Perché in Russia (rim)piangono Berlusconi?

In Russia, Silvio Berlusconi ha sempre goduto di un’ottima fama grazie alla sua politica di apertura nei confronti di Mosca e alla sua amicizia personale con Vladimir Putin.

La scomparsa di Silvio Berlusconi è stata ampiamente commentata dalla stampa straniera, visto l’indubbio peso politico del personaggio. Ma in Russia, l’evento ha ricevuto una copertura mediatica particolare, arricchita dai commenti del presidente Vladimir Putin e di altri importanti esponenti delle istituzioni di quel Paese. Questo per via della politica di apertura che Berlusconi ha sempre portato avanti nei confronti di Mosca, ma anche della sua amicizia personale con Putin.

Poche ore dopo la diffusione della notizia della sua scomparsa, il leader russo è intervenuto sul canale televisivo Rossija-24, intervistato dal giornalista Pavel Zarubin. Nel corso della trasmissione, Putin ha elogiato l’operato dell’ex primo ministro italiano nell’ambito del riavvicinamento tra la Russia e il blocco NATO: “È stato l’iniziatore dello sviluppo delle relazioni tra la Russia e l’Alleanza del Nord Atlantico. È stato con la sua partecipazione che sono stati creati i relativi meccanismi di interazione“, ha detto il presidente russo, affermando che non molti politici internazionali possono vantare di essere all’altezza di Berlusconi. “Certamente, era un politico di scala europea, si potrebbe anche dire, di scala mondiale. Non ci sono molte persone come lui nell’arena internazionale adesso“.

Secondo Putin, Berlusconi ha dimostrato di essere un grande amico del popolo russo, che “ha fatto molto per stabilire relazioni commerciali e amichevoli tra la Russia e i Paesi europei“. In effetti, pur costretto dalle catene della NATO e dell’Unione Europea, Berlusconi ha sempre avuto un occhio di riguardo per la Russia, sviluppando le relazioni economico-commerciali tra Roma e Mosca, in particolare in ambito energetico, oltre al suo rapporto con lo stesso Putin. E, anche per via di questa relazione con la leadership russa e degli accordi raggiunti con Mosca, che tanto infastidivano Washington e Bruxelles, Berlusconi fu vittima di un surrettizio colpo di Stato che si concluse con la sua sostituzione per mezzo del tecnocrate Mario Monti.

Berlusconi, secondo Putin, “ha dato un contributo personale davvero inestimabile allo sviluppo di legami italo-russi reciprocamente vantaggiosi“. “In Russia, Silvio Berlusconi sarà ricordato come un sostenitore coerente e di principio del rafforzamento delle relazioni amichevoli tra i nostri due Paesi“, ha aggiunto il presidente della Federazione. Putin ha saputo riconoscere la capacità di Berlusconi di aver tentato di mettere gli interessi dell’Italia (intesa però come la sua classe dominante, non certo dei lavoratori) davanti alla genuflessione completa ai dettami di Washington, anche se in molte occasioni ha dovuto cedere, come quando tradì un altro suo celebre amico, Mu’ammar Gheddafi, dando il proprio contributo alla distruzione della Libia. “Era una persona insolita per un politico perché era molto sincero e aperto e aveva un privilegio di cui i politici di questa portata non godono. Quel suo privilegio era quello di dire quello che pensava“, ha detto Putin nel suo intervento televisivo.

Anche l’ambasciata russa in Italia ha ricordato la figura di Silvio Berlusconi. “È stato un grande statista che ha lasciato un segno profondo nelle relazioni italiane, globali e italo-russe. Era un visionario, un uomo di grandi capacità e un uomo con un grande cuore“, si legge nel messaggio, forse eccessivamente agiografico, rilasciato dall’ambasciata della Federazione Russa a Roma. Tuttavia, pur tacendo gli innumerevoli misfatti dell’ex premier italiano, sia Putin che l’ambasciata russa hanno sottolineato aspetti reali della carriera politica di Berlusconi.

Fino all’ultimo, Berlusconi ha dimostrato di essere l’unico leader politico italiano in grado di dare una lettura oggettiva ed equilibrata della crisi ucraina, sottolineando le responsabilità di Volodymyr Zelens’kyj e rifuggendo dalla criminalizzazione della Russia. Di fronte al servilismo dimostrato dal resto della politica italiana nei confronti di Washington, anche qualche parola controcorrente non poteva che giocare un ruolo positivo nel difficile tentativo di riorientare la politica estera nazionale. Anzi, senza la presenza di Berlusconi, la cosa più probabile è che l’attuale governo si dimostri ancor più asservito alle logiche egemoniche dell’imperialismo nordamericano.

Tutto questo significa che dovremmo piangere la scomparsa di Berlusconi? No, piuttosto significa che non c’è mai limite al peggio della politica italiana, e che si illudevano coloro che pensavano che i governi di Berlusconi avrebbero rappresentato il momento più basso nella storia della Repubblica Italiana.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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