Recensione – “Le religioni tibetane” di KalSang Gyal

Il testo Le religioni tibetane (Anteo Edizioni, 2023) di KalSang Gyal offre un’analisi approfondita della complessa tradizione religiosa tibetana, esplorando il suo sviluppo storico, le pratiche spirituali e il contesto socio-culturale circostante.

Il libro Le religioni tibetane (Anteo Edizioni, 2023) di KalSang Gyal offre un viaggio esaustivo ed illuminante nel complesso mondo delle pratiche religiose tibetane, caratterizzate soprattutto dalla forte presenza del Buddhismo, ma arricchite dalla tradizionale religione Bon e dalla presenza di minoranze cristiane e musulmane. Ripercorrendo la storia delle influenze religiose nella regione, l’autore delinea un quadro dettagliato della diffusione e dello sviluppo di questa ricca tradizione religiosa, partendo dalla sua origine nella religione Bon e attraversando le varie fasi che hanno visto emergere importanti scuole e lignaggi.

L’autore affronta con dovizia di particolari la complessità della questione tibetana, toccando diversi livelli di analisi che spaziano dall’aspetto storico e socio-antropologico a quello strettamente religioso. Questo permette al lettore di acquisire non solo una conoscenza delle varie sette religiose, ma di entrare anche in contatto con alcuni aspetti linguistici, della tradizione epico-mitologica e dei modelli indiani che hanno influenzato il buddismo tibetano, come sottolineato da Maria Morigi nella sua introduzione.

Il libro offre un’analisi critica e approfondita, mettendo in luce aspetti spesso trascurati dagli studiosi occidentali, come la complessità socio-culturale in cui si inserisce questa spiritualità “complicata” propria del Tibet. L’autore ci guida attraverso un percorso che ci porta a comprendere non solo gli insegnamenti e le pratiche spirituali, ma anche il contesto storico-politico in cui sono radicati, che spesso ha influenzato il successo o meno nella diffusione delle varie scuole religiose nelle diverse epoche.

Particolarmente interessante è l’approfondimento sul ruolo del Buddhismo tibetano nella storia politica del Tibet, offrendo una prospettiva equilibrata che spazia dalla teocrazia feudale alla moderna Repubblica Popolare Cinese. Infatti, non dobbiamo dimenticare che il Tibet del passato non era quel luogo idilliaco che spesso viene descritto dalla propaganda anticinese occidentale, ma una teocrazia feudale in cui i monaci rappresentavano una casta privilegiata ed in cui vigevano leggi molto severe nei confronti di coloro che non si conformavano a questo sistema. 

Come sottolinea Maria Morigi, “in Occidente, l’interesse per il suggestivo buddhismo tantrico Vajrayana e l’ammirazione per un Tibet ‘mitologico’ e fuori dalla Storia, alla ricerca del Regno di Śambhala (o della Perfezione spirituale), ha avuto la prevalenza sull’ osservazione della società tibetana nelle sue trasformazioni da teocrazia feudale a Stato moderno. Quasi a non voler ammettere che la Repubblica Popolare, praticando garanzie costituzionali di tutela religiosa ed etnica, si è spesa per la protezione di culti tradizionali popolari, oracoli e sette religiose” (p. 10). 

A tal proposito, vogliamo sottolineare l’importanza, da parte del lettore, di considerare attentamente gli eventi storici e politici che hanno plasmato il Tibet contemporaneo, invitandolo a guardare oltre le narrazioni convenzionali e a valutare criticamente le informazioni disponibili. È bene tenere sempre a mente che fu solamente nel 1959, in seguito al trionfo della Rivoluzione Cinese sotto la guida del Partito Comunista e di Mao Zedong, che il Tibet fu finalmente liberato dalla teocrazia feudale, un sistema che aveva ridotto oltre un milione di persone allo status di servi della gleba: “Se nel 1959 non esisteva neppure una strada nel vero senso della parola, ora la regione possiede 5mila km di strade (di cui 4800 km asfaltati), tutti i poveri ottengono l’assistenza sociale, il piano degli alloggi offre case nuove a coloro che si trovano in difficili condizioni economiche. Il contadino della comune agricola, cui è stato restituito l’uso della terra, ma anche il cittadino impiegato nei servizi, o il commerciante musulmano non possono che essere grati al nuovo corso ed apprezzare le garanzie offerte dalla Stato cinese che consente loro di praticare la propria fede nella pace sociale” (p. 12).

Attraverso una narrazione chiara e coinvolgente, ma allo stesso tempo dettagliata, l’autore KalSang Gyal ci offre una visione completa e aggiornata delle religioni tibetane, fornendo al lettore strumenti essenziali per comprendere non solo la complessità spirituale di questa tradizione, ma anche il suo contesto storico e socio-culturale in continua evoluzione. Consigliamo dunque la lettura del testo a tutti coloro che sono interessati al Tibet e alle religioni orientali, sia da un punto di vista spirituale che storico e antropologico, senza sottovalutare il punto di vista artistico e architettonico, messo in risalto dalle numerose fotografie a colori che ne arricchiscono le pagine.

Articolo pubblicato su www.lacittafutura.it

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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