riunificazione pacifica negli interessi vitali del Paese e del popolo e sulla base del consenso per una soluzione pacifica della questione di Taiwan. Il Pcc ha introdotto il concetto creativo e ben concepito di “Un Paese, due sistemi” e l’ha applicato per primo nel risolvere le questioni di Hong Kong e Macao. Ha intrapreso azioni per facilitare il confronto militare attraverso lo Stretto di Taiwan, ripristinare i contatti e aprire scambi e cooperazione interpersonali, aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni attraverso lo Stretto.

Dopo la quarta sessione plenaria del 13° Comitato Centrale del Pcc nel 1989, i comunisti cinesi, guidati da Jiang Zemin, hanno avanzato otto proposte per lo sviluppo delle relazioni attraverso lo Stretto e la riunificazione pacifica della Cina. Il Pcc ha facilitato l’accordo attraverso lo Stretto sul consenso del 1992, che incarna il principio di “una sola Cina”. Ha avviato consultazioni e negoziati, sfociati nei primi colloqui tra i capi delle organizzazioni non governative autorizzate dalle due sponde dello Stretto, e ha ampliato gli scambi e la cooperazione attraverso lo Stretto in vari campi. Il Pcc ha intrapreso un’azione decisa contro le attività separatiste guidate da Lee Teng-Hui e ha colpito duramente le forze separatiste in cerca della “indipendenza di Taiwan”. Ha assicurato il regolare ritorno di Hong Kong e Macao alla Cina e ha applicato la politica di “Un Paese, due sistemi”, che ha avuto un impatto costruttivo sulla soluzione della questione di Taiwan.

Dopo il 16° Congresso Nazionale del Pcc nel 2002, i comunisti cinesi, guidati da Hu Jintao, hanno sottolineato l’importanza dello sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto. Il Pcc ha spinto per l’emanazione della legge antisecessione per frenare le attività separatiste a Taiwan, ha ospitato i primi colloqui tra i leader del Pcc e del Kuomintang in sei decenni dal 1945 e ha sconfitto i tentativi di Chen Shui-Bian di costruire un base per la “indipendenza”. Il Pcc ha apportato profondi cambiamenti nel portare avanti lo sviluppo pacifico delle relazioni promuovendo consultazioni istituzionalizzate e negoziati che hanno prodotto risultati fruttuosi, stabilendo collegamenti proficui negli affari e nei trasporti e facilitando la firma e l’attuazione dell’Accordo quadro di cooperazione.

Dopo il 18° Congresso Nazionale del Pcc nel 2012, i comunisti cinesi, sotto la guida di Xi Jinping, hanno adottato un approccio olistico alle relazioni, in linea con le mutevoli circostanze, aggiungendo sostanza alla teoria sulla riunificazione nazionale e ai principi e alle politiche riguardanti Taiwan, e hanno lavorato per mantenere le relazioni su di una strada giusta. Il Pcc ha sviluppato la sua politica generale per risolvere la questione di Taiwan nella Nuova Era e ha definito le linee guida generali e un programma d’azione.

Al suo 19° Congresso Nazionale, nell’ottobre 2017, il Pcc ha affermato la politica di base volta a sostenere “Un Paese, due sistemi” e promuovere la riunificazione nazionale, e ha sottolineato la sua determinazione a non consentire mai a nessuna persona, organizzazione o partito politico, in qualsiasi momento o in qualsiasi forma, di separare qualsiasi parte del territorio cinese dalla Cina.

Nel gennaio 2019, Xi Jinping, segretario generale del Comitato Centrale del Pcc e presidente della Cina, ha tenuto un discorso in occasione del 40° anniversario della pubblicazione del Messaggio ai compatrioti a Taiwan. Nel suo discorso, Xi Jinping ha proposto importanti politiche per promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto e la pacifica riunificazione della Cina nella Nuova Era. Questi sono: primo, lavorare insieme per promuovere lo sviluppo della Cina e la sua riunificazione pacifica; secondo, cercare una soluzione su due sistemi alla questione di Taiwan e compiere sforzi innovativi verso la riunificazione pacifica; terzo, rispettare il principio di “una sola Cina” e salvaguardare le prospettive di una riunificazione pacifica; quarto, integrare ulteriormente lo sviluppo tra le sponde dello Stretto e consolidare le basi per la riunificazione pacifica; quinto, stringere legami più stretti di cuore e mente tra le persone su entrambi i lati dello Stretto e rafforzare l’impegno congiunto per la riunificazione pacifica.

