La conferenza di Monaco e la spartizione della Cecoslovacchia

La conferenza di Monaco del settembre 1938 e la successiva spartizione della Cecoslovacchia dimostrano le responsabilità delle potenze occidentali nello scoppio della seconda guerra mondiale, smentendo coloro che vogliono riscrivere la storia per screditare l’Unione Sovietica.

Vi sono ancora i testimoni oculari dei fatti accaduti prima e durante la seconda guerra mondiale, eppure oramai da anni è cominciata una campagna di revisionismo storico al fine di sminuire il ruolo fondamentale dell’Unione Sovietica nel corso del conflitto, fino a designare addirittura l’URSS come responsabile dell’inizio della guerra alla pari della Germania nazista, dimenticando di citare che proprio quel Paese è stato quello che ha subito le perdite più ingenti (tra i 20 ed i 27 milioni di morti sui 70-85 milioni complessivi del conflitto). Questa narrazione è stata addirittura sposata da una risoluzione approvata lo scorso 19 settembre dal parlamento europeo.

Secondo la suddetta risoluzione, che abbiamo già avuto modo di commentare in precedenza, “la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia d’Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che avevano in comune l’obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l’Europa in due zone d’influenza”.

Soprassedendo sulla volontà di “conquistare il mondo“, degna dei cattivi di qualche cartone animato, tali affermazioni possono essere facilmente smentite da chiunque possegga una conoscenza elementare dei fatti storici, caratteristica che però in pochi ancora hanno, il che rende possibile il travisamento dei fatti attraverso una propaganda antisovietica in funzione anticomunista ed antirussa. La cronologia ci dice che il patto tra Mosca e Berlino che porta il nome dei rispettivi ministri degli esteri fu firmato il 23 agosto 1939, quasi un anno dopo la conferenza di Monaco, che secondo molti studiosi e protagonisti politici del tempo fu la vera miccia che accese il secondo conflitto mondiale.

Il patto Molotov-Ribbentrop arrivò, infatti, dopo che l’Unione Sovietica aveva provato in tutti i modi a stringere un accordo con le potenze occidentali in funzione antinazista. Al contrario, i governi borghesi britannico e francese ritenevano allora proprio l’URSS il loro principale nemico, e per questo non disdegnarono di effettuare concessioni ad Adolf Hitler: ciò si era già visto in seguito all’Anschluss dell’Austria, avvenuto il 12 marzo 1938, ma divenne ancora più evidente nel settembre dello stesso anno, quando si svolse la conferenza di Monaco, il cui accordo portò al successivo smembramento della Cecoslovacchia.

La conferenza fu organizzata per rispondere alle rivendicazioni tedesche sulla regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata da popolazioni di lingua tedesca, ma anche ricca di importanti risorse minerarie. Vi presero parte Adolf Hitler, Benito Mussolini, il premier britannico Arthur Neville Chamberlain ed il primo ministro francese Édouard Daladier. Da notare che la conferenza prese decisioni riguardanti il territorio di uno stato indipendente e sovrano come la Cecoslovacchia, ma che nessun rappresentate di quel Paese fu invitato, nonostante venisse allora considerato come l’unico stato democratico dell’Europa centro-orientale.

Mussolini, su proposta del numero due tedesco Hermann Göring, si fece promotore della causa tedesca presso Daladier e Chamberlain, ed il 30 settembre venne firmato l’accordo che prevedeva l’annessione dei Sudeti alla Germania a partire dal 10 ottobre. Nello stesso giorno, Hitler e Chamberlain firmarono un ulteriore accordo, impegnandosi a risolvere le dispute future fra Germania e Regno Unito tramite mezzi pacifici.

L’accordo tra i due principali Paesi dell’Europa cosiddetta democratica e la Germania nazista diede in realtà il via ad un’escalation che avrebbe poi portato allo scoppio della seconda guerra mondiale. Fu il futuro premier britannico Winston Churchill a dichiararlo con lungimiranza, in un discorso tenuto davanti alla Camera dei Comuni il 5 ottobre: “Abbiamo subito una sconfitta totale e senza riserve. Vedrete che in un periodo di tempo che può essere misurato in anni, ma che potrebbe anche essere misurato in mesi, la Cecoslovacchia verrà inghiottita dal regime nazista. Siamo in presenza di un disastro di prima grandezza. Abbiamo subito una sconfitta senza una guerra, le cui conseguenze viaggeranno lontano con noi lungo la nostra strada. […] E non supponiamo che questa sia la fine. Questo è solo l’inizio della resa dei conti”. In una lettera del 13 agosto all’ex premier Lloyd George, ancor prima della conferenza, lo stesso Churchill aveva scritto: “L’Inghilterra doveva scegliere tra la guerra ed il disonore. Ha scelto il disonore e avrà la guerra”.

