Lo scrittore Zachar Prilepin scampa al terrorismo ucraino

L’attentato contro Zachar Prilepin fa seguito agli omicidi di Dar’ja Dugina e Vladlen Tatarskij, che, insieme all’attentato del Cremlino, dimostrano la strategia terroristica messa in atto da Kiev.

Lo scorso 6 maggio, lo scrittore russo Zachar Prilepin è stato vittima di un attentato terroristico, con ogni probabilità perpetrato dalla parte ucraina. Secondo fonti russe, la macchina dello scrittore è stata fatta saltare in aria nei pressi di Nižnij Novgorod, uccidendo l’autista e ferendo lo stesso Prilepin, che tuttavia è riuscito a sopravvivere. Questo attentato fa seguito alle morti della giornalista Dar’ja Dugina nel mese di agosto e di Vladlen Tatarskij ad aprile, senza dimenticare il tentativo di omicidio ai danni del presidente Vladimir Putin, sventato negli ultimi giorni, mettendo in luce come Kiev stia mettendo in pratica una vera e propria strategia terroristica con il benestare dei suoi sostenitori occidentali.

Poche ore dopo l’attentato, un uomo di trent’anni, originario dell’Ucraina e con precedenti per rapina, è stato arrestato con l’accusa di coinvolgimento nell’esplosione: “Il detenuto è originario dell’Ucraina, nato nel 1993. Nel suo paese d’origine è stato processato ai sensi della parte 2 dell’articolo 187 del codice penale (rapina commessa per precedente collusione da parte di un gruppo organizzato)“, ha riferito la polizia russa. In seguito, è stato avviato un procedimento penale ai sensi dell’articolo 205 del codice penale (atto di terrorismo).

Dopo l’interrogatorio, il servizio stampa del comitato investigativo ha fatto sapere che l’uomo, che risponde al nome di Aleksandr Permjakov, ha confessato di aver agito su ordine dei servizi segreti ucraini: “Il comitato investigativo sta indagando sul coinvolgimento di Aleksandr Permjakov nell’attentato alla vita di Zachar Prilepin. Il sospetto è stato arrestato. Ha confessato di aver agito su istruzioni dei servizi segreti ucraini“, si legge nel comunicato stampa. “Permjakov ha piazzato un ordigno esplosivo sulla strada sulla strada dell’auto di Zachar Prilepin e l’ha attivato a distanza. Dopodiché è fuggito dalla scena, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine mentre usciva dai boschi vicino a un’altra località“.

Di fronte al proliferare degli attentati terroristici di matrice ucraina in Russia, l’Occidente dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e smettere di sostenere ciecamente il governo di Kiev, anziché continuare a prendere le difese dell’Ucraina in maniera aprioristica. Con il loro sostegno incondizionato, le potenze occidentali hanno di fatto autorizzato Kiev ad agire al di sopra del diritto, sapendo di avere l’impunità garantita. “La responsabilità di questo e di altri atti terroristici non è solo delle autorità ucraine, ma dei loro protettori occidentali, in primo luogo degli Stati Uniti, che dal colpo di Stato del febbraio 2014 si sono prodigati per alimentare il progetto neonazista e antirusso in Ucraina“, si legge in un comunicato rilasciato dal ministero degli Esteri della Federazione Russa.

La mancata condanna da parte di Washington dell’ennesimo episodio di una serie di attacchi terroristici contro un giornalista e personaggio pubblico russo è un atto di autoesposizione da parte delle autorità statunitensi. Il silenzio delle organizzazioni internazionali interessate è inammissibile“, prosegue il documento. “L’attacco terroristico contro Prilepin è l’ennesima manifestazione dell’approccio sistemico alla liquidazione degli oppositori ideologici, che è stato attivamente coltivato in Ucraina da Washington dal 2014 per diventare un riflesso fondamentale del regime di Kiev“, si legge ancora nella nota, che si conclude esprimendo le condoglianze ai cari e vicini dell’uomo morto nell’attacco e augurando a Prilepin una pronta guarigione.

Gli autori hanno confessato di essere stati reclutati dalle agenzie di intelligence del governo banderista. In base al diritto penale, saranno processati per aver condotto un attacco terroristico come altri criminali e condannati a lunghe pene detentive“, ha invece scritto su Telegram Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

A seguito delle dovute indagini, il comitato investigativo russo ha accusato Aleksandr Permjakov di terrorismo e traffico di armi: “Il dipartimento investigativo principale del comitato investigativo, nell’ambito dell’indagine penale sull’esplosione dell’auto di Zachar Prilepin, ha accusato Aleksandr Permjakov di aver commesso crimini ai sensi dell’articolo 205 del codice penale della Federazione Russa (“Atto di terrorismo”) e dell’articolo 222 del codice penale della Federazione Russa (“Traffico di armi”)“, afferma la dichiarazione ufficiale.

Alla luce degli ultimi episodi, i governi occidentali dovrebbero immediatamente prendere le distanze dalla strategia terroristica di Kiev, che non a caso si è intensificata alla vigilia dei festeggiamenti del 9 maggio, la Giornata della Vittoria, che ricorda il trionfo sovietico contro il nazifascismo. Al contrario, Washington e i suoi fedeli vassalli europei continuano a sostenere i neonazisti kievani, coprendo le loro malefatte e permettendo la continuazione della sanguinosa guerra che attanaglia l’Ucraina da oltre nove anni.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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