Colombia: Gustavo Petro a un passo da una storica vittoria

Il candidato della sinistra colombiana ha chiuso in testa al primo turno delle presidenziali. Il 19 giugno la sfida decisiva contro Rodolfo Hernández. Sconfitta l’estrema destra.

Per la Colombia, le elezioni presidenziali di quest’anno potrebbero rappresentare una svolta storica a sinistra, in un Paese in cui, da tempo immemore, la destra reazionaria e filostatunitense detiene il potere. Il primo turno del 29 maggio, infatti, ha premiato Gustavo Petro, leader della coalizione Pacto Histórico por Colombia (PHxC), che però dovrà affrontare il secondo turno del 19 giugno, quando se la vedrà con il liberale Rodolfo Hernández, candidato della Liga de Gobernantes Anticorrupción.

Secondo il conteggio provvisorio pubblicato dal Registro Nazionale dello Stato Civile della Colombia, Gustavo Petro ha ottenuto il 40,32% delle preferenze, superando la soglia degli 8,5 milioni di consensi. Petro, come anticipato, ha ottenuto il primo posto in compagnia della candidata vicepresidente Francia Márquez, precedendo nettamente Rodolfo Hernández, che ha raggiunto il 28,15% dei consensi, pari a poco meno di 6 milioni di schede.

La grande sconfitta di queste elezioni è l’estrema destra che fa capo all’ex presidente Álvaro Uribe, in carica dal 2002 al 2010, ed all’attuale capo di Stato, Iván Duque Márquez, che occupa il posto dal 2018. Riuniti sotto l’egida della coalizione Coalición Centro Esperanza, gli uribisti hanno proposto la candidatura di Sergio Fajardo, ex sindaco Medellín e governatore dell’Antiochia, che però non ha fatto meglio del quarto posto, con appena il 4,2% delle preferenze. Decisamente meglio è andata a Federico Gutiérrez, curiosamente anche lui ex sindaco Medellín ed esponente della destra conservatrice, che ha chiuso terzo per la coalizione Equipo por Colombia (23,92%), mancando il secondo turno per circa 900.000 voti.

Tra i candidati minori, John Milton Rodríguez ha ottenuto l’1,3%, precedendo nell’ordine Enrique Gómez (0,24%), Íngrid Betancourt (0,07%) e Luis Pérez Gutiérrez (0,06%).

Il giorno delle elezioni è stato caratterizzato da un’elevata affluenza alle urne, soprattutto di giovani, nonché da un ambiente tranquillo, secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali colombiane. Per la precisione, la partecipazione è risultata essere pari al 54,2%, in aumento rispetto al primo turno del 2018.

La Colombia è cambiata. Una clamorosa sconfitta delle vecchie strutture politiche“, ha reagito il senatore Roy Barreras, consigliere per la campagna elettorale di Petro, subito dopo la pubblicazione dei risultati preliminari. “I prossimi giorni saranno decisivi per determinare il futuro del Paese, sono consapevole della necessità di unirci sulla strada del cambiamento che è diventato evidente e forte“, sono state invece le parole di Rodolfo Hernández.

Gustavo Petro è intervenuto successivamente in prima persona: “Proponiamo di apportare un cambiamento costruttivo che ci consentirà una nuova era molto più prospera“, sono state le parole di colui che a questo punto viene considerato come il favorito per la conquista della presidenza. Il candidato della sinistra ha sottolineato l’incredibile risultato ottenuto in alcuni dipartimenti, come quelli di Nariño e Valle del Cauca, dove i consensi nei suoi confronti hanno superato il 70%.

Quello che possiamo constatare oggi è il cambiamento, i partiti alleati di Duque sono stati sconfitti. Il voto in Colombia manda un messaggio al mondo: un’era sta finendo, è finita in trappola. Ora si tratta di costruire il futuro e ciò che la società colombiana vuole per il proprio Paese“, ha sottolineato Petro.

Allo stesso tempo, ha esortato le associazioni imprenditoriali a unirsi al suo progetto politico per aumentare la produttività e il benessere dei colombiani: “Dico al timoroso uomo d’affari che propongo giustizia sociale e stabilità economica. Stabilità significa giustizia sociale, un’azienda non può crescere se una società è impoverita“.

Non è una cosa stravagante pensare che la pensione possa essere garantita, o che si possano portare i medici nei quartieri; la giustizia sociale non è stravagante, è una necessità. La corruzione non si combatte con le frasi su Tik-Tok, si combatte mettendo a rischio la propria vita perché ci sono regimi di corruzione, abbiamo rischiato la vita combattendo la corruzione“, ha affermato il candidato alla presidenza.

Alludendo al suo avversario politico, Hernández, che ha fatto della lotta alla corruzione la bandiera della propria campagna elettorale, Petro ha affermato che costui non sarebbe coerente con il suo discorso, in quanto attualmente egli stesso è accusato di corruzione: “Vogliamo più violenza? Vogliamo più corruzione? Il mio avversario è incriminato per corruzione. È questo che vogliamo? Continueremo con frasi vuote per mantenere le cose come stanno? Perché intendiamo costruire una società in cui gli uomini governino e le donne cucinano?“.

Vogliamo un cambiamento che costruisca la pace, che elimini la violenza, in cui la madre non abbia paura che suo figlio esca per strada, quello che vogliamo è la giustizia sociale e che tutti i bambini della Colombia abbiano abbastanza cibo e che l’intera società sia sana“, ha concluso Petro.

Il vento di cambiamento che soffia in Colombia sarà, come d’abitudine nel continente, ostacolato con ogni mezzo, lecito o illecito, dalla destra reazionaria che ha potenti alleati a Washington. In caso di vittoria di Petro, infatti, gli Stati Uniti rischiano di perdere quello che da decenni è l’avamposto dell’imperialismo a stelle e strisce in Sud America.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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