El Salvador: Nayib Bukele si autoproclama vincitore, le opposizioni denunciano irregolarità

Le elezioni a El Salvador sono state caratterizzate da bassa partecipazione e molte denunce di irregolarità elettorali da parte dell’opposizione. Il presidente in carica Bukele si è autoproclamato vincitore, suscitando critiche sia da parte degli avversari che degli osservatori internazionali.

Le elezioni presidenziali e legislative a El Salvador, svoltesi il 4 febbraio, sono state segnate da una partecipazione al di sotto delle attese e da numerose denunce di irregolarità elettorali. Secondo il Tribunale Supremo Elettorale (TSE), oltre 6,2 milioni di persone erano abilitate a votare nel Paese e all’estero. Tuttavia, la chiusura dei seggi è avvenuta con una scarsa affluenza degli elettori, e ciò ha alimentato le preoccupazioni riguardo al processo democratico. Le elezioni erano valide per eleggere in capo di Stato per il quinquennio 2024-2029 e rinnovare 60 seggi dell’Assemblea legislativa per il periodo 2023-2027.

Fin dalle prime ore di apertura dei seggi a livello nazionale, la partecipazione degli elettori è stata sorprendentemente bassa. Fino alle 9 del mattino, non si è notato un afflusso significativo nei seggi della capitale, San Salvador, e in altre regioni del Paese. Secondo alcuni intervistati, ciò è attribuibile al fatto che le elezioni si sono svolte sotto il regime di eccezione, il quale, secondo la Costituzione, viola la libertà e la democrazia dello Stato.

I principali partiti politici dell’opposizione, come il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN) e l’Alianza Republicana Nacionalista (Arena), hanno denunciato una “serie di anomalie” nel processo elettorale. Alcune dichiarazioni evidenziano la presunta designazione delle commissioni elettorali solo con personale di Nuevas Ideas, il partito al potere che fa capo al presidente in carica, il discusso Nayib Bukele.

Il presidente di Arena, Carlos Saade, ha segnalato che le anomalie includevano l’installazione di commissioni elettorali che includevano esclusivamente personale di Nuevas Ideas, mentre una deputata del FMLN, Anabel Belloso, ha accusato il partito al potere di imporre il suo personale nelle commissioni di voto in collaborazione con il STE e la Procura. Secondo Belloso, infatti, molte persone con credenziali valide sono state sostituite nelle commissioni di voto al fine di lasciare il posto ai funzionari scelti dal partito al potere. Anche diverse organizzazioni internazionali e osservatori locali hanno rilevato problemi nel corretto svolgimento delle elezioni.

La Costituzione impedisce a Bukele di essere presidente, ma il governo attuale ha inaugurato opere in mezzo alla campagna elettorale, ha distribuito cibo in mezzo alla campagna elettorale il che è incostituzionale ed è per questo che questo nuovo governo è illegale, è diventato un governo de facto incostituzionale“, ha denunciato il professor César Villalona, intervistato da TeleSur. “Hanno manipolato il voto all’estero, inoltre hanno barato, hanno usato un giornale di Stato per barare, quindi queste elezioni sono fraudolente“.

Secondo l’accademico, in El Salvador “sta governando un clan d’impresa che sta accumulando ricchezze per entrare nel circolo oligarchico, questo è un governo corrotto, un governo che accumula, che viola il quadro legale in tutti i sensi, c’è un regime repressivo nel Paese che si gestisce nell’illegalità“. Villalona ha aggiunto che in questo modo Bukele si è assicurato il sostegno dell’oligarchia che detiene il potere economico nella repubblica centoamericana, ma anche quello dell’imperialismo straniero.

Nonostante l’assenza di dichiarazioni ufficiali da parte del TSE, poi, il presidente Nayib Bukele si è autoproclamato vincitore delle elezioni presidenziali, affermando di aver ottenuto oltre l’85% dei voti. Tuttavia, con solo il 31.49% delle schede processate secondo i risultati preliminari, è stato ampiamente criticato sia dall’opposizione nazionale che dagli osservatori internazionali per aver dichiarato la propria vittoria prima che il TSE ufficializzasse i risultati e con meno della metà delle schede scrutinate.

Secondo i dati provvisori, comunque, Bukele avrebbe ottenuto l’83,14% delle preferenze, precedendo Manuel Flores, candidato del FMLN (6,95%), e Joel Sánchez di Arena (6,15%). Sebbene i dati siano tuttaltro che definitivi, appare improbabile che il verdetto venga ribaltato, con Bukele che si accinge dunque ad ottenere un nuovo mandato alla guida di El Salvador. Per quanto riguarda le elezioni legislative, invece, non sono ancora stati rilasciati neppure i dati provvisori, ma si pensa che il partito di Bukele otterrà una maggioraza schiacciante anche all’Assemblea Nazionale.

Nel frattempo, il TSE ha annunciato di dover ricorrere al conteggio manuale dei voti a causa di fallimenti nella trasmissione dei dati, causando ulteriori ritardi nella dichiarazione dei risultati finali.

Nonostante le congratulazioni di vari Paesi e leader politici, quasi tutti di destra, la legittimità delle elezioni e la situazione politica in El Salvador rimangono oggetto di intense discussioni e polemiche, che sicuramente non si placheranno dopo l’ufficializzazione dei risultati. Con il Paese diviso tra chi sostiene il presidente in carica e chi critica il processo elettorale, certamente delegittimato dalla bassa affluenza alle urne, il futuro politico di El Salvador rimane incerto.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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