Spagna: Galizia e Paesi Baschi in attesa delle elezioni

La pandemia da nuovo coronavirus ha costretto le autorità spagnole a rinviare le elezioni locali in Galizia e nei Paesi Baschi, previste per il 5 aprile. Una situazione che potrebbe anche influire sui futuri risultati.

La giornata di domenica 5 aprile avrebbe dovuto richiamare alle urne circa 4.5 milioni di cittadini spagnoli per le elezioni nelle comunità autonome della Galizia e dei Paesi Baschi. L’appuntamento elettorale, tuttavia, è stato rinviato a data da destinarsi a causa della pandemia da nuovo coronavirus (Covid-19).

Le prime ad essere rinviate sono state le elezioni galiziane, il cui annuncio è arrivato ancor prima dei provvedimenti presi dal governo centrale di Madrid. Una situazione senza precedenti nella storia della pur giovane democrazia spagnola, che però ha trovato il consenso di tutte le forze politiche coinvolte. La decisione basca sarebbe sopraggiunta poco tempo dopo.

Per la Galizia la situazione risulta particolarmente critica, in quanto la crisi arriva dopo lo scioglimento del parlamento da parte del presidente della comunità autonoma, Alberto Núñez Feijóo (in foto), leader del Partido Popular de Galicia (PPdeG). Feijóo aveva infatti sciolto l’emiciclo di Santiago de Compostela per permettere lo svolgimento di elezioni anticipate nello stesso giorno dei Paesi Baschi, ma ora la comunità galiziana è costretta ad affrontare la crisi senza un parlamento. Poiché non è previsto un protocollo per il rinvio o la cancellazione delle elezioni, infatti, non esiste neppure un protocollo per la ricostituzione del parlamento una volta sciolto.

Questa situazione sta costringendo i partiti politici galiziani a concordare una situazione di compromesso al di fuori delle regole istituzionali. Si pensa infatti di costituire un’assemblea con rappresentanti di tutti i partiti, ma questa non potrebbe avere tutti i poteri legislativi normalmente attribuiti al parlamento, e dunque gran parte del potere politico sarebbe detenuto unicamente dalla Xunta, l’organo esecutivo, presieduto da Feijóo. Tale situazione, naturalmente, penalizza soprattutto i partiti di opposizione, che di fatto non hanno la possibilità istituzionale di esprimersi.

In carica dal 2009, Feijóo era il grande favorito per ottenere un nuovo mandato alla guida della comunità autonoma della Galizia, visto che i sondaggi davano il suo partito tra il 45% ed il 49%, in netto vantaggio rispetto al primo degli sfidanti, Gonzalo Caballero del Partido dos Socialistas de Galicia (PSdeG), che si attestava tra il 19% ed il 24%. Naturalmente, le elezioni sono solamente state rinviate, e probabilmente si svolgeranno non oltre l’autunno, periodo nel quale erano previste inizialmente. Resta da capire se questa situazione gioverà o meno a Feijóo, in un contesto del tutto diverso rispetto a quello che si prospettava, probabilmente caratterizzato da un tracollo economico dovuto all’epidemia.

Le urne, come detto, resteranno serrate anche nei Paesi Baschi, dove il presidente del governo (Lehendakari) è invece Iñigo Urkullu, in carica dal 2012 per il Partito Nazionalista Basco (in spagnolo: Partido Nacionalista Vasco – PNV; in basco: Euzko Alderdi Jeltzalea – EAJ). Anche in questo caso, il presidente in carica sarebbe stato il netto favorito: secondo i sondaggi, Urkullu avrebbe potuto ottenere un consenso tra il 34% ed il 39%, con Maddalen Iriarte del partito di estrema sinistra Euskal Herria Bildu (Paesi Baschi Uniti) seconda (22-26%).

La situazione, però, potrebbe essere sfruttata dall’opposizione per criticare le scelte di Urkullu in questo momento di crisi, soprattutto se, come facilmente prevedibile, ai problemi sanitari faranno seguito quelli economici. Insieme alla Navarra, infatti, i Paesi Baschi sono oggi la regione spagnola che presenta il minor tasso di disoccupazione (inferiore al 10%), ma lo stesso presidente Urkullu ha previsto un aumento minimo di 17.000 disoccupati, che porterebbe il dato all’11.6%.Il PIL dei Paesi Baschi è atteso ad una recessione del 3.6%, ma questi dati sembrano essere piuttosto ottimisti, soprattutto se lo stato d’eccezione proseguirà ancora a lungo.

Le priorità economiche e sociali dovute alla crisi sanitaria metteranno inoltre in secondo piano il grande progetto di Urkullu, quello di formulare un nuovo statuto basco al fine di aggiornare il rapporto tra la comunità autonoma ed il governo nazionale di Madrid. Inoltre, il rinvio delle elezioni ha di fatto bloccato anche nei Paesi Baschi il lavoro dell’organo legislativo. La crisi sanitaria e quella economica potrebbero dunque rilanciare le quotazioni di alcuni candidati che avevano ben poche speranze di ben figurare, come Carlos Iturgaiz, sostenuto dal Partido Popular e da Ciudadanos, e Miren Gorrotxategi, di Elkarrekin Podemos.

Le elezioni spagnole in Galizia e Paesi Baschi si aggiungono così all’elenco delle tornate elettorali rinviate a causa della pandemia, come accaduto con il secondo turno delle elezioni municipali francesi.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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