Il presidente ceco si è reso protagonista di una nuova figuraccia pubblica.

Miloš Zeman, che non c’entra nulla con l’allenatore Zdeněk, è stato eletto nel gennaio 2013 come presidente della Repubblica Ceca, in quelle che passeranno alla storia come le prime votazioni con le quali il popolo ceco ha votato direttamente il suo capo di stato.
Il leader e fondatore del partito SPOZ (acronimo di Strana Práv Občanů – Zemanovci, Partito dei Diritti Civici – Popolo di Zeman) sconfisse in quell’occasione Karel Schwarzenberg, e da allora è stato protagonista di numerose gaffe che farebbero invidia persino a Silvio Berlusconi.
L’ultima delle tante è riassunta nell’affermazione “A morte i vegetariani e gli astemi”, pronunciata da Zeman in occasione di un incontro con i produttori di vino al castello presidenziale di Praga.
L’affermazione è stata naturalmente condannata dall’opposizione, a partire da Petr Gazdík, esponente del partito TOP 09 (Tradice Odpovědnost Prosperita 09, Tradizione Responsabilità Prosperità 09), mentre il portavoce del presidente, Jiří Ovčáček, ha giustificato il suo leader, che si sarebbe riferito con quei termini ad Adolf Hitler: “Il presidente, in quel momento, si riferiva allo sterminio di massa attuato da un vegetariano, astemio e non fumatore”, ha affermato.
Nel frattempo, Zeman ha ricevuto alcune missive da parte di genitori che, avendo preso le dichiarazioni alla lettera, esprimevano le loro preoccupazioni per i figli vegetariani.
Ma facciamo qualche passo indietro, per ripercorrere le altre disavventure di Zeman: fortemente criticato in patria per la sua amicizia con Vladimir Putin, il primo cittadino ceco ha apostrofato in maniera volgare il gruppo punk russo delle Pussy Riots durante una recente trasmissione radiofonica, al punto che l’emittente nazionale ha affermato che d’ora in poi manderà in onda solamente interviste registrate, e non inviterà più Zeman a parlare in diretta.
L’opposizione ha espresso il proprio disappunto, sottolineando come questi episodi stiano disonorando la massima carica dello stato.
Non dimentichiamo, poi, che lo stesso Zeman fu coinvolto in passato in uno scandalo di lobbying che lo vedeva compromesso con la compagnia petrolifera russa LUKoil. In seguito a questi avvenimenti, fu anche costretto a ritirarsi momentaneamente dalla vita politica, prima di tornare alla carica per le elezioni presidenziali.
In precedenza, era stato oltretutto uno strenuo sostenitore del programma nucleare ceco, e fece scoppiare un caso diplomatico quando definì “idioti” gli austriaci che si opponevano alla costruzione delle centrali nei pressi del confine tra i due stati.
Infine, il presidente è stato più volte attaccato per le sue posizioni sioniste ed antipalestinesi, come quando paragonò Yasser Arafat ad Hitler, venendo condannato anche dall’Unione Europea e dalla Lega Araba, mentre ha fortemente sostenuto la guerra statunitense in Iraq, fornendo anche false testimonianze circa la presenza di terroristi islamici in Repubblica Ceca.
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