Il Pcc e il governo cinese hanno quindi adottato una serie di importanti misure per tracciare il corso delle relazioni e realizzare la riunificazione pacifica della Cina:

• Il Pcc e il governo cinese hanno facilitato il primo incontro e il dialogo diretto tra i leader delle due parti dal 1949, portando gli scambi e le interazioni a nuovi livelli, aprendo un nuovo capitolo e creando nuovo spazio per le relazioni. Questa è una nuova pietra miliare. I dipartimenti incaricati degli affari di entrambe le parti hanno stabilito contatti regolari e meccanismi di comunicazione su una base politica comune, e i capi dei due dipartimenti si sono scambiati visite e hanno istituito hotline.

• Sostenendo il principio di “una sola Cina” e il consenso del 1992, il Pcc e il governo cinese hanno facilitato gli scambi tra i partiti politici e condotto dialoghi, consultazioni e scambi di opinioni approfonditi sulle relazioni e sul futuro della nazione cinese con partiti politici, organizzazioni e individui rilevanti a Taiwan. Questi sforzi hanno portato a un consenso su molteplici questioni e promosso una serie di iniziative congiunte che delineano l’applicazione della soluzione dei due sistemi alla questione di Taiwan con tutti i settori della società taiwanese.

• Guidati dalla convinzione che le persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan siano della stessa famiglia, il Pcc e il governo cinese hanno promosso lo sviluppo pacifico delle relazioni e lo sviluppo integrato delle due parti a beneficio sia della terraferma che di Taiwan. Abbiamo anche perfezionato gli accordi istituzionali, le politiche e le misure per promuovere gli scambi e la cooperazione, progettati per promuovere il benessere del popolo di Taiwan. Questi includono la consegna di acqua dalla provincia costiera del Fujian all’isola di Kinmen, abbonamenti elettronici per i residenti di Taiwan per entrare o uscire dalla terraferma, permessi di soggiorno per i residenti di Taiwan, garantendo progressivamente che i connazionali di Taiwan abbiano uguale accesso ai servizi pubblici in modo da facilitare i loro studi, l’avvio di attività, il lavoro e la vita sulla terraferma e uno sforzo continuo per aprire la strada a Taiwan per beneficiare in primo luogo delle opportunità di sviluppo della terraferma.

• Pur contrastando l’interferenza e l’ostruzione delle forze separatiste, il Pcc e il governo cinese hanno invitato il popolo di Taiwan a promuovere una cooperazione efficace e approfondita e scambi interpersonali in vari campi. Avendo superato l’impatto del Covid-19, abbiamo organizzato una serie di eventi di scambio come lo Straits Forum e mantenuto lo slancio degli scambi e della cooperazione.

• Risoluti nel difendere la sovranità statale e l’integrità territoriale e nell’opporsi alle attività separatiste e alle interferenze esterne, il Pcc e il governo cinese hanno salvaguardato la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e gli interessi fondamentali della nazione cinese. Abbiamo intrapreso azioni legali contro e dissuaso efficacemente le forze separatiste. Abbiamo gestito gli scambi esterni di Taiwan in modo corretto e consolidato l’impegno della comunità internazionale per il principio di “una sola Cina”.

Sotto la guida del Pcc, negli ultimi sette decenni sono stati compiuti grandi progressi nelle relazioni, soprattutto da quando l’allontanamento tra le due parti è terminato. Maggiori scambi, una più ampia cooperazione e interazioni più strette hanno portato benefici tangibili alle persone, in particolare a Taiwan. Ciò dimostra pienamente che l’amicizia e la cooperazione nello Stretto sono reciprocamente vantaggiose.