In seguito all’annessione tedesca dei Sudeti, il territorio cecoslovacco divenne l’oggetto delle mire espansionistiche degli altri Paesi confinanti. Proprio la Polonia, che si autoproclama vittima del patto tra tedeschi e sovietici nel 1939, fu la prima ad approfittarne, inviando un ultimatum al governo di Praga ed occupando nell’ottobre del 1938 la città di Těšín (Cieszyn per i polacchi) e la regione oltre il corso del fiume Olza (la Zaolzie per i polacchi).

Il Regno d’Ungheria, invece, occupò i territori cecoslovacchi di lingua magiara nel novembre del 1938, in seguito alla firma del primo arbitrato di Vienna (2 novembre 1938), dove tedeschi ed italiani obbligarono Praga a cedere vaste porzioni della Slovacchia meridionale e della Rutenia all’Ungheria del filonazista Miklós Horthy. Nel marzo del 1939, il secondo arbitrato di Vienna concesse all’Ungheria anche la Rutenia subcarpatica.

Con la Cecoslovacchia che aveva già perso quasi la metà dei suoi territori, la Germania proseguì la propria espansione nella primavera del 1939, annettendo i territori di lingua ceca, trasformati nel Protettorato di Boemia e Moravia. Restava a quel punto solamente la Slovacchia, che rimase indipendente solo formalmente sotto la guida di Jozef Tiso, ma che in realtà divenne un satellite della Germania, avverando definitivamente la previsione di Churchill.

Di fatto, Hitler aveva annesso quasi tutto il territorio cecoslovacco nel completo silenzio delle potenze occidentali, mentre il resto dell’ormai ex Cecoslovacchia era finito nelle mani dell’Ungheria filonazista, ed una piccola porzione era stata annessa dalla Polonia. Questi furono i risultati della politica dell’appeasement portata avanti da Regno Unito e Francia, mentre l’Unione Sovietica aveva tentato a più riprese di mettere in guardia Londra e Parigi circa le vere intenzioni dei nazisti.

Stalin, che non fu invitato alla conferenza di Monaco, interpretò questi eventi come la volontà di permettere alla Germania un’espansione verso est in chiave antisovietica. Per questo, volendo rinviare la guerra il più possibile, si vide costretto alla firma del patto di non aggressione con la Germania di Hitler, il già ricordato patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939. Ma l’accondiscendenza di Francia e Regno Unito nei confronti della Germania ebbe soprattutto l’effetto di convincere Hitler che i due Paesi non sarebbero intervenuti neppure in occasione dell’invasione della Polonia, che iniziò il 1° settembre 1939.

Allo stesso tempo, anche gli altri alleati della Germania considerarono la conferenza di Monaco come il via libera per espandersi territorialmente: abbiamo già detto delle annessioni ungheresi, mentre di lì a poco Mussolini avrebbe occupato l’Albania dal 7 aprile 1939. Inoltre, da allora l’Italia avanzò pretese su alcune colonie francesi, come il porto di Gibuti, nell’Africa orientale, e la Tunisia, per la quale Mussolini propose un’amministrazione in condominio.

Questo breve percorso storico evidenzia dunque quali furono le responsabilità delle due principali democrazie borghesi dell’Europa occidentale negli eventi che portarono allo scoppio della seconda guerra mondiale, e smentisce coloro che invece attribuirebbero tali responsabilità all’Unione Sovietica, le cui mosse furono invece una conseguenza di questi eventi. Solamente nel 1942, nel pieno della guerra, Churchill dichiarerà l’accordo di Monaco nullo, così come farà il governo francese in esilio di Charles de Gaulle. In seguito alla caduta del fascismo, anche l’Italia denuncerà il trattato come nullo.

