Burundi: Evariste Ndayishimiye è il nuovo presidente

Evariste Ndayishimiye è considerato come il braccio destro del presidente uscente Pierre Nkurunziza, che, pur avendo deciso di non ripresentarsi, resterà probabilmente l’uomo forte nella politica del Paese africano.

Nel giugno del 2019, il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, in carica dal 2005, ha annunciato la propria intenzione di non candidarsi per un quarto mandato consecutivo alla guida del Paese africano. Una decisione che aveva sorpreso molti, considerando che lo stesso Nkurunziza aveva precedentemente fatto approvare una riforma costituzionale che gli avrebbe permesso di ottenere altri due mandati, restando con ogni probabilità al potere fino al 2034, visto il passaggio dal mandato quinquennale a quello settennale.

Fino all’ultimo, gli oppositori hanno affermato che Nkurunziza avrebbe tradito la promessa, ripresentandosi per le elezioni presidenziali del 20 maggio. Almeno fino al 26 gennaio, quando il congresso straordinario del partito al potere, il CNDD–FDD (Conseil National Pour la Défense de la Démocratie–Forces pour la Défense de la Démocratie), che rappresenta soprattutto il gruppo etnico hutu, ha incoronato il proprio segretario generale, Evariste Ndayishimiye, come candidato ufficiale per le presidenziali.

Evariste Ndayishimiye, che aveva già ricoperto incarichi importanti sotto Nkurunziza, come quello di ministro dell’interno tra il 2006 ed il 2007, ha da allora ricevuto tutto il sostegno necessario da parte del presidente uscente. In realtà, la mossa di Nkurunziza si è rivelata ben calcolata: non andando alla ricerca di un nuovo mandato, il capo di stato ha convinto gli elettori del suo non attaccamento alla poltrona, ed allo stesso mondo ha spianato la strada della presidenza al suo braccio destro, potendo contare sul radicamento del partito presso l’etnia maggioritaria hutu. Allo stesso tempo, Nkurunziza si è garantito la possibilità di restare una figura influente nella vita politica del Paese, puntando forse ad una ricandidatura nel 2027.

Alcuni partiti dell’opposizione hanno chiesto il rinvio della tornata elettorale a causa dell’epidemia da nuovo coronavirus, ma tale proposta è stata respinta, visto che ufficialmente il Burundi conta solamente 42 casi positivi ed un unico decesso, su una popolazione che sfiora i dodici milioni di persone.

Come prevedibile, il 52enne ex ufficiale dell’esercito Evariste Ndayishimiye è uscito vincitore dal confronto elettorale con il 71.45% delle preferenze, secondo i dati preliminari pubblicati dal CENI (Commission électorale nationale indépendante). L’alta affluenza alle urne (87.71%) attribuisce legittimità alla vittoria del candidato del CNDD-FDD, nonostante le proteste delle opposizioni e le segnalazioni effettuate da alcuni osservatori internazionali. Ndayishimiye, in particolare, ha ottenuto due punti percentuali in più rispetto al risultato fatto segnare da Nkurunziza cinque anni fa.

Tra i candidati dell’opposizione, il vicepresidente del parlamento, Agathon Rwasa, si è classificato in seconda posizione con il 25.15% delle preferenze. Dati molto modesti, invece, per gli altri candidati, come il vicepresidente Gaston Sindimwo (1.70%), dell’Union pour le Progrès national (UPRONA), il partito che difende gli interessi della minoranza tutsi.

In contemporanea con le elezioni presidenziali, si sono svolte anche le elezioni legislative, con il partito presidenziale che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi nell’emiciclo di Bujumbura. Il CNDD-FDD ha infatti eletto 72 deputati con il 70.98% delle preferenze, precedendo il Congrès National pour la Liberté, il partito di Rwasa, che ha ottenuto 27 seggi (23.41%). Un solo scranno, invece, per l’UPRONA di Sindimwo (2.54%), mentre gli altri partiti non hanno superato la soglia di sbarramento del 2%. Infine, gli altri 24 membri del parlamento, composto in totale da 124 seggi, vengono eletti in maniera indiretta: tre in rappresentanza dell’etnia twa, e gli altri cooptati in maniera tale da garantire una rapporto tra hutu e tutsi di 3 a 2. Da notare anche che il 30% dei seggi è riservato alle donne.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 1 comments

  1. Burundi: morto il presidente uscente Pierre Nkurunziza | World Politics Blog

    […] Il 9 giugno, il governo del Burundi ha comunicato l’inaspettata notizia della morte del presidente del Paese africano, il cinquantacinquenne Pierre Nkurunziza. In carica dal 2005, il discusso capo di stato aveva rinunciato a concorrere per un quarto mandato consecutivo, cedendo il passo, almeno formalmente, al braccio destro Evariste Ndayishimiye, che avrebbe dovuto prenderne il posto da agosto. […]

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