Il volume del commercio attraverso lo Stretto era di soli 46 milioni di dollari nel 1978. È salito a 328,34 miliardi di dollari nel 2021, con un aumento di oltre 7.000 volte. La terraferma è stata il più grande mercato di esportazione di Taiwan negli ultimi 21 anni, generando un grande surplus annuale per l’isola. La terraferma è anche la più grande destinazione per gli investimenti fuori dall’isola di Taiwan. Entro la fine del 2021, le imprese di Taiwan avevano investito in quasi 124.000 progetti sulla terraferma, per un valore totale di 71,34 miliardi di dollari.

Nel 1987 erano state effettuate meno di 50.000 visite tra le due parti; entro il 2019, questo numero era salito a circa 9 milioni. Negli ultimi tre anni, colpiti dal Covid-19, la comunicazione online è diventata la principale forma di interazione interpersonale attraverso lo Stretto e il numero di persone che partecipano e sono coperte dalla comunicazione online stanno raggiungendo nuovi massimi.

Il Pcc è sempre stato la spina dorsale della nazione cinese, esercitando una forte leadership nella realizzazione dello sviluppo e della riunificazione nazionale. I suoi sforzi costanti nel corso dei decenni per risolvere la questione di Taiwan e ottenere la completa riunificazione nazionale si basano su quanto segue:

In primo luogo, il principio di “una sola Cina” deve essere rispettato e nessun individuo o forza dovrebbe essere autorizzato a separare Taiwan dalla Cina.

In secondo luogo, è un imperativo categorico lottare per il benessere di tutti i cinesi, compresi quelli di Taiwan, e realizzare le aspirazioni di tutti i cinesi per una vita migliore.

In terzo luogo, dobbiamo seguire i principi di liberare la mente, cercare la verità dai fatti, mantenere il giusto orientamento politico e aprire nuove strade, e difendere gli interessi fondamentali della nazione e gli interessi fondamentali dello Stato nella formulazione di principi e politiche sul lavoro relativo a Taiwan.

In quarto luogo, è necessario avere il coraggio e l’abilità per combattere qualsiasi forza che tenti di minare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina o che ostacoli la sua riunificazione.

In quinto luogo, è necessario sostenere un’ampia unità e solidarietà per mobilitare tutti i fattori per combattere qualsiasi forza che potrebbe dividere il Paese e unire le forze per promuovere la riunificazione nazionale.

Terzo capitolo (stralci) – La completa riunificazione della Cina è un processo che non può essere interrotto

In un contesto di profondi e complessi mutamenti della situazione interna e internazionale, la nostra causa di completa riunificazione nazionale si trova ad affrontare nuove sfide. Il Pcc e il governo cinese hanno la forza e la fiducia per affrontare le complessità e superare i rischi e le minacce, e la capacità di fare grandi passi avanti sulla via della riunificazione nazionale.

1. La riunificazione completa è fondamentale per lo sviluppo nazionale

Durante i 5.000 anni di storia della Cina, la riunificazione nazionale e l’opposizione alla divisione sono rimaste un ideale comune e una tradizione condivisa dall’intera nazione. Nell’era moderna, a partire dalla metà del XIX secolo, a causa dell’aggressione delle potenze occidentali e della decadenza del dominio feudale, la Cina è stata gradualmente ridotta a una società semifeudale, semicoloniale, e ha attraversato un periodo di sofferenza peggiore di tutte le fasi che aveva precedentemente conosciuto. Il Paese ha subito profonde umiliazioni, il popolo è stato sottoposto a grandi dolori e la civiltà cinese è stata sprofondata nell’oscurità. I 50 anni di occupazione giapponese di Taiwan hanno incarnato questa umiliazione e inflitto agonia su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan. Le nostre due sponde sono separate solo da una striscia d’acqua, eppure siamo ancora lontani. Il fatto che non siamo ancora stati riuniti è una cicatrice lasciata dalla storia sulla nazione cinese. Noi cinesi di entrambe le parti dovremmo lavorare insieme per ottenere la riunificazione e sanare questa ferita.

