La linea separatista vince alle isole Fær Øer

Il Partito Popolare, favorevole all’indipendenza dalla Danimarca, ha vinto le elezioni legislative alle isole Fær Øer. Sconfitto il premier uscente Aksel Johannesen.

Costituito da diciotto isole, l’arcipelago delle Fær Øer è una Nazione costitutiva del Regno di Danimarca, status che condivide con la Groenlandia. Dal 1948, infatti, le isole hanno ottenuto l’autonomia, ed oggi possono vantare un ampio controllo su tutte le questioni di politica interna, mentre la difesa e la politica estera restano materie di competenza del governo centrale danese.

Nonostante l’ampia autonomia, le isole Fær Øer nutrono ancora forti ambizioni indipendentiste, come dimostrato dalle recenti elezioni legislative, tenutesi lo scorso 31 agosto. Ad imporsi, infatti, sono stati i conservatori del Partito Popolare Faroese – Autogoverno Radicale (Hin føroyski fólkaflokkurin – radikalt sjálvstýri), schierati a favore dell’indipendenza dell’arcipelago e dell’uscita dall’Unione Europea. La forza guidata da Jørgen Niclasen ha ottenuto il 24.5% dei consensi, eleggendo otto deputati sui 33 seggi che costituiscono il Løgting, il parlamento unicamerale locale.

Il prinicipale sconfitto di questa competizione elettorale risponde al nome di Aksel Johannesen, primo ministro uscente, che ha visto il suo partito, il Partito dell’Uguaglianza (Javnaðarflokkurin, JF), perdere consensi. La forza socialdemocratica, che spesso viene infatti chiamata semplicemente Partito Socialdemocratico, ha pagato la sua posizione unionista – favorevole allo status quo -, fermandosi al 22.1% ed eleggendo sette deputati, uno in meno rispetto alla precedente legislatura.

Sette saranno anche gli scranni occupati dai rappresentanti del Partito dell’Unione (Sambandsflokkurin), forza conservatrice ed unionista, che ha ottenuto il 20.3% dei consensi, in leggera ascesa rispetto alle ultime elezioni. Segue il partito Repubblica (Tjóðveldi), forza di sinistra favorevole all’indipendenza ed alla trasformazione dell’arcipelago in una repubblica, che ha ottenuto sei seggi con il 18.1% delle preferenze.

Completano la composizione del parlamento due deputati del Partito di Centro (Miðflokkurin), altrettanti dei liberali di Progresso (Framsókn) ed un unico deputato eletto tra le fila degli autonomisti di Nuovo Autogoverno (Sjálvstýrisflokkurin).

Come si evince da questi dati, la formazione del governo locale ha dovuto attendere le contrattazioni tra le forze politiche, divise non solamente dal classico spettro politico destra-sinistra, ma anche dalle posizioni circa l’indipendenza dell’arcipelago. Alla fine, la guida del nuovo esecutivo di Tórshavn è stata affidata al quarantasettenne Bárður á Steig Nielsen, ex portiere di calcio, ed esponente del Partito dell’Unione. Il nuovo premier sarà sostenuto da una coalizione di centro-destra che include anche il Partito Popolare ed il Partito di Centro, per un totale di diciassette seggi, il minimo indispensabile per ottenere la maggioranza assoluta.

Per il momento, dunque, la spinta indipendentista del Partito Popolare non verrà perseguita, visto che il partito del nuovo primo ministro si attesta su posizioni opposte da questo punto di vista. Il programma del nuovo governo, invece, dovrebbe concentrarsi sul tema fiscale e su una riforma del regolamento della pesca, settore fondamentale dell’economia feringia.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 1 comments

  1. I 10 nuovi stati che potrebbero nascere in futuro | World Politics Blog

    […] La Danimarca è molto probabilmente destinata a perdere, in un futuro non troppo lontano, la propria sovranità sulla Groenlandia e sulle isole Fær Øer. Nel 2008, la Groenlandia ha lanciato una campagna per l’indipendenza, puntando al raggiungimento di quest’obiettivo nel 2021, in occasione della ricorrenza dei 300 anni dall’inizio della dominazione danese. L’ultimo referendum sull’argomento si è tenuto nel 1979, mentre quelli successivi hanno rafforzato l’autonomia dell’isola, seppur sotto la sovranità danese. Le elezioni del 2018, poi, hanno confermato la volontà di indipdendenza dei groenlandesi, con la vittoria dei partiti favorevoli a questa soluzione. Nelle Fær Øer, invece, l’ultimo referendum sull’indipendenza risale addirittura al 1946, fatto che giustificherebbe l’organizzazione di una nuova consultazione popolare in un futuro prossimo. Anche nell’arcipelago, i risultati delle elezioni tenutesi nel settembre del 2019 hanno visto la vittoria dei partiti separatisti. […]

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