Francia: Gabriel Attal, il volto nuovo che non cambierà nulla

Gabriel Attal, il più giovane primo ministro francese, succede alla dimissionaria Élisabeth Borne. La sua nomina si inserisce tuttavia nella continuità delle politiche di Emmanuel Macron.

Il 9 gennaio, Gabriel Attal è diventato il quarto primo ministro francese durante il mandato presidenziale di Emmanuel Macron, sostituendo la dimissionaria Élisabeth Borne e stabilendo un nuovo record come il più giovane primo ministro della Quinta Repubblica, a soli 34 anni. La sua nomina è stata preceduta da un fallimento significativo nella sua carriera politica, poiché la sua proposta di riforma dell’ultimo anno delle scuole professionali è stata respinta dal Consiglio superiore dell’educazione (CSE) con un netto 50-0. Tuttavia, questo non ha impedito la sua ascesa, evidenziando l’approccio deciso di Macron nel perseguire le sue politiche, nonostante l’opposizione di ampie fasce della popolazione francese.

Attal ha dimostrato una notevole capacità di durezza politica, etichettata da Macron come “energia”, e questo potrebbe essere il tratto distintivo della sua leadership a Matignon. La sua breve esperienza come ministro dell’Educazione nazionale è stata caratterizzata da riforme controverse, come il “pacte” per far lavorare di più gli insegnanti e le politiche sull’uniforme e sull’abaya (il velo musulmano che copre solo il capo). Nonostante le critiche e l’opposizione, Attal sembra aver abbracciato un approccio diretto e assertivo, riflettendo il desiderio di Macron di portare avanti le sue idee con decisione.

La sua carriera politica ha radici profonde nei meandri dei ministeri, avendo iniziato come consigliere al Ministero delle Affari sociali e della Salute durante la presidenza del socialista François Hollande (2012-2017). Questo “professionista della politica” ha aderito a En Marche, il partito dell’attuale presidente Macron, nel 2016, diventando presto uno dei volti prominenti del movimento. La sua nomina a primo ministro può essere vista come un passo ulteriore nella sua ascesa politica, passando da ruoli minori a incarichi sempre più influenti.

Tuttavia, come anticipato, la sua figura non è esente da controversie. La sua definizione come “homme pressé de la Macronie“, affibbiatogli dagli oppositori della sinistra radicale, riflette la sua rapida ascesa nella sfera politica, ma potrebbe anche sottolineare la sua natura impaziente e la volontà di attuare le politiche di Macron senza esitazione, e soprattutto senza tenere conto dell’opinione pubblica. La sua giovane età e il suo passato come portavoce di En Marche hanno portato alcuni a definirlo come un “clone” di Macron, sollevando dubbi sulla reale portata di un cambiamento nella leadership.

La reazione politica alla sua nomina è stata in gran parte critica, con molte voci che suggeriscono che la sua ascesa rappresenti più un “cambiamento di casting” che un cambiamento significativo di politica. Il Partito Socialista e altri critici, come detto, definiscono Attal un “clone di Macron“, sottolineando la continuità nelle politiche del presidente francese, che dopo Élisabeth Borne ha nominato un altro primo ministro sulla carta debole per poter portare avanti la propria agenda. La richiesta di un voto di fiducia da parte dei parlamentari della formazione della sinistra radicale La France Insoumise riflette l’opposizione al governo e il desiderio di un rapporto di fiducia tra le istituzioni, che negli ultimi anni è venuto a mancare.

Secondo molti analisti e gli oppositori di sinistra, dunque, l’ascesa di Gabriel Attal come primo ministro francese sottolinea la determinazione di Emmanuel Macron nel perseguire le sue politiche, nonostante le critiche e le opposizioni. La sua giovane età e la sua rapida ascesa potrebbero portare a nuove dinamiche politiche in Francia, ma la sua stretta associazione con Macron solleva domande sulla reale possibilità di un cambiamento significativo nella politica del governo. Solo il tempo dirà se Attal sarà in grado di imprimere il suo marchio personale sulla leadership francese o se rimarrà un fedele esecutore delle volontà del presidente, ma quello che è certo è che il suo giovane volto non deve suscitare nessuna illusione per un cambiamento radicale nelle politiche del governo di Parigi.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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