Lo sviluppo nazionale è stato il più grande sogno del popolo cinese e della nazione cinese dall’inizio dell’era moderna. Solo realizzando la completa riunificazione nazionale il popolo cinese su entrambi i lati dello Stretto può mettere da parte l’ombra della guerra civile e creare e godere di una pace duratura. La riunificazione nazionale è l’unico modo per evitare il rischio che Taiwan venga invasa e occupata nuovamente da Paesi stranieri, per sventare i tentativi di forze esterne volte a colpire la Cina e per salvaguardare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo del nostro Paese. È la risposta più efficace ai tentativi secessionisti di dividere il nostro Paese e il mezzo migliore per consolidare lo status di Taiwan come parte della Cina. L’unità di una sola Cina ci consentirà di unire le forze delle popolazioni di entrambe le parti, costruire la nostra casa comune, salvaguardare i nostri interessi e il nostro benessere e creare un futuro più luminoso per il popolo cinese e la nazione cinese. Come disse una volta il dottor Sun Yat-Sen, il grande pioniere della Rivoluzione Cinese: “L’unificazione è la speranza di tutti i cittadini cinesi. Se la Cina potrà essere unificata, tutti i cinesi godranno di una vita felice; se non potrà, tutti ne soffriranno“.

Nell’esplorare la via dello sviluppo e della prosperità, la Cina ha sopportato vicissitudini e difficoltà. “L’unificazione porta forza mentre la divisione porta al caos“. Questa è una legge della storia. La realizzazione della riunificazione nazionale completa è guidata dalla storia e dalla cultura della nazione cinese e determinata dallo slancio e dalle circostanze che circondano il nostro sviluppo nazionale. Mai prima d’ora siamo stati così vicini, fiduciosi e capaci di raggiungere l’obiettivo del pieno sviluppo nazionale. Lo stesso vale per ciò che riguarda il nostro obiettivo di una completa riunificazione nazionale. La questione di Taiwan è sorta a causa della debolezza e del caos nella nostra nazione e sarà risolta quando il positivo cambiamento nazionale diventerà realtà. Quando tutto il popolo cinese resterà unito e lavorerà insieme, riusciremo sicuramente a realizzare la riunificazione nazionale sulla nostra strada verso il ringiovanimento nazionale.

2. Sviluppo e progresso nazionale stabiliscono la direzione delle relazioni attraverso lo Stretto

Lo sviluppo e il progresso della Cina sono un fattore chiave che determina il corso delle relazioni e la realizzazione della completa riunificazione nazionale. Il potente sviluppo economico, la sua forza tecnologica e le capacità di difesa nazionale, sono un freno efficace contro le attività separatiste e l’interferenza delle forze esterne. Man mano che sempre più connazionali di Taiwan, in particolare giovani, proseguono gli studi, avviano attività commerciali, cercano lavoro o vanno a vivere sulla terraferma, gli scambi, l’interazione e l’integrazione attraverso lo Stretto si intensificano in tutti i settori, i legami economici e i legami personali tra le persone di entrambe le sponde si approfondiscono e le nostre identità culturali e nazionali comuni si rafforzano, portando le relazioni verso la riunificazione.

Il Pcc ha unito il popolo cinese e lo ha guidato nell’intraprendere il nuovo viaggio per costruire la Cina in un moderno Paese socialista a tutti gli effetti. Seguendo la via del socialismo con caratteristiche cinesi, la terraferma ha migliorato il proprio governo e mantenuto una crescita economica a lungo termine; gode di una solida base materiale, di una ricchezza di risorse umane, di un mercato enorme, di una forte resilienza nello sviluppo e di stabilità sociale. Ha quindi molti punti di forza e condizioni favorevoli per un ulteriore sviluppo, che sono diventati la forza trainante della riunificazione.

Basando i suoi sforzi nella nuova fase di sviluppo, la terraferma si impegna ad applicare la nuova filosofia di sviluppo, creando una nuova dinamica economica e promuovendo uno sviluppo di alta qualità. Di conseguenza, la forza complessiva e l’influenza internazionale della terraferma continueranno ad aumentare e la sua influenza e il suo fascino sulla società taiwanese continueranno a crescere. Avremo una base più solida per risolvere la questione di Taiwan e una maggiore capacità di farlo. Ciò darà un notevole impulso alla riunificazione nazionale.

