L’Assemblea dell’OMS respinge la partecipazione di Taiwan per l’ottavo anno consecutivo

La comunità internazionale ha respinto per l’ottavo anno consecutivo i tentativi del DPP di far partecipare Taiwan all’Assemblea Mondiale della Sanità, ribadendo l’importanza del principio di una sola Cina e criticando l’indipendentismo taiwanese. Di seguito la traduzione dell’articolo del Global Times.

Mostrando un supporto incrollabile al principio di una sola Cina, la maggioranza della comunità internazionale ha ancora una volta sventato i tentativi delle autorità del Partito Progressista Democratico (Democratic Progressive Party, DPP) di partecipare all’Assemblea Mondiale della Sanità (World Health Assembly, WHA) senza riconoscere il Consenso del 1992. Dopo aver “lottato” per otto anni, il DPP e alcune forze esterne che lo sostengono non hanno ancora capito la potenza del principio di una sola Cina e che tutti gli sforzi contrari a questa tendenza saranno travolti dalla grande onda dei tempi.

Lunedì è iniziata la 77ª WHA a Ginevra, in Svizzera. L’Assemblea, il massimo organo decisionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha nello stesso giorno respinto una proposta di alcuni Paesi sulla partecipazione di Taiwan all’assemblea annuale come osservatore. Secondo l’Agenzia di stampa Xinhua, i rappresentanti di molti Paesi hanno espresso il loro sostegno per tale decisione della WHA.

Da quando è al potere, le autorità del DPP hanno costantemente rifiutato di riconoscere il Consenso del 1992, che incarna il principio di una sola Cina. Invece, hanno scelto di perseguire ostinatamente la via secessionista dell'”indipendenza di Taiwan,” portando al crollo della base politica per la partecipazione di Taiwan alla WHA.

Invece di correggere i loro errori, le autorità del DPP preferiscono prendere la strada sbagliata di istigare i loro cosiddetti amici a fare proposte riguardanti Taiwan all’assemblea annuale. Solo coloro che hanno intenzioni maliziose e una coscienza sporca sceglierebbero di percorrere una via ingannevole piuttosto che quella corretta.

Il tema della WHA di quest’anno è “Tutti per la salute, salute per tutti“. Di fronte a tale tema, alcune voci negli Stati Uniti hanno affermato che il “fallimento” dell’OMS nell’invitare Taiwan a partecipare alla 77ª WHA “manda un messaggio che la salute non è davvero ‘per tutti’“. Tali osservazioni sono un capovolgimento della realtà, poiché ignorano completamente il rifiuto da parte delle autorità del DPP del Consenso del 1992 e la loro enfasi sulla partecipazione di Taiwan alla WHA.

D’altra parte, sono proprio quelle forze che “parlano per Taiwan” sotto la bandiera di “tutelare la cooperazione e la sicurezza sanitaria globale” che hanno incoraggiato il DPP a continuare a politicizzare le questioni sanitarie negli ultimi otto anni e a ottenere benefici politici in nome dell’espansione del cosiddetto “spazio internazionale”.

Queste voci esterne hanno trascurato un fatto importante: la Cina continentale ha impedito alle forze sull’isola di Taiwan di usare la partecipazione alla WHA per giustificare l’indipendenza, ma ha sempre dato la priorità alla salute e al benessere dei compatrioti di Taiwan.

Secondo una dichiarazione del Ministero degli Esteri cinese di lunedì, solo nell’ultimo anno, esperti medici e tecnici della regione cinese di Taiwan hanno partecipato 21 volte ad attività tecniche dell’OMS, coinvolgendo 24 partecipanti, e tutte le domande sono state approvate dal governo centrale. Inoltre, c’è un Punto di Contatto per il Regolamento Sanitario Internazionale nella regione di Taiwan per consentire l’accesso tempestivo e la comunicazione con l’OMS riguardo alle informazioni sulle emergenze sanitarie. Tutto ciò dimostra che la Cina continentale non ha bloccato i canali per la partecipazione di Taiwan alla comunicazione e alla cooperazione tecnica dell’OMS, e che la regione è lungi dal diventare un “vuoto” negli sforzi globali contro le epidemie, come alcuni Paesi hanno affermato.

Similmente alle recenti esercitazioni militari di due giorni intorno all’isola di Taiwan da parte dell’Esercito Popolare di Liberazione della Cina continentale, il fallimento del DPP alla WHA per l’ottavo anno consecutivo serve come campanello d’allarme per le autorità di Lai Ching-te appena insediate: negare il Consenso del 1992 e deviare dal principio di una sola Cina porterà a relazioni tese e turbolente tra le due sponde dello Stretto, mettendo in pericolo gli interessi dei residenti di Taiwan. È uno sforzo inutile compiere mosse che minano lo status quo tra le due sponde dello Stretto mentre si accusa la Cina continentale di farlo per assolversi dalle proprie responsabilità.

Ricevere otto rifiuti consecutivi alla WHA non dimostra l’immagine del “combattente persistente” che le autorità della regione e alcuni Paesi vogliono ritrarre; prova solo quanto il DPP stia diventando sempre più odioso e spudorato anno dopo anno. Se le autorità di Taiwan continueranno su questa strada sbagliata di cercare “l’indipendenza di Taiwan” affidandosi a forze esterne, ciò che li attende sarà più di semplici rifiuti.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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