Schiavitù legale in Louisiana, Arkansas contro la libertà religiosa: il volto oscuro degli USA

Nell’election day dello scorso 8 novembre, oltre alle elezioni nazionali e statali, si sono tenuti una serie di quesiti referendari che hanno dato esiti a volte controversi.

Mentre scriviamo, gli esiti finali delle elezioni di midterm dello scorso 8 novembre non sono ancora del tutto disponibili, in attesa del ballottaggio di dicembre in Georgia, che deciderà la maggioranza in Senato. Su queste tematiche, afffrontate in precedenti articoli, torneremo ancora nei prossimi giorni. Nel frattempo, sono invece stati resi noti gli esiti di decine di quesiti referendari che sono stati sottoposti agli elettori in numerosi Stati federati, dando esiti a volte controversi.

In Louisiana la schiavitù resta legale – A molti sembrerà una notizia scioccante, ma in Louisiana la schiavitù resta tuttora legale, e il 60,9% degli elettori ha votato contro un referendum che l’avrebbe completamente bandita. Sebbene sia condannata da numerosi accordi internazionali, in Louisiana è prevista ancora oggi la possibilità di rendere schiavo un criminale, visto che la Costituzione dello Stato meridionale include una disposizione che consente la schiavitù o la servitù involontaria come punizione per un crimine.

Lo stesso tipo di quesito ha invece visto il 55,6% dei cittadini dell’Oregon. il 79,5% di quelli del Tennessee e l’88,7% di quelli del Vermont votare a favore, abolendo dunque in forma definitiva la schiavitù in questi tre Stati.

L’Arkansas vota contro la libertà religiosa – Tra gli Stati più conservatori dell’Unione, l’Arkansas si è distinto per aver respinto tutti i quattro quesiti referendari proposti. Seppur di poco, la proposta di garantire la libertà religiosa nella Costituzione non ha superato la prova del voto, con il 50,4% di contrari. Inoltre il 56,3% dei votanti ha rifiutato la legalizzazione della marijuana per i maggiori di 21 anni.

Anche in North Dakota e South Dakota, il referendum per la legalizzazione della marijuana ha ricevuto un parere negativo da parte rispettivamente del 54,9% e del 52,9% dei votanti, mentre il 63,4% degli elettori dello Stato settentrionale ha votato a favore del limite di due mandati per i governatori.

Le armi nella Costituzione dell’Iowa, limiti in Oregon – Il diritto al possesso di armi sarà garantito dalla Costituzione dell’Iowa, altro Stato a trazione repubblicana, dove il 65,2% degli elettori ha votato favorevolmente all’unico referendum proposto.

In Oregon, al contrario, il 50,9% degli elettori ha votato per porre dei limiti alla vendita di armi: la nuova legge, infatti, richiede un permesso delle forze dell’ordine per l’acquisto di armi da fuoco. I candidati dovranno inoltre completare la formazione sulla sicurezza e superare un controllo dei precedenti penali. Il provvedimento vieta anche i caricatori in grado di contenere più di 10 cartucce.

Il Montana lascia morire i neonati? – In Montana, il 52,6% degli elettori ha votato contro l’obbligo di assistenza medica a tutti i bambini nati vivi. Tuttavia, la legge proposta dai repubblicani, secondo gli oppositori, era invero volta ad obbligare il personale medico ad assistere anche gli embrioni e i feti sopravvissuti agli aborti, visto che tale pratica resta attualmente legale in Montana.

La California e il Michigan garantiscono il diritto all’aborto, il Kentucky non lo nega – Al contrario di Arkansas e Louisiana, il Golden State si distingue storicamente come uno degli Stati più progressisti. Di fronte alla controversa sentenza della Corte Suprema che ha messo a repentaglio il diritto all’aborto, il 65,5% dei californiani ha votato a favore di un emendamento che permetterà di inserire nella Costituzione statale il diritto all’aborto e all’uso dei contraccettivi. Un emendamento quasi identico a quello californiano ha ricevuto il consenso del 56,7% degli elettori del Michigan.

Curioso, invece, il caso del Kentucky, dove il referendum proponeva di specificare nella Costituzione che il diritto all’aborto non viene garantito. Il 52,4% degli elettori ha bocciato la proposta, ma questo non rappresenta un esito del tutto positivo, visto che al momento non esiste una legge che garantisca tale diritto.

In Colorado uso libero dei funghetti allucinogeni – Mentre in Arkansas, North Dakota e South Dakota non passa il referendum per la legalizzazione della marijuana, in Colorado si va ben oltre, ammettendo anche l’uso di piante e funghi con effetto psichedelico per i maggiori di 21 anni (52,7% di voti favorevoli). Curiosamente, invece, lo Stato non ammetteva precedentemente la vendita di vino in numerosi tipi di negozi, ma il 50,2% degli elettori ha votato per concedere la licenza a tutti gli esercizi che hanno quella per vendere birra.

