Abkhazia: Aslan Bzhania eletto alla presidenza della repubblica filorussa

Rivendicata dalla Georgia, ma de facto indipendente sotto la protezione della Russia, l’Abkhazia ha eletto alla presidenza Aslan Bzhania, dopo che Raul Khajimba aveva rassegnato le dimissioni a gennaio.

L’Abkhazia è un territorio che le Nazioni Unite considerano come parte della Georgia, ma questo è de facto indipendente dal 1992, come esito della guerra abcaso-georgiana, terminata con il cessate il fuoco del 1994, ed è riuscito a mantenere tale status grazie all’appoggio del governo russo. Il territorio, che conta una popolazione di circa 240.000 abitanti, fu coinvolto anche nella guerra del 2008, che però si svolse principalmente in Ossezia del Sud, altra repubblica autoproclamata rivendicata dalla Georgia e che condivide molte vicende storiche con l’Abkhazia.

Lo status dell’Abkhazia, così come quello dell’Ossezia del Sud, è ancora oggi una questione centrale del conflitto georgiano-abkhazo e delle relazioni Georgia-Russia. L’indipendenza di questo territorio è riconosciuta da Russia, Venezuela, Nicaragua, Nauru e Siria. Al contrario, il governo georgiano e la maggior parte degli Stati membri delle Nazioni Unite considerano l’Abkhazia legalmente parte della Georgia, la cui costituzione designa l’area come Repubblica autonoma dell’Abkhazia. Tbilisi, inoltre, afferma che l’Abkhazia sarebbe un territorio occupato illegalmente dai russi.

Inoltre, l’Abkhazia intrattiene relazioni diplomatiche con altri Paesi non riconosciuti dalla comunità internazionale, come la gemella Ossezia del Sud, la Transnistria, la Repubblica dell’Artsakh e la Repubblica Popolare di Doneck. Dal 2006, poi, l’Abkhazia, l’Ossezia del Sud e la Transnistria hanno costituito la Comunità per la democrazia e i diritti dei popoli.

Tornando all’attualità dell’Abkhazia, questa ha vissuto una crisi politica nel mese di gennaio, quando, al culmine di diversi giorni di proteste popolari, il presidente Raul Khajimba è stato costretto alle dimissioni, anche per via del verdetto della Corte Suprema, che aveva dichiarato nulli i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso settembre. In carica dal 2014, Khajimba ha affermato di aver deciso di rassegnare le proprie dimissioni al fine di preservare la stabilità del Paese, consigliato anche dal segretario del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia, Rashid Nurgaliyev, che si è recato in Abkhazia per l’emergenza insieme a Vladislav Surkov, consigliere del presidente Vladimir Putin.

L’immediato intervento del Cremlino per mano di Nurgaliyev e Surkov dimostra l’interesse della Russia per questo territorio, ed anche i timori di Mosca che uno sconvolgimento politico possa permettere alle Georgia di entrarne nuovamente in possesso. L’Abkhazia, così come l’Ossezia del Sud, riceve regolarmente un forte sostegno finanziario e militare dalla Russia. Al fine di garantire la stabilità politica, il primo ministro Valeri Bganba ha acquisito la carica di presidente ad interim, almeno fino allo svolgimento delle elezioni.

Nel caos politico, ad emergere è stata la figura di Aslan Bzhania, leader dell’opposizione, che ha immediatamente ricevuto l’appoggio russo alla sua candidatura per le nuove elezioni presidenziali, organizzate per il 22 marzo. Il cinquantaseienne si è così presentato con il sostegno di due partiti che si erano opposti a Khajimba, i filorussi di Amtsakhara ed i conservatori di Abkhazia Unita. Bzhania, inoltre, era stato in passato protagonista di un increscioso incidente, quando ha rischiato la morte per avvelenamento, episodio del quale ha accusato proprio Khajimba.

Gli analisti locali hanno affermato che le proteste sono state scatenate dalla crescente disillusione degli abkhazi per la stagnazione e la crescente illegalità nel territorio, esemplificata dall’apparente coinvolgimento della guardia del corpo di Khajimba in una sparatoria contro il crimine organizzato a novembre. Tale situazione ha permesso a Bzhania di presentarsi alle elezioni come grande favorito, in quanto nemico giurato di Khajimba.

Il verdetto delle presidenziali ha infatti premiato Bzhania con il 58.92% dei consensi, battendo il ministro dell’economia Adgur Ardzinba (36.93%), considerato come il candidato di Khajimba. Ardzinba era infatti stato nominato al suo incarico proprio dall’ex presidente nell’aprile del 2015, ed è stato sostenuto da numerosi partiti, compreso quello di Khajimba, il Forum per l’Unità Nazionale dell’Abkhazia. Il terzo ed ultimo candidato era invece Leonid Dzapshba, ex ministro degli interni, che però non è andato oltre il 2.32%.

Il dato dell’affluenza alle urne è stato pari al 70.95%.

CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.

About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 2 comments

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.