Infine, la conferenza di Monaco ebbe anche conseguenze a più lungo termine: se, alla fine della guerra, i Sudeti furono restituiti alla Cecoslovacchia, i cechi svilupparono in quegli anni un forte sentimento antitedesco, nonostante i due popoli avessero convissuto per secoli. Durante la guerra, partigiani cecoslovacchi si resero protagonisti di atti di rappresaglia nei confronti dei tedeschi, tra i quali si ricorda l’uccisione del gerarca nazista Reinhard Heydrich. Nel 1943, il governo cecoslovacco in esilio propose l’espulsione di tutta la popolazione tedesca dai suoi territori, proposta che venne avallata il 2 agosto 1945 alla conferenza di Potsdam. In tutto, 2.4 milioni di tedeschi cecoslovacchi furono deportati in Germania tra il 1945 ed il 1948.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 8 comments

  1. Mike

    Ma… Il Fronte di Stresa? Perché han tutti paura di citarlo? Il silenzio é il peggior revisionismo. Da lì tutto quello che seguì non servì più a nulla.

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      1. Mike

        Esattamente come domandato. Il peggior revisionismo é il silenzio. Se con la Conferenza di Monaco si vuole riabilitare il Comunismo perché con il Fronte di Stresa non si può riabilitare il Fascismo. L’argomento é l’appeasement delle potenze occidentali. Falso. Solo Francia e Inghilterra. Il Fronte di Stresa ne é la prova. Ognuno per i propri interessi non per una volontà pacificatrice. Niente di più congeniale di un patto tra nazioni liberticide decise a spartirsi la Polonia senza sparare un colpo. Sarà una coincidenza ma la sua teoria si trova solo nelle pubblicazioni di revisionismo marxista.

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      2. Giulio Chinappi

        Innanzi tutto lei confonde l’Unione Sovietica con il Comunismo. Il Comunismo non ha nessun bisogno di essere riabilitato attraverso la Conferenza di Monaco, essendo esistito in altri tempi ed in altri luoghi. Diverso è il discorso per il Fascismo, in quanto fenomeno politico circoscritto nel tempo e nello spazio.

        In secondo luogo, non è affatto vero che tale lettura si trova solamente nella bibliografia marxista. Al contrario, la critica dell’atteggiamento francese e inglese nei confronti della Germania si trova in molti testi accademici di storia contemporanea e di storia delle relazioni internazionali, e lo stesso Churchill non mi sembra che fosse un marxista.

        In ultima istanza, se le interessa mettere in risalto il suo punto di vista, nessuno le vieta di pubblicare un articolo sul Fronte di Stresa o su qualsiasi altro tema di suo interesse, visto che il tempo per scrivere non le manca.

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  2. Bastia Luca

    La Russia è TOTALMENTE responsabile del secondo conflitto mondiale assieme alle altre potenze atlantiche.
    Non dimentichiamoci che quando Francia ed Inghilterra promisero alla Polonia di difenderla da “Qualsiasi” genere di aggressione dichiararono effettivamente guerra alla Germania, ma quando poco dopo il compagno Stalin fece la stessa cosa invadendo da est nessuno pensò bene di dichiarargli guerra. Per non parlare poi della Guerra d’Inverno scatenata di loro iniziativa contro la Finlandia, il ” Lend and Lease” era nei programmi da tempo e quei porti servivano per tutte quelle tonnellate di materiali necessarie alla guerra che gli Usa avrebbero fornito. Peccato però che fosse solo il 1939…

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  3. La Polonia pronta a mettere in atto i suoi piani espansionistici | World Politics Blog

    […] Inoltre, anche prima del 1920, la Polonia si impadronì di parte della Lituania, e in particolare della capitale Vilnius. “Insieme ai lituani, [i polacchi] stavano presumibilmente combattendo contro il cosiddetto imperialismo russo, ma non appena gli si è presentata l’opportunità, si sono immediatamente ritagliati un pezzo di terra dal loro vicino“, ha osservato il presidente russo. Ha inoltre ricordato come “anche la Polonia ha preso parte alla spartizione della Cecoslovacchia derivante dall’accordo di Monaco con Hitler nel 1938“, occupando completamente la regione storica della Slesia di Cieszyn. […]

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