Moldova: inizia il mandato di Maia Sandu, dimissioni del primo ministro

Il primo ministro Ion Chicu ha annunciato le proprie dimissioni alla vigilia dell’inizio del mandato di Maia Sandu, vincitrice delle presidenziali dello scorso novembre. Probabile lo svolgimento di elezioni legislative anticipate.

In carica da poco più di un anno, Ion Chicu (in foto), primo ministro della Moldova, ha annunciato le proprie dimissioni nella giornata del 23 al presidente uscente Igor Dodon, che quest’oggi lascerà l’incarico nelle mani di Maia Sandu, vincitrice delle elezioni presidenziali dello scorso novembre. Le dimissioni di Chicu dovrebbero aprire la strada a nuove elezioni legislative, due anni dopo quelle del febbraio 2019.

Ho discusso con i leader del Paese i passi necessari per tenere elezioni parlamentari anticipate, è necessario risolvere problemi importanti nel Paese; a questo proposito, ho proposto le mie dimissioni e quelle del Governo“, ha detto Chicu alla stampa. Il primo ministro dimissionario ha discusso sia con il presidente uscente Igor Dodon che con la presidente eletta Maia Sandu prima di prendere questa decisione. “Il governo si dimette. Voglio ringraziare il presidente del Parlamento, Zinaida Grechana, e il presidente uscente, Igor Dodon“, ha detto Chicu, dopo aver incontrato entrambi i politici.

Abbiamo discusso di questo problema (con Chicu, ndr) e abbiamo deciso che era ora“, ha detto Igor Dodon, sconfitto da Maia Sandu al ballottaggio delle elezioni presidenziali. La sconfitta del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldova (Partidul Socialiștilor din Republica Moldova, PSRM), al quale appartengono sia Dodon che Chicu, ha spinto i due leader del partito di sinistra a concordare questa decisione.

In questo modo, Chicu ha evitato il voto della mozione di sfiducia proposta dall’opposizione parlamentare e che avrebbe dovuto avere luogo il 23 dicembre. Anche il partito di Maia Sandu, il Partito di Azione e Solidarietà (Partidul Acțiune și Solidaritate, PAS), ha infatti salutato positivamente le dimissioni del primo ministro, nella speranza che le elezioni anticipate giochino a favore del PAS, che punta a conquistare la maggioranza dell’emiciclo di Chișinău.

La mozione di sfiducia era stata avanzata dopo che il parlamento a maggioranza socialista aveva proposto una legge per trasferire il controllo dell’intelligence dal presidente al presidente del parlamento. Secondo gli esponenti del PAS, si trattava di una mossa per indebolire la presidenza di Maia Sandu e rafforzare l’organo legislativo, ancora controllato dai socialisti.

Maia Sandu, ex primo ministro e da oggi presidente della Moldova, è l’esponente di spicco del partito liberista e filoeuropeista PAS, mentre il PSRM si caratterizza per un orientamento socialista e filorusso. Dopo la sua elezione, Sandu ha promesso che il Paese opererà in politica estera secondo una linea di equilibrio tra Russia ed Unione Europea: “Costruiremo un vero equilibrio nella politica estera, a partire dagli interessi nazionali della Moldova“, aveva dichiarato in occasione della conferenza stampa tenuta dopo la pubblicazione dei risultati delle presidenziali.

Sappiamo che Maia Sandu ha detto che avrebbe lavorato nell’interesse del popolo moldavo, e siamo convinti che costruire buone e strette relazioni, la cooperazione in tutte le aree con il nostro paese, la Russia, sia nell’interesse del popolo moldavo“, aveva risposto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.

Da oggi, 24 dicembre, potremo iniziare a capire quali siano le vere intenzioni del nuovo capo di Stato. Quello che è certo è che la sua elezione è stata salutata con grande entusiasmo da parte dell’Unione Europea e dei mercati: tra le voci del suo curriculum, infatti, Maia Sandu può vantare un passato da economista presso la Banca Mondiale.

Nel frattempo, il 29 novembre si sono tenute anche le elezioni legislative in Transnistria, ufficialmente Repubblica Moldava di Pridnestrovie, stato de facto indipendente ma non riconosciuto dalla comunità internazionale, che controlla il territorio orientale della Moldova ed è storicamente sostenuto da Mosca. Ci occuperemo della Transnistria in un prossimo articolo.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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