Il ballottaggio di domenica 11 agosto ha consegnato le chiavi del Guatemala ad Alejandro Giammattei, che ha sconfitto in rimonta l’altra candidata Sandra Torres.
Il secondo turno delle elezioni presidenziali del Guatemala è stato caratterizzato da un’affluenza alle urne alquanto bassa: solamente il 40.39% contro il 62.12% del primo turno, quando, però, si votava anche per le elezioni legislative e municipali. La fuga degli elettori dalle urne ha favorito così la rimonta di Alejandro Giammattei, che partiva in netto svantaggio nei confronti di Sandra Torres: il 16 giugno, infatti, era stata quest’ultima ad ottenere il 25.54% dei suffragi, quasi il doppio rispetto a Giammattei (13.95%).
Il sessantatreenne di chiari origini italiane, sostenuto dalla lista Vamos por una Guatemala Diferente (generalmente abbreviata in Vamos), da lui creata nel 2017, non si è però perso d’animo, ed è riuscito ad attrarre a sé molti dei consensi provenienti da altri partiti della destra conservatrice e liberista, riuscendo a triplicare i propri voti fino ad 1.9 milioni, pari al 57.95% dei votanti al ballottaggio. Sandra Torres, la sessantatreenne candidata della Unidad Nacional de la Esperanza (UNE), moglie dell’ex presidente Álvaro Colom (2008-2012), ha invece raccolto il 42.05% dei voti, con un aumento minimo del numero dei propri elettori (da poco più di 1.1 milioni a poco meno di 1.4 milioni).
Dopo i quattro disastrosi anni della presidenza di Jimmy Morales, dunque, il Guatemala resterà per un altro quadriennio nelle mani delle politiche neoliberiste della destra, legata agli ambienti fondamentalisti cattolici antiabortisti ed omofobi, ma soprattutto all’oligarchia del latifondo che la fa da padrona dei Paesi dell’America centrale, mettendo in pratica politiche in realtà imposte dalle multinazionali statunitensi. Tale situazione ha portato il Guatemala ad una forte contraddizione in termini macroeconomici: nonostante una costante crescita del PIL, il Paese vede un aumento vertiginosi della povertà e delle diseguaglianze, a conferma di una distribuzione delle ricchezze favorevole solamente ai pochi membri dell’élite nazionale dominante.
La vittoria di Giammattei, inoltre, pone il Guatemala in una situazione di possibile conflitto istituzionale tra il presidente ed il parlamento, visto che il partito UNE di Sandra Torres aveva vinto le legislative, ottenendo ben 52 seggi contro i sedici conquistati dal partito di Giammattei. Considerando che nel nuovo parlamento saranno presenti ben diciannove partiti, e che per raggiungere la maggioranza sono necessari 81 scranni, Giammattei dovrà darsi da fare per ottenere il sostegno degli altri partiti di destra, come il Frente de Convergencia Nacional (FCN–Nación) del presidente uscente Morales, ed andare così a formare il nuovo esecutivo.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.
[…] in tutto il Guatemala le manifestazioni di protesta contro il presidente Alejandro Giammattei, entrato in carica nel gennaio del 2020. I movimenti sociali guatemaltechi hanno infatti convocato in questi giorni una nuova mobilitazione […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] protesta organizzate da cittadini che chiedono le dimissioni del presidente Alejandro Giammattei, in carica dal gennaio del 2020. Giammattei è infatti ritenuto responsabile della grave crisi che sta vivendo il Paese […]
"Mi piace""Mi piace"