Entrano a far parte della schiera degli Stati favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere anche il Maryland, dove il 65,8% ha votato a favore dell’uso legale della marijuana con l’imposizione di una tassa statale sulla sua vendita, e il Missouri, dove il medesimo quesito ha ricevuto il 53,1% di pareri positivi.

L’Alabama riscrive la Costituzione, gli altri Stati no – Lo Stato dell’Alabama ha sottoposto ai propri elettori un numero record di undici quesiti referendari, di cui il più importante era certamente il referendum costituzionale approvato dal 76,6% dei votanti, che permetterà di riscrivere la Costituzione dello Stato eliminando i termini e le espressioni con connotazione razzista, comprese quelle che giustificavano la schiavitù.

Al contrario, in Alaska è stato respinto il quesito che proponeva la creazione di una costituente per riscrivere la legge fondamentale dello Stato più settentrionale dell’Unione. Il 69,8% dei cittadini ha preferito mantenere in vigore l’attuale Costituzione. Anche in Missouri, il 67,7% degli elettori ha votato contro la costituente, al pari del 66% dei votanti del New Hampshire.

Sempre parlando di modifiche costituzionali, in Florida resta in vigore la Commissione di Revisione Costituzionale, un organo composto da 37 membri che si riunisce ogni vent’anni per proporre emendamenti alla Costituzione. Sebbene la maggioranza degli elettori abbia votato per l’abolizione, in Florida è necessario superare il 60% dei consensi per far passare un referendum.

Maggiori diritti per gli studenti – Tra i nove quesiti proposti in Arizona, uno di essi ha permesso gli aiuti finanziari agli studenti immigrati indipendentemente dal loro status. Sebbene i dati non siano ancora definitivi, i voti favorevoli rappresentano circa il 51,3% delle schede scrutinate.

Nel già citato Colorado, invece, il 56% degli elettori ha votato in favore di un aumento delle tasse al fine di sostenere i programmi che permettono agli studenti indigenti di usufruire di pasti gratuiti a scuola.

In New Mexico, poi, i cittadini hanno approvato ben due quesiti che permetteranno l’aumento dei fondi messi a disposizione del settore dell’istruzione, oltre ad altre due leggi che incrementeranno i fondi a disposizione delle biblioteche e delle persone anziane. Esito simile nel piccolo Rhode Island, dove sono stati sbloccati nuovi fondi per scuola, università e programmi ambientali.

Voto anticipato in Connecticut e Michigan – Il Connecticut si è aggiunto alla lista di Stati che permette il voto anticipato, con il 60,4% di pareri favorevoli. La misura, sostenuta soprattutto dai democratici, permette di facilitare le operazioni di voto per coloro che abitano in aree remote o che hanno difficoltà a votare per impegni lavorativi, visto che le elezioni negli USA si svolgono sempre di martedì.

Anche in Michigan, una legge simile ha ottenuto l’approvazione del 60% degli elettori.

Nuovi diritti per i lavoratori in Illinois, Nebraska e District of Columbia – In Illinois, il 58,1% degli elettori ha votato per inserire il diritto alla contrattazione collettiva nella Costituzione dello Stato. La modifica permetterà ai dipendenti di negoziare salari, orari e condizioni di lavoro.

In Nebraska, il salario minimo legale aumenterà da 9 dollari a 10,50 dollari l’ora a partire dal 2023, fino ad arrivare a 15 dollari l’ora entro il 2026, come previsto dalla legge approvata dal 58,5% dei votanti.

Nel distretto della capitale, il 73,9% degli elettori ha votato per aumentare gradualmente il salario dei lavoratori che ricevono una mancia, al fine di renderlo pari a quello degli altri lavoratori.

Diritti estesi anche in Nevada – In Nevada, il 58,2% degli elettori ha approvato un emendamento alla Costituzione statale per vietare la violazione dei diritti basati su razza, colore, credo, sesso, orientamento sessuale, identità o espressione di genere, età, disabilità, discendenza o origine nazionale. Inoltre, dal 2024 il salario minimo legale sarà portato a quota 12 dollari.

Diritto alla salute in Oregon – Lo Stato occidentale ha approvato un referendum che modifica la Costituzione garantendo che ogni residente abbia accesso a cure sanitarie a prezzi accessibili come diritto fondamentale.

New York lotta contro il cambiamento climatico – Il 67,7% degli elettori dello Stato di New York ha autorizzato lo stanziamento di 4,2 miliardi di dollari in obbligazioni per finanziare progetti di mitigazione del cambiamento climatico, progetti di riduzione del rischio di inondazioni, infrastrutture idriche, progetti di conservazione del territorio e attività ricreative.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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