A Cuba le elezioni del popolo

Il 26 marzo si svolgono a Cuba le elezioni per il rinnovamento dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare. Il momento culminante di un lungo processo democratico con il popolo protagonista.

Il 26 marzo sono previste a Cuba le elezioni legislative per il rinnovamento del parlamento unicamerale de L’Avana, l’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, il cui numero di seggi è stato per la prima volta ridotto da 605 a 474, secondo quanto previsto dalla nuova Costituzione. Mentre la propaganda imperialista infanga senza sosta il processo elettorale dell’isola, Cuba dà ancora una volta prova della grande maturità politica del suo popolo, vero protagonista di queste elezioni.

Come abbiamo avuto modo di dimostrare in altri articoli, il processo elettorale cubano è uno dei più complessi e democratici dell’intero pianeta, visto che il popolo viene chiamato numerose volte ad esprimere il proprio parere, sin dalla scelta dei candidati, che non sono decisi – al contrario di quanto si potrebbe credere ascoltando i mass media occidentali – dai vertici del Partito Comunista di Cuba. Anche i giovanissimi sono chiamati alle proprie responsabilità politiche, infatti Cuba è uno dei pochi Paesi al mondo dove il diritto di voto si acquisisce al compimento del sedicesimo anno di età.

Al contrario delle sedicenti democrazie occidentali, dove i parlamentari sono visti come distanti dalla vita del popolo, i deputati cubani sono continuamente a contatto con la popolazione, della quale devono rappresentare le istanze nelle istituzioni. Fino agli ultimi giorni precedenti la scadenza elettorale, i candidati, che in gran parte sono lavoratori comuni scelti dai propri colleghi e concittadini, sono andati nelle vie e nelle piazze del Paese per discutere con le persone, e tra loro c’era anche il presidente Miguel Díaz-Canel (foto).

Leovanis Ávila Góngora, membro del segretariato nazionale della Central de Trabajadores de Cuba (CTC), la federazione sindacale dell’isola, ha spiegato il peculiare rapporto che intercorre tra candidati ed elettori cubani rispetto alla maggioranza dei Paesi del mondo: “I nostri candidati non rappresentano un’élite, né settori privilegiati. Sono uomini umili. L’unico Paese al mondo in cui un contadino può diventare deputato venendo eletto dal suo popolo, è Cuba, perché in un altro Paese dovrebbe avere ricchezza, influenza o rispondere a un’élite”.

Cuba è anche uno dei Paesi al mondo con la più alta rappresentanza femminile nella vita politica. Se consideriamo la composizione del parlamento uscente, il 55% dei deputati sono donne, dato attualmente superato solamente dallo Stato africano del Ruanda. Inoltre, più del 20% dei deputati cubani sono giovani al di sotto dei 35 anni, e il 45,9% di essi rappresenta la popolazione nera o di etnia mista.

Tornando al processo democratico che porta alla selezione dei candidati, Ávila Góngora ha sottolineato che “questo processo di interazione diretta dei rappresentanti nell’Assemblea Nazionale con i contadini, la comunità, i lavoratori autonomi, i collettivi di lavoro ci sembra essenziale. Parlando sempre con trasparenza, senza formalità, ascoltando le insoddisfazioni, i problemi e le aspettative del popolo su come quel deputato – quando sarà eletto – lo rappresenterà, e su come si vedrà rappresentato”.

Yamila Sarduy Martínez, membro dell’ufficio nazionale dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori (Asociación Nacional de Agricultores Pequeños, ANAP), ha sottolineato l’importanza di avere dei rappresentanti del mondo contadino in parlamento, che possano mantenere un dialogo continuo con i propri colleghi: “Questi contadini sono stati scelti dai loro stessi colleghi, dagli associati, per i loro meriti e risultati globali, perché non solo producono cibo, ma lavorano anche insieme a tutte le autorità nelle comunità e stanno facendo esperienza nel dialogare con la popolazione”, ha commentato, secondo quanto riportato dal portale Cuba Debate. Alle elezioni di domenica, saranno diciassette i contadini dell’ANAP candidati ad un seggio parlamentare.

Come anticipato, anche il presidente Miguel Díaz-Canel ha partecipato agli incontri con la popolazione, in particolare all’incontro che i candidati hanno tenuto a Santa Clara, città nativa del capo di Stato. L’immagine di Díaz-Canel a Santa Clara è emblematica del rapporto tra governo e popolazione: in maniche di camicia, senza vessilli presidenziali, il capo di Stato era innanzi tutto pronto ad ascoltare, anziché pronunciare pomposi discorsi. Preso atto delle testimonianze dei cittadini, il presidente ha evidenziato che questo tipo di scambio dovrà essere proseguito sistematicamente da tutti i deputati della nuova Assemblea Nazionale, che, oltre ad avere un intenso lavoro legislativo, avrà la sfida di promuovere la strategia per lo sviluppo economico e sociale per il benessere del popolo.

Anche di fronte alle mille difficoltà, Cuba continua orgogliosa il suo peculiare cammino di democrazia socialista. Nel corso del mandato presidenziale di Donald Trump, gli Stati Uniti hanno approvato 243 misure contro l’isola, in gran parte rimaste invariate dopo l’elezione di Joe Biden. Secondo gli analisti, il blocco economico, commerciale e finanziario imposto illegalmente contro Cuba, noto come embargo o bloqueo, è oggi ai suoi massimi dalla fine della guerra fredda, eppure questo non impedisce ai cubani di godere di un sistema politico stabile e profondamente democratico come pochi al mondo.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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