3. Qualsiasi tentativo delle forze separatiste di impedire la riunificazione è destinato a fallire

Taiwan è stata parte integrante del territorio cinese sin dai tempi antichi. Le mosse per separare Taiwan dalla Cina rappresentano un grave crimine di secessione e minano gli interessi comuni dei connazionali su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan e gli interessi fondamentali della nazione cinese. Non porteranno da nessuna parte.

Le autorità del Pdp hanno adottato una posizione separatista e hanno collaborato con forze esterne in successive azioni provocatorie volte a dividere il Paese. Si rifiutano di riconoscere il principio di “una sola Cina” e distorcono e negano il Consenso del 1992. Affermano che Taiwan e la terraferma non dovrebbero essere subordinate l’una all’altra e proclamano una nuova teoria dei “due Stati”. Sull’isola, premono costantemente per la “desinizzazione” e promuovono “l’indipendenza incrementale”. Incitano i separatisti radicali dentro e fuori il Pdp a fare pressioni per emendamenti alla loro “costituzione” e alle loro “leggi”. Ingannano il popolo di Taiwan, incitano all’ostilità contro la terraferma e ostacolano e minano gli scambi, la cooperazione e lo sviluppo integrato. Hanno costantemente irrobustito le loro forze militari con l’intenzione di perseguire “l’indipendenza” e impedire la riunificazione con la forza. Si uniscono alle forze esterne nel tentativo di lanciare i semi di “due Cine” o “una Cina, una Taiwan”. Le azioni delle autorità del Pdp hanno portato a tensioni nelle relazioni attraverso lo Stretto, mettendo in pericolo la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan, minando le prospettive e restringendo lo spazio per la riunificazione pacifica. Questi sono ostacoli che devono essere rimossi per portare avanti il ​​processo di riunificazione pacifica.

Taiwan appartiene a tutto il popolo cinese, compresi i 23 milioni di connazionali taiwanesi. Il popolo cinese è fermo nella sua determinazione e ha deciso un profondo impegno nel salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e gli interessi fondamentali della nazione cinese, e questa determinazione e questo impegno vanificheranno qualsiasi tentativo di dividere il Paese. Quando Taiwan fu invasa da una potenza straniera, più di 100 anni fa, la Cina era un Paese povero e debole. Più di 70 anni fa, la Cina sconfisse gli invasori e riprese Taiwan. Oggi, la Cina è diventata la seconda economia del mondo. Con una crescita significativa della sua forza politica, economica, culturale, tecnologica e militare, non c’è alcuna probabilità che la Cina permetta nuovamente la separazione di Taiwan. I tentativi di rifiutare la riunificazione e di dividere il Paese sono destinati a fallire, perché naufragheranno contro la storia e la cultura della nazione cinese, nonché contro la determinazione e l’impegno di oltre 1,4 miliardi di cinesi.

4. Le forze esterne che ostacolano la completa riunificazione della Cina saranno sicuramente sconfitte

L’interferenza esterna è un ostacolo importante alla riunificazione della Cina. Ancora perse nelle manie di egemonia e intrappolate in una mentalità da Guerra Fredda, alcune forze negli Stati Uniti insistono nel percepire e ritrarre la Cina come un importante avversario strategico e una seria minaccia a lungo termine. Fanno del loro meglio per minare e mettere sotto pressione la Cina, sfruttando Taiwan come uno strumento conveniente. Le autorità statunitensi hanno dichiarato di rimanere impegnate nella politica di “una sola Cina” e di non sostenere “l’indipendenza di Taiwan”. Ma le loro azioni contraddicono le loro parole. Stanno oscurando il principio di “una sola Cina” nell’incertezza e compromettendone l’integrità. Stanno escogitando scambi “ufficiali” con Taiwan, aumentando le vendite di armi e si rendono complice della provocazione militare. Per aiutare Taiwan a espandere il suo “spazio internazionale”, stanno inducendo altri Paesi a interferire negli affari di Taiwan e inventando progetti di legge relativi a Taiwan che violano la sovranità della Cina. Stanno creando confusione su ciò che è bianco e nero, giusto e sbagliato. Da un lato, incitano le forze separatiste a creare tensione e disordini nelle relazioni attraverso lo Stretto. D’altra parte, accusano la terraferma di coercizione, facendo pressione su Taiwan e cambiando unilateralmente lo status quo, al fine di incoraggiare queste forze e creare ostacoli alla riunificazione pacifica della Cina.

