L’attualità di Stalin secondo il Partito Comunista della Federazione Russa

Il 21 dicembre si celebra il compleanno di Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio noto come Stalin, secondo la tradizionale data prevista in Unione Sovietica.

La data di nascita di Stalin ha creato grandi discussioni tra gli storici. Secondo le testimonianze scritte provenienti dagli archivi ecclesiastici e scolastici dell’epoca zarista, Iosif Vissarionovič Džugašvili sarebbe nato il 6 dicembre 1878, data equivalente al 18 dicembre del calendario attualmente in uso. Successivamente all’ascesa al potere, però, le celebrazioni ufficiali in onore del “meraviglioso georgiano” si tennero sempre il 21 dicembre, e la data della sua nascita venne considerata il 21 dicembre 1879.

Per il Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF), la data del 21 dicembre è stata l’occasione per ricordare colui che nel 2008 fu votato dai russi come una delle tre più grandi personalità nella storia del Paese. Il KPRF ha ricordato Stalin con un articolo a firma di Ivan Nikitčuk, presidente del Comitato degli Scienziati Russi di Orientamento Socialista, dal titolo “Stalin è ancora rilevante oggi”, volto a sottolineare l’attualità della figura del grande leader sovietico.

Nonostante sia morto da quasi settant’anni, lo combattono ancora i suoi nemici di classe, tutti coloro che professano l’onnipotenza della proprietà privata, del capitale, dello sfruttamento e dell’esclusione del popolo dal potere”, esordisce il testo. In effetti, l’attualità di Stalin è dimostrabile non tanto attraverso quanto dicono di lui i suoi ammiratori, ma piuttosto per mezzo dell’avversione che esprimono i suoi detrattori, che evidentemente considerano lo stesso Stalin, l’esperienza storica sovietica e il marxismo-leninismo tout court come ancora pericolosi per l’ordine costituito.

Nonostante l’opera denigratoria alla quale la figura di Stalin è stata sottoposta sin dal 1956, anno del famoso XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e del cosiddetto “rapporto segreto” letto da Nikita Chruščëv, l’opinione pubblica – soprattutto russa – ha rivalutato l’immagine del leader sovietico, ed ogni anno i sondaggi sembrano mostrare un parere sempre più positivo dell’operato di Iosif Vissarionovič. Nell’aprile del 2019, ad esempio, un sondaggio del Levada Center ha rivelato che il 70% dei russi ha un’opinione positiva di Stalin, mentre solo il 19% ne ha un’opinione strettamente negativa. nel giugno di quest’anno, lo stesso istituto ha proposto un diverso sondaggio nel quale i partecipanti dovevano nominare il personaggio più importante nella storia russa: Stalin si è classificato al primo posto con il 39%, seguito da Vladimir Lenin con il 30%. I due leader sovietici hanno preceduto personalità del calibro dello scrittore Aleksandr Puškin e dello zar Pietro il Grande.

Come ricorda Nikitčuk nel suo articolo, Stalin aveva previsto l’opera denigratoria che avrebbe subito dopo la sua morte: “Molte azioni del nostro partito e del nostro popolo saranno distorte e denigrate, prima di tutto all’estero, e anche nel nostro Paese. […] E anche il mio nome sarà calunniato, infangato. Mi saranno attribuite molte atrocità. Dopo la morte, sulla mia tomba verranno gettati molti rifiuti. Ma il vento della storia li disperderà”.

Nikitčuk prosegue affermando che Stalin aveva pienamente ragione in queste sue considerazioni: “È successo tutto come aveva predetto. Il Paese è stato distrutto non solo da forze esterne, ma anche dall’interno, recidendo i legami fraterni e scatenando sanguinosi scontri interetnici. Il Paese è diventato una fonte di materie prime a basso costo per i paesi occidentali, il popolo russo è stato derubato, privato di molti vantaggi e diritti sociali. L’ingiustizia sociale nella società russa di oggi è diventata flagrante”. Proprio la degradazione dei diritti sociali di cui godeva il popolo russo in epoca sovietica ha portato oggi molti cittadini a guardare con nostalgia ad un passato nel quale i diritti basilari e la giustizia sociale erano garantiti: “Non importa quanto siano sofisticati i propagandisti borghesi, la maggioranza assoluta dei cittadini russi, come dimostrano i risultati di numerosi sondaggi, è convinta che il principale difetto nell’attuale ordine di vita e la sua malattia incurabile sia la mancanza di giustizia sociale”.

L’immagine di Stalin, come l’immagine di Lenin, ogni giorno che passa diventa sempre più la speranza dei lavoratori per una cura della Russia dalle ulcere capitaliste”, prosegue Nikitčuk. “Nella coscienza popolare, ha acquisito il significato di un vero contrappeso agli attuali politici borghesi, che hanno inondato gli uffici di comando e la scena politica della Russia”.

Oltre a questo significato simbolico, non va neppure dimenticato il contributo di Stalin allo sviluppo del marxismo-leninismo: “Il contributo di Stalin alle questioni teoriche della collettivizzazione è stato estremamente importante, il cui significato era nella conclusione che il percorso verso il socialismo era possibile solo attraverso fattorie collettive basate sulla tecnologia su larga scala”, ricorda l’articolo disponibile sul sito del KPRF. Ancora, Stalin ha contribuito allo sviluppo teorico sulla questione nazionale, sull’industrializzazione e sulla scienza militare, tra gli altri ambiti.

Il pensiero di Stalin e la sua eredità scientifica rimangono rilevanti ancora oggi. La maggior parte di essi è utile da considerare, studiare e utilizzare come raccomandazioni, la cui attuazione può migliorare significativamente l’attività e l’autorità dei comunisti, del Partito Comunista della Federazione Russa e dei partiti comunisti di tutto il pianeta”, conclude.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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