Il Partito Laburista ha nuovamente vinto le elezioni legislative maltesi, permettendo a Robert Abela di mantenere la carica di primo ministro dell’arcipelago.

Al governo dal 2013, il Partito Laburista (Partit Laburista in maltese, Labour Party in inglese) ha nuovamente ottenuto un’importante vittoria alle elezioni legislative che si sono svolte a Malta lo scorso 26 marzo. Un risultato di grande rilievo soprattutto perché conferma il fatto che il partito di centro-sinistra sia uscito indenne dagli scandali che hanno coinvolto l’allora leader Joseph Muscat, capo dell’esecutivo tra il 2013 ed il 2020, e la sua squadra di governo.
Andando con ordine, Muscat ottenne la carica di primo ministro nel marzo del 2013, venendo poi confermato nel 2017 con il 55% del consenso popolare, permettendo ai laburisti di conquistare la maggioranza assoluta del parlamento di La Valletta. Tuttavia, pochi mesi dopo le elezioni, il 16 ottobre 2017, un’autobomba uccise Daphne Caruana Galizia, giornalista che stava indagando sui Panama Papers e sul coinvolgimento del primo ministro Muscat e di altri membri del suo governo.
In seguito alla sua morte, la famiglia attribuì la responsabilità politica dell’attentato al governo di Joseph Muscat. Questo avvenimento portò ad una serie di manifestazioni di protesta e ad una pressione mediatica e politica tale che il primo ministro non ebbe altra scelta se non quella di rassegnare le proprie dimissioni alla fine del 2019. Il 12 gennaio 2020, Muscat venne ufficialmente sostituito alla guida del governo e del Partito Laburista da Robert Abela, anche se secondo Muscat resterebbe il capo effettivo della formazione politica. Nell’ottobre del 2020, Muscat si dimise anche dal suo ruolo di deputato, perdendo ogni carica ufficiale.
Di fatto, disponendo della maggioranza assoluta dei seggi, il Partito Laburista non ha fatto altro che cambiare la leadership del governo e proseguire il proprio percorso fino alla fine della legislatura. Questo ha portato alle elezioni del 26 marzo, il primo banco di prova per Robert Abela dopo oltre due anni di governo. Nonostante tutto, come anticipato, il primo ministro se l’è cavata egregiamente, portando il Partito Laburista al 55,11% delle preferenze, confermando praticamente il risultato del 2017.
Per quanto riguarda la distribuzione dei seggi dell’emiciclo di La Valletta, i laburisti vedono la propria rappresentanza incrementata da 37 a 38 parlamentari, mentre l’unica altra forza politica presente sarà il Partito Nazionalista (Partit Nazzjonalista in maltese, Nationalist Party in inglese) di Bernard Grech, che occuperà i restanti 29 scranni svolgendo il ruolo di opposizione. Esce invece dal parlamento la coalizione progressista AD+PD, formata da Alternativa Democratica (Alternattiva Demokratika, Democratic Alternative) e Partito Democratico (Partit Demokratiku, Democratic Party), che nella precedente legislatura avevano potuto schierare due deputati.
Il 28 marzo, Robert Abela ha ufficialmente prestato giuramento per il suo nuovo mandato di primo ministro, il primo ottenuto con il voto popolare. Il giuramento è stato amministrato dal presidente della repubblica George Vella alla presenza dei ministri uscenti, dei funzionari del Partito Laburista e della famiglia del primo ministro.
Il 30 marzo, Abela ha nominato i suoi ministri. Particolare attenzione ha destato la nomina di Ian Borg come ministro degli Esteri. Il precedente capo della diplomazia maltese, Evarist Bartolo, non ha infatti ottenuto la rielezione al parlamento, rendendolo ineleggibile per le cariche ministeriali. Di conseguenza, Abela ha spostato Borg dal precedente incarico di ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture a quello ben più prestigioso di ministro degli Esteri.
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