Il contenuto del partenariato strategico globale tra Vietnam e Stati Uniti

In cosa consiste realmente il partenariato strategico globale stabilito tra Vietnam e Stati Uniti? Per saperlo occorre analizzare il comunicato congiunto rilasciato al termine della visita di Joe Biden.

In questo articolo, torniamo ancora una volta sulla visita effettuata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Vietnam il 10 e 11 settembre, in occasione della quale i due Paesi hanno stipulato un partenariato strategico globale che innalza le relazioni bilaterali ad un nuovo livello. Nel nostro precedente articolo, avevamo sottolineato come il Vietnam continui a perseguire una politica estera coerente di equilibrio tra le grandi potenze, essendo uno dei pochi Paesi al mondo a potersi permettere di intrattenere relazioni positive con Washington senza tuttavia intaccare quelle con Mosca e Pechino.

Nonostante il segretario generale del Partito Comunista del Vietnam, Nguyễn Phú Trọng, abbia ribadito a più riprese il rifiuto, da parte di Hà Nội, di entrare a far parte di alleanze militari, i media occidentali continuano a scalpitare nel voler descrivere il Vietnam come un nuovo alleato dell’imperialismo statunitense, il che rappresenterebbe un paradosso storico, essendo stato questo Paese una delle massime vittime delle politiche egemoniche di Washington. In realtà, il partenariato strategico globale stabilito tra le parti riguarda soprattutto gli aspetti economico-commerciali, sebbene esista, da parte degli Stati Uniti, l’indubbia volontà di usare il Vietnam con il fine di contenere la Cina.

Il comunicato congiunto rilasciato dalle parti al termine della visita di Biden risulta utile per illuminarci sul contenuto effettivo di questo partenariato strategico globale che, coerentemente con i principi della politica estera vietnamita, non include aspetti militari. Nel comunicato si legge infatti che “i due leader [Nguyễn Phú Trọng e Joe Biden, ndrhanno riaffermato l’importanza della cooperazione economica, commerciale e degli investimenti e della crescita economica inclusiva guidata dall’innovazione come basi fondamentali e fonti di slancio nelle relazioni bilaterali”, il che fa capire come lo sviluppo delle relazioni bilaterali punti soprattutto sull’aspetto economico-commerciale. “Entrambe le parti hanno applaudito i progressi compiuti finora e attendono con impazienza ulteriori progressi sostanziali nel prossimo futuro nell’ambito del Quadro economico per la prosperità indo-pacifica (IPEF), che porterà benefici concreti alle economie, ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese dei due Paesi e della regione”.

Secondo lo stesso documento, “gli Stati Uniti si sono impegnati a sostenere ulteriormente il Vietnam nel settore manifatturiero, nello sviluppo di infrastrutture fisiche e digitali di alta qualità, in una transizione energetica giusta, in un’agricoltura sostenibile e intelligente e in una partecipazione più ampia e sostenuta alle catene di approvvigionamento regionali e globali, con particolare attenzione alla regione vietnamita del delta del Mekong”. Si tratta dunque di rafforzare accordi precedentemente presi tra le due parti, simili a quelli che il Vietnam ha stipulato con altri Paesi al fine di completare la transizione energetica e promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Ricordiamo, infatti, che il Paese del sud-est asiatico punta a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

Oltre al settore economico-commerciale, le due parti hanno stretto accordi per la cooperazione negli ambiti della scienza e della tecnologia, in particolare nel settore dei semiconduttori, punto sul quale gli Stati Uniti cercano di spingere per ridurre la propria dipendenza dalla Cina: “Riconoscendo l’enorme potenziale del Vietnam come uno dei principali attori nel settore dei semiconduttori, i due leader si sono impegnati a sostenere il rapido sviluppo dell’ecosistema dei semiconduttori del Vietnam e a lavorare insieme energicamente per migliorare la posizione del Vietnam nella catena di fornitura globale dei semiconduttori”, secondo il comunicato congiunto. Tra gli altri settori nei quali i due Paesi puntano ad implementare una cooperazione maggiore, figurano poi l’istruzione, la ricerca e la sanità.

Come in altre occasioni, le due parti hanno affrontato anche la questione dell’eredità del conflitto armato provocato dall’imperialismo statunitense e conclusosi nel 1975. A tal proposito, “gli Stati Uniti e il Vietnam hanno affermato l’impegno a completare la bonifica della diossina presso l’aeroporto di Biên Hòa, ampliare gli sforzi di rimozione degli ordigni inesplosi, ampliare il sostegno alle persone con disabilità, indipendentemente dalla causa, assistere nello sviluppo di capacità per il Centro nazionale di azione antimine del Vietnam [..] e al mantenimento del sostegno al Vietnam nella contabilizzazione dei soldati vietnamiti dispersi e caduti in guerra, compreso il sostegno ulteriore alla sua capacità di analisi del DNA”.

Sebbene il documento preveda anche una sezione dedicata alla cooperazione nel settore della difesa, come anticipato questa non implica nessun genere di alleanza, ma presenta prevalentemente affermazioni generiche sul mantenimento della pace e della sicurezza, oppure una cooperazione in ambiti specifici come il controllo del traffico internazionale di stupefacenti. Inoltre, “entrambe le nazioni intendono rafforzare il coordinamento su questioni regionali e globali di reciproco interesse, contribuendo agli sforzi congiunti per mantenere la pace, la stabilità, la cooperazione e lo sviluppo nella regione e in tutto il mondo”.

Il documento si conclude affermando che “dalla normalizzazione delle relazioni bilaterali nel 1995, le relazioni Vietnam-USA sono fiorite vigorosamente e fruttuosamente, crescendo sia in profondità che in sostanza. Questo nuovo capitolo porterà la nostra partnership a nuovi livelli. Insieme, realizzeremo le aspirazioni dei popoli dei nostri Paesi per un futuro luminoso e dinamico che contribuisca al mantenimento della pace, della stabilità, della cooperazione e dello sviluppo in una regione cruciale e nel mondo in generale”.

Articolo pubblicato su www.lacittafutura.it

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 2 comments

  1. Il promettente futuro delle relazioni bilaterali tra Cina e Vietnam | World Politics Blog

    […] Tuttavia, alcune forze esterne e i media occidentali sembrano reagire con invidia e ansia di fronte allo sviluppo delle relazioni bilaterali sino-vietnamite, cercando di fraintendere e minimizzare la portata dell’accordo. Gli analisti ritengono che questo atteggiamento esponga solo la loro ansia e il tentativo di sminuire i progressi diplomatici raggiunti, dopo che gli stessi media occidentali si erano sprecati per sbandierare come un successo il partnenariato strategico globale stipulato tra Stati Uniti e Vietnam in occasione della visita di…. […]

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