Irlanda: i tempi sono maturi per la riunificazione

La nuova vittoria del partito Sinn Féin in Irlanda del Nord dimostra come il sentimento in favore della riunificazione sia sempre più forte nelle sei contee occupate dal Regno Unito, come nel resto dell’isola.

Lo spettro della riunificazione irlandese si sta prospettando in maniera sempre più definita. Sia nella Repubblica d’Irlanda che nelle sei contee dell’Ulster che costituiscono l’Irlanda del Nord, ad oggi occupata dal Regno Unito come retaggio coloniale della dominazione inglese sull’isola, aumentano sempre più i consensi in favore di una prossima riunificazione delle due parti dell’isola sotto un’unica bandiera.

Nel 2020, Sinn Féin, il principale partito che propone la riunificazione, ha ottenuto un importante risultato nella Repubblica d’Irlanda, affermandosi per la prima volta come il partito più votato del Paese, anche se la distribuzione dei seggi aveva poi favorito il partito Fianna Fáil, che a sua volta ha proposto lo svolgimento di un referendum per la riunificazione. Nel frattempo, la Brexit, voluta dagli inglesi ma non dai nordirlandesi, ha accelerato la crescita del sentimento unionista anche nella parte settentrionale dell’isola, come avrebbero dimostrato le successive elezioni nordirlandesi.

Nel maggio dello scorso anno, infatti, Sinn Féin ha ottenuto una storica vittoria anche in Irlanda del Nord, risultando la prima forza politica sia per percentuale che per numero di seggi. A quel punto, Michelle O’Neill avrebbe dovuto assumere la guida del governo di Belfast, ma si è dovuta scontrare con l’ostruzionismo delle forze politiche favorevoli al mantenimento del legame con Londra, a partire dal Democratic Unionist Party (DUP), che hanno impedito la formazione del nuovo governo.

Questi risultati sono stati confermati anche alle elezioni locali di quest’anno, in cui, per la prima volta, Sinn Féin è divenuto il partito che controlla la maggioranza dei governi locali, superando la soglia del 30% delle preferenze in tutta l’Irlanda del Nord, superando in maniera netta il DUP, che accusa oltre sette punti percentuali di ritardo. Se poi si sommano i voti di tutti i partiti favorevoli alla riunificazione irlandese, il dato che viene fuori afferma che, per la prima volta, la maggioranza dei nordirlandesi ha votato in favore di partiti che propongono l’abbandono della monarchia britannica.

Michelle O’Neill, che un anno dopo le elezioni legislative continua ad essere primo ministro designato dell’Irlanda del Nord, ma impossibilitata a prendere le redini del governo a causa dell’ostruzionismo del DUP, ha affermato che i risultati delle elezioni del consiglio locale rappresentano un chiaro segnale da parte della popolazione nordirlandese. “Sta avvenendo un cambiamento storico e Sinn Féin sta guidando quel cambiamento in tutta l’Irlanda”, ha proseguito. “Questi risultati sono un’approvazione positiva del messaggio di Sinn Féin secondo cui i lavoratori, le famiglie e le comunità devono essere sostenuti, e che l’ostruzionismo della nuova Assemblea da parte di un partito deve finire”.

Michelle O’Neill si augura che i governi di Londra e Dublino si incontrino innanzitutto per porre fine alle politiche del DUP, di modo da permettere la nascita del nuovo governo nordirlandese da lei guidato. Questo, secondo la leader di Sinn Féin, dovrebbe permettere la nascita di una Conferenza intergovernativa britannico-irlandese che discuta la questione dell’Irlanda del Nord. Naturalmente, il passaggio delle sei contee impiegherebbe del tempo per essere completato, ma Londra dovrebbe innanzitutto togliere il proprio veto allo svolgimento di un referendum per la riunificazione dell’Irlanda.

Il partito Sinn Féin ha anche pesantemente criticato le politiche dell’attuale governo conservatore di Rishi Sunak sotto altri punti di vista. Linda Dillon, membro dell’Assemblea Legislativa di Belfast, ha affermato che i nuovi tagli al servizio sanitario sono “crudeli e immorali“, e ha aggiunto che il governo britannico dovrebbe continuare a fornire una retribuzione equa ai lavoratori. “Ulteriori mosse per tagliare i finanziamenti per il servizio sanitario sono totalmente inaccettabili e si tradurranno in più denaro sottratto ai servizi sanitari della comunità“, ha dichiarato Dillon, che ricopre anche l’incarico di portavoce del partito per la sanità. “Questi sono tagli tory crudeli e immorali in un momento in cui i nostri operatori sanitari sono esausti per le lunghe ore di lavoro e sotto una forte pressione”, ha proseguito.

Matt Carthy, portavoce per la politica estera e la difesa, ha invece affermato che l’Irlanda dovrebbe mantenere una posizione di neutralità di fronte agli sviluppi della situazione internazionale, facendo riferimento in particolare alla crisi ucraina. “La visione di Sinn Féin è che l’Irlanda svolga un ruolo costruttivo nel resto del mondo, impegnata nella diplomazia, nell’umanitarismo, nella costruzione della pace e nella cooperazione con altri Stati sulle sfide globali tra cui povertà, fame nel mondo, cambiamento climatico, risoluzione dei conflitti e migrazione”, ha detto Carthy. “Una politica estera indipendente e la neutralità militare sono fondamentali per consentire all’Irlanda di svolgere quel ruolo importante nel resto del mondo”.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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