L’arte del Vietnam di non piegarsi alle grandi potenze

Mentre la stampa internazionale ha dato grande rilievo alla visita di Joe Biden in Vietnam, non si è parlato abbastanza degli incontri tenuti con i rappresentanti cinesi e russi, che ribadiscono la posizione coerente della politica estera vietnamita.

Il 10 e l’11 settembre, il presidente statunitense Joe Biden ha effettuato una visita ufficiale in Vietnam, in occasione della quale i due Paesi hanno annunciato di aver stabilito un partenariato strategico globale. L’evento ha ricevuto grande copertura mediatica in tutto il mondo, quasi come a voler sottolineare il fatto che l’imperialismo statunitense sarebbe finalmente riuscito nel suo tentativo di assoggettare il Vietnam, dopo il fallimento bellico culminato il 30 aprile 1975. Al contrario, il Vietnam continua a mantenere una politica estera coerente di buone relazioni con tutte le potenze senza piegarsi a nessuna di esse, come dimostrano gli incontri tenuti con importanti rappresentanti cinesi e russi in quegli stessi giorni.

Il fatto che il Vietnam abbia stipulato un partenariato strategico globale non significa infatti che abbia deciso di schierarsi dalla parte di Washington, e questo lo sa bene la Cina, che grazie alla comune ideologia marxista-leninista mantiene un rapporto privilegiato con Hà Nội. A dimostrazione di ciò, il 5 settembre, il segretario generale del Partito Comunista del Vietnam (PCV), Nguyễn Phú Trọng, ha ricevuto Liu Jianchao, capo del Dipartimento internazionale del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), in occasione del quindicesimo anniversario del loro partenariato di cooperazione strategica globale, stabilito nel giugno del 2008.

Sottolineando la tradizione di amicizia e mutua assistenza tra i due Partiti, i due Paesi e i due popoli, il capo del PCV ha espresso apprezzamento per l’aiuto del popolo cinese alla causa rivoluzionaria del Vietnam, alla costruzione socialista e allo sviluppo nazionale nel corso di questo periodo, così come per i contributi degli alti dirigenti cinesi, in particolare del segretario generale del Partito e presidente cinese Xi Jinping, allo sviluppo delle relazioni Vietnam-Cina negli ultimi anni. Trọng ha inoltre suggerito che le commissioni per le relazioni esterne dei due Partiti continuino a coordinarsi da vicino e a sfruttare al meglio il meccanismo dell’incontro annuale tra i loro due capi, promuovere la cooperazione tra gli organi consultivi dei due Partiti e rafforzare il ruolo di orientamento strategico delle relazioni tra i Partiti nei rapporti complessivi tra i due Paesi.

La capacità del Vietnam di mantenere relazioni positive con tutte le grandi potenze senza piegarsi a nessuna di essa è ancora meglio rappresentata dall’attività diplomatica svolta dal primo ministro Phạm Minh Chính in occasione del 43mo vertice dell’ASEAN, svoltosi a Giacarta lo scorso 5 settembre. Nei giorni successivi, il capo del governo ha incontrato la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il primo ministro cinese Li Qiang e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, intrattenendo colloqui amichevoli con tutti e tre i rappresentanti delle maggiori potenze mondiali. In un momento di gravi tensioni internazionali come quello che stiamo vivendo, non devono essere molti i leader di governo mondiali a potersi permettere di tenere colloqui cordiali con esponenti dei governi di questi tre Paesi.

Il governo di Hà Nội, del resto, ritiene che ogni Paese dovrebbe risolvere le proprie questioni senza ingerenze dall’esterno, e che l’ASEAN dovrebbe giocare un ruolo primario per la pace e la stabilità nella regione del sud-est asiatico, senza doversi affidare a Stati terzi per raggiungere questo scopo. È esattamente quanto affermato dallo stesso primo ministro Phạm Minh Chính al vertice organizzato nella capitale indonesiana, in occasione del quale ha esortato i Paesi dell’ASEAN ad affrontare urgentemente i colli di bottiglia e le barriere politiche e istituzionali, e a mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento interna al fine di migliorare la resilienza della regione agli impatti esterni.

Secondo il primo ministro vietnamita, l’ASEAN deve prendere atto del fatto che garantire la pace e la sicurezza regionale è innanzitutto una responsabilità dell’ASEAN, gli Stati membri del gruppo devono sostenere lo spirito di unità, indipendenza e fiducia in se stessi, che dovrebbe riflettersi sia nelle parole che nelle azioni. “Solo così l’ASEAN potrà mantenere il suo ruolo e ricevere un reale rispetto da parte dei suoi partner, in particolare dei Paesi potenti”, ha affermato Phạm Minh Chính. Il capo del governo ha colto l’occasione per annunciare che il Vietnam ospiterà un futuro forum dell’ASEAN sullo sviluppo rapido, sostenibile e incentrato sulle persone per integrare i forum e i meccanismi ufficiali dell’ASEAN, offrendo un’opportunità per lo scambio di idee e iniziative per la cooperazione regionale e contribuendo alla costruzione di una comunità ASEAN resiliente e sostenibile.

Nel corso della plenaria, i leader dell’ASEAN hanno approvato diversi documenti importanti come le dichiarazioni sullo sviluppo inclusivo per le persone con disabilità, lo sviluppo familiare e l’uguaglianza di genere, il rafforzamento della sicurezza alimentare, un quadro per il sistema di coordinamento delle emergenze sanitarie pubbliche dell’ASEAN, che dovrebbero contribuire a rafforzare gli sforzi intraregionali per costruire una comunità ASEAN che ponga le persone al centro.

Articolo pubblicato su www.lacittafutura.it

CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.

About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 3 comments

  1. notwnadmin

    Sicuramente la politica vietnamita è proficua, vista la recente crescita economica dovuta anche agli investimenti stranieri, inclusi quelli di ex potenze coloniali come la Francia. Però il problema sono i giovani. Lei può escludere che i giovani vietnamiti non abbiano dimenticato il sacrificio dei loro padri e nonni nella difesa della patria? E degli stratagemmi usati dagli anglosassoni durante la guerra con gli Usa per divedere il popolo in due fazioni? I giovani di oggi sono spesso attratti solo dalle luci della modernità e vivono nell’illusione che tutti siano loro amici. Ma quando probabilmente ci sarà uno scontro tra Cina e USA, da che parte si schiererà il Vietnam? Le Filippine che hanno subito una pesante forma di colonialismo statunitense, adesso stanno realizzando una base militare americana sul proprio territorio. E il Vietnam, che già in passato è stato costretto a combattere direttamente contro la Cina, come si schiererebbe? Ci sono forze di opposizione anticinese in Vietnam? Grazie.

    "Mi piace"

    1. Giulio Chinappi

      Dobbiamo fare una distinzione tra il governo e il sentimento popolare. Le persone che arrivano al vertice del governo e del Partito hanno una formazione politica tale da essere in grado di discernere le cose, per questo il Vietnam riesce a mantenere una politica equilibrata tra le grandi potenze. Purtroppo tra le giovani generazioni esiste una certa attrazione nei confronti del modello e dello stile di vita occidentale, inoltre il popolo vietnamita ha un sentimento di amore-odio nei confronti della Cina: da un lato vi sono retaggi culturali ed ideologici comuni, dall’altro i vietnamiti vedono con sospetto il loro enorme vicino, che non dimentichiamo a sua volta ha occupato il Vietnam per mille anni in epoca imperiale.

      "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.