L’Austria si tinge di rosso: tre anni di successi per il Partito Comunista

Il Partito Comunista d’Austria ha ottenuto successi significativi dalle elezioni locali tra il 2021 e il 2024, con l’importante vittoria di Graz e gli ottimi risultati nel Salisburghese, indicando un crescente sostegno che ora potrebbe riflettersi anche a livello federale.

Fondato nel 1918, il Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ) è oggi il più antico dei partiti attualmente esistenti nel Paese. Dopo aver ottenuto risultati significativi nel secondo dopoguerra, diventando una presenza fissa in parlamento tra il 1945 ed il 1959, il KPÖ ha a lungo recitato un ruolo marginale nella politica austriaca, almeno fino agli ultimi anni, quando ha dimostrato una presenza significativa e crescente nel panorama politico nazionale, facendo registrare risultati importanti soprattutto negli ultimi tre anni. Dall’importante vittoria a Graz nel 2021 all’inaspettato successo nel Salisburghese nel 2023, il KPÖ ha guadagnato terreno e attirato l’attenzione nazionale, fino alle recenti elezioni nella città di Salisburgo.

La vittoria del Partito Comunista a Graz nel 2021, che ha sorpreso non pochi analisti, è stata un punto di svolta significativo. Seconda città austriaca più popolata dopo la capitale Vienna, Graz era diventata negli ultimi anni una roccaforte del Partito Popolare Austriaco (Österreichische Volkspartei, ÖVP), ma il successo del KPÖ ha interrotto la serie di successi della formazione di centro-destra. In quell’occasione, infatti, la comunista Elke Kahr è stata eletta sindaco, diventando così la prima donna a ricoprire questa carica nella storia della città. Con il 28,84% delle preferenze, il KPÖ ha superato proprio i popolari, che avevano governato la città per oltre due decenni. Questa vittoria ha dimostrato il crescente sostegno per il comunismo nel Land della Stiria, e ha posto il KPÖ al centro dell’attenzione politica regionale e nazionale.

Dopo il clamoroso risultato di Graz, il successo del KPÖ si è esteso anche al Salisburghese nel 2023. In quest’area storicamente dominata ancora dal Partito Popolare Austriaco, il KPÖ ha ottenuto il 11,7% delle preferenze, raggiungendo così un risultato senza precedenti nella sua lunga storia. Anche se il KPÖ non ha vinto le recenti elezioni per il sindaco del capoluogo Salisburgo, il suo forte risultato dello scorso anno ha dimostrato il crescente sostegno per il comunismo anche al di fuori della Stiria.

Arriviamo dunque alla cronaca più recente, con le elezioni per il nuovo sindaco del capoluogo Salisburgo, per l’appunto. L’elettorato di questa importante città ha bocciato le politiche dei popolari, portando al ballottaggio il candidato comunista Kay-Michael Dankl ed il rappresentante del Partito Socialdemocratico d’Austria (Sozialdemokratische Partei Österreichs, SPÖ), Bernhard Auinger. Alla fine, Auinger ha avuto la meglio nel turno decisivo, ma il risultato ottenuto da Dankl e dal KPÖ confermano il trend di forte crescita negli ultimi anni, con il candidato comunista che ha ottenuto l’assessorato alla casa. A decidere il confronto in favore del candidato socialdemocratico sono stati soprattutto i voti degli elettori di destra, che si sono recati alle urne con l’unico obiettivo di evitare la vittoria del Partito Comunista.

I risultati ottenuti dai comunisti austriaci assumono un ulteriore valore se si considera che il KPÖ ha anche dovuto affrontare critiche e scetticismo da parte degli altri partiti politici e dei media mainstream, che naturalmente non si sono scappati l’occasione per attaccare il Partito Comunista al fine di limitare la sua crescita elettorale. Tuttavia, la sua costante difesa dei diritti dei lavoratori, la lotta contro la disuguaglianza sociale e la promozione di politiche abitative accessibili continuano a guadagnare sostegno tra gli elettori, che negli ultimi anni hanno dimostrato di apprezzare sempre più le proposte dei comunisti.

In vista delle elezioni legislative federali e delle elezioni europee del 2024, il KPÖ si trova dunque in una posizione favorevole, con la possibilità di affermarsi come importante forza politica anche a livello nazionale, e di tornare ad avere una rappresentanza in parlamento che manca dal 1959. Mentre il suo successo nelle elezioni locali mostra un crescente sostegno popolare, il partito deve ora dimostrare la sua capacità di tradurre questo sostegno in una rappresentanza significativa a livello nazionale. Con una politica economica sempre più favorevole alla sinistra radicale in molte parti d’Europa, il KPÖ potrebbe trovare nuove opportunità per ampliare la sua base elettoralmente e raggiungere il suo obiettivo di ottenere seggi nel parlamento federale di Vienna e in quello europeo di Bruxelles.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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