Perù: i comunisti sostengono la candidatura di Verónika Mendoza

L’11 aprile, i cittadini peruviani saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente, dopo la grave crisi politica che ha travolto il paese sudamericano.

Dopo la grave crisi politica che ha portato alla successione di tre presidenti in un breve arco di tempo (Martín Vizcarra, Manuel Merino e l’attuale capo di Stato, Francisco Sagasti), il Perù spera di ritrovare la stabilità con le elezioni che avranno luogo il prossimo 11 aprile, una data di grande importanza per la politica sudamericana, visto che in contemporanea si svolgeranno anche il secondo turno delle presidenziali in Ecuador e le elezioni per l’assemblea costituente in Cile.

Tra i diciotto candidati alla massima carica peruviana, la candidatura di Verónika Mendoza ha raccolto i maggiori consensi da parte delle forze di sinistra. La quarantunenne di Cusco, già deputato tra il 2011 ed il 2016, si presenta per la seconda volta come leader della coalizione Juntos por el Perú (Insieme per il Perù, abbreviato in JP), che riunisce, oltre al Movimiento Nuevo Perú della stessa Mendoza, anche il Partido Humanista Peruano, il Partido Comunista Peruano, il Partido Comunista del Perú – Patria Roja e il Movimiento por el Socialismo.

Gli attuali sondaggi sembrano sorridere alla candidatura di Mendoza, che potrebbe ottenere un risultato storico per un esponente di sinistra, in un Paese dove le forze di destra e di centro generalmente hanno la meglio. Se il favorito per la presidenza sembra essere Yonhy Lescano, il leader dei liberali di Acción Popular, Mendoza potrebbe giocarsi l’accesso al secondo turno, ingaggiando una lotta all’ultima scheda con Rafael López Aliaga, presidente del partito conservatore Renovación Popular. Da questo punto di vista, Mendoza potrebbe quanto meno eguagliare il terzo posto ottenuto nel 2016, ma il suo obiettivo resta il pass per la sfida decisiva.

“Di fronte ai momenti drammatici che viviamo, alla più grande crisi sanitaria della nostra storia, prodotto del fallimento della politica neoliberista di privatizzazione della sanità, esacerbata dal livello criminale di corruzione nella gestione del denaro pubblico destinato a combattere COVID-19 […] il Partito Comunista Peruviano, fondatore e membro dell’alleanza politica Insieme per il Perù (JP) […], chiede a tutti i militanti di promuovere la campagna elettorale di Insieme per il Perù”, si legge sul sito del PCP.

Il PCP sostiene una nuova Costituzione che recuperi il ruolo protettivo dello Stato basato sugli interessi della maggioranza del popolo peruviano; il cambiamento radicale della matrice della nostra economia di esportazione di materie prime imposto dagli interessi del grande capitale; rivedere le esenzioni fiscali per società minerarie, casinò, università private e centri educativi; combattere l’evasione e l’elusione fiscale e generare una tassa sulle grandi fortune dei miliardari”, afferma ancora il partito, riassumendo in questo modo i punti salienti del programma elettorale di Verónika Mendoza.

Il cambiamento democratico e patriottico o la continuità neoliberista è il dilemma in gioco nell’attuale processo elettorale”, afferma invece il Partido Comunista del Perú – Patria Roja. “Su tutto il territorio nazionale si sta aprendo un trend di rinnovamento che rifiuta la corruzione, il degrado morale, la resa e il saccheggio delle nostre risorse naturali, l’autoritarismo, l’abbandono dei popoli e lo sfruttamento eccessivo dei lavoratori; sensazione che trova in Verónika Mendoza la migliore opzione per aprire il nuovo corso di cui il nostro Paese ha bisogno”.

Non dobbiamo perdere di vista il fatto che la complessa scena politica peruviana si sta sviluppando nel mezzo di un’offensiva reazionaria che abbraccia il territorio latinoamericano e caraibico, la stessa che è guidato dall’impero nordamericano con la complicità delle classi dominanti locali, e che il suo obiettivo è di troncare i processi di cambiamento in Venezuela e Brasile, distruggere i governi progressisti e di sinistra nella regione e prevenire l’emergerne di nuovi”, recita il comunicato del partito.

Tra i candidati alla presidenza figurano anche altri nomi conosciuti della politica peruviana. Dopo le candidature fallite del 2011 e del 2016, ci riprova Keiko Fujimori, figlia del presidente criminale Alberto Fujimori, che ha guidato il Paese tra il 1990 ed il 2000. Keiko è la leader di Fuerza Popular, un partito nazionalista di estrema destra che si definisce fujimorista, ispirandosi dunque senza remore alle politiche fasciste di Alberto Fujimori.

Nel 2011, Keiko venne sconfitta da Ollanta Humala, a sua volta candidato in cerca di un secondo mandato non consecutivo. Leader del Partido Nacionalista Peruano, Ollanta si caratterizza per una politica molto ambigua, che può essere considerata socialista per alcuni aspetti economici, ma fortemente conservatrice dal punto di vista sociale.

La sorpresa potrebbe arrivare dall’ex portiere George Forsyth, che vanta anche sette presenze con la maglia della nazionale peruviana. Eletto sindaco de La Victoria nel 2019, Forsyth ha abbandonato la carica per dedicarsi alla campagna per le presidenziali, dove è candidato per il partito Victoria Nacional, forza liberale che ha il suo punto di riferimento nella comunità evangelica. Tuttavia, se alcuni mesi fa veniva addirittura considerato come il favorito, Forsyth ha perso consensi nelle ultime settimane.

Ad ogni modo, le presidenziali peruviane andranno quasi certamente al secondo turno, visto che nessuno dei candidati sembra in grado di superare la fatidica soglia del 50%. In contemporanea con le elezioni presidenziali, avranno luogo anche quelle legislative per il rinnovamento dei 130 seggi del Congreso de la República, e quelle per i cinque rappresentanti peruviani presso il Parlamento Andino.

CANDIDATI ALLE PRESIDENZIALI PERUVIANE

Yonhy Lescano – Acción Popular

George Forsyth – Victoria Nacional

Keiko Fujimori – Fuerza Popular

Rafael López Aliaga –  Renovación Popular

Verónika Mendoza – Juntos por el Peru

Hernando de Soto – Avanza País 2021

Daniel Urresti – Podemos Perú

Pedro Castillo – Partido Político Nacional Perú Libre

César Acuña – Alianza para el Progreso Peru

Julio Guzmán – Partido Morado

Ollanta Humala – Partido Nacionalista Peruano

Daniel Salaverry – Partido Democrático Somos Perú

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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