Gli importanti principi del rispetto della sovranità statale e dell’integrità territoriale sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite sono le pietre miliari del diritto internazionale moderno e delle norme fondamentali delle relazioni internazionali. È sacro diritto di ogni Stato sovrano salvaguardare l’unità nazionale e l’integrità territoriale. Va da sé che il governo cinese ha il diritto di prendere tutte le misure necessarie per dirimere la questione taiwanese e ottenere la riunificazione nazionale, senza ingerenze esterne.

Dietro le cortine fumogene di “libertà, democrazia e diritti umani” e “sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole”, alcune forze anticinesi degli Stati Uniti distorcono deliberatamente la natura della questione di Taiwan – che è puramente una questione interna alla Cina – e cercano di negare la legittimità e la giustificazione del governo cinese nel salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Questo rivela chiaramente la loro intenzione di usare Taiwan per colpire la Cina e ostacolare la riunificazione della Cina, che dovrebbe essere completamente smascherata e condannata.

Queste forze esterne stanno usando Taiwan come una pedina per minare lo sviluppo e il progresso della Cina e ostacolare lo sviluppo ed il cambiamento positivo della nazione cinese. Lo stanno facendo a scapito degli interessi, del benessere e del futuro del popolo di Taiwan piuttosto che a suo vantaggio. Hanno incoraggiato e istigato azioni provocatorie da parte delle forze separatiste; hanno intensificato la tensione e il confronto attraverso lo Stretto e hanno minato la pace e la stabilità nella regione dell’Asia-Pacifico. Ciò è in contrasto con le tendenze globali alla base della pace, dello sviluppo e della cooperazione vantaggiosa per tutti e va contro i desideri della comunità internazionale e l’aspirazione di tutti i popoli alla pace.

Poco dopo la fondazione della Rpc, anche se il Paese stesso doveva essere ricostruito sulle rovine di decenni di guerra, la Cina e il suo popolo ottennero una clamorosa vittoria nella Guerra per resistere all’aggressione degli Stati Uniti e aiutare la Corea (1950-1953). Abbiamo sconfitto un nemico potente e ben armato con razionalità e tenacia. In tal modo, abbiamo salvaguardato la sicurezza della neonata Repubblica Popolare, ristabilito lo status della Cina come uno dei principali Paesi del mondo e dimostrato il nostro spirito eroico, la nostra mancanza di paura e la nostra volontà di opporci agli abusi dei potenti.

La Cina è fermamente impegnata per uno sviluppo pacifico. Allo stesso tempo, non cederà a nessuna interferenza esterna, né tollererà alcuna violazione dei suoi interessi di sovranità, sicurezza e sviluppo. Fare affidamento su forze esterne non porterà a nulla per i separatisti taiwanesi e l’utilizzo di Taiwan per colpire la Cina è destinato a fallire.

Tranquillità, sviluppo e una vita dignitosa sono le aspettative dei nostri compatrioti di Taiwan e l’aspirazione comune di coloro che si trovano su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan. Sotto la guida determinata del Pcc, il popolo cinese e la nazione cinese sono rimasti in piedi, hanno ottenuto prosperità e sono cresciuti in forza. Una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti è stata costruita sulla terraferma, dove un tempo una grande popolazione viveva in condizioni di estrema povertà. Ora abbiamo condizioni migliori, più fiducia e maggiori capacità. Possiamo portare a termine la missione storica della riunificazione nazionale, affinché entrambe le sponde dello Stretto possano godere di una vita migliore. La ruota della storia procede verso la riunificazione nazionale e non sarà fermata da nessun individuo né da nessuna forza.

Articolo pubblicato su futurasocieta.com

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About Fosco Giannini

Fosco Giannini (Sant'Agata Feltria, 24 aprile 1952) è un politico e giornalista italiano, già Senatore della Repubblica Italiana tra il 2006 ed il 2008 per il Partito della Rifondazione Comunista.

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