Lassina Zerbo, una figura di alto profilo alla guida del governo del Burkina Faso

Dopo la rimozione di Christophe Dabiré dall’incarico di primo ministro, il presidente Roch Kaboré ha nominato Lassina Zerbo come nuova guida del governo del Burkina Faso. Proprio oggi, 11 dicembre, cade invece la ricorrenza della proclamazione della repubblica. In calce la traduzione del discorso del presidente Kaboré.

Il presidente Roch Marc Christian Kaboré non ha perso tempo dopo la rimozione di Christophe Marie Joseph Dabiré dall’incarico di primo ministro lo scorso 8 dicembre. Solamente due giorni dopo, il capo di Stato del Burkina Faso ha comunicato ufficialmente la scelta di Lassina Zerbo per prendere le redini dell’esecutivo, nominando il terzo primo ministro dall’inizio della sua presidenza dopo Paul Kaba Thiéba e lo stesso Dabiré.

L’annuncio ufficiale della nomina di Zerbo è stato dato dal segretario generale del governo Stéphane Wenceslas Sanou in occasione del notiziario serale della televisione burkinabé. Il nome di Zerbo, che forse non dice molto al grande pubblico occidentale, rappresenta in realtà una scelta di una personalità accademica e diplomatica di alto profilo, con un ampio riconoscimento a livello internazionale.

Zerbo è infatti un geofisico molto noto nell’ambiente accademico del suo campo di studi, ma è stato anche e soprattutto il segretario esecutivo dell’Organizzazione del trattato sul divieto completo dei test nucleari, nota come CTBTO dal suo acronimo inglese (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization). Grazie al suo impegno in favore dell’eliminazione dei test nucleari, Zerbo è stato scelto dall’American Association for the Advancement of Science (AAAS) per ricevere il Science Diplomacy Award 2018, selezionato per “la sua competenza scientifica e leadership nell’affrontare sfide difficili e promuovere la pace nel mondo“.

Grazie alla sua attività scientifica e diplomatica, Lassina Zerbo ha ottenuto importanti riconoscimenti non solo da parte del governo del suo Paese, ma anche da quelli di Kazakistan e Cile, fra gli altri. Nell’agosto 2017 Zerbo è stato insignito della cittadinanza onoraria speciale della città giapponese di Hiroshima per le sue iniziative volte a “conservare, diffondere e trasmettere” la realtà dei bombardamenti atomici e per il suo determinato impegno a promuovere il messaggio di Hiroshima e degli hibakusha, termine giapponese utilizzato per indicare i sopravvissuti alla tragedia nucleare.

La nomina del nuovo primo ministro è avvenuta proprio alla vigilia della giornata in cui ricorre la proclamazione della repubblica in quello che era allora noto con il nome di Alto Volta. L’11 dicembre 1958, infatti, nacque la Repubblica dell’Alto Volta, che tuttavia restava inserita all’interno della cosiddetta Comunità francese in quella che sarebbe diventata una breve fase di transizione.Il 5 agosto 1960, infatti, il presidente Maurice Yaméogo avrebbe proclamato l’indipendenza dell’Alto Volta da Parigi, affrancando il Paese dal governo coloniale francese.

Alla vigilia della festa nazionale, il presidente Kaboré ha tenuto un discorso alla nazione nel quale ha invitato la popolazione a festeggiare sobriamente e a dedicare la ricorrenza a tutte le vittime del terrorismo che sta duramente colpendo il Paese dell’Africa occidentale. Di seguito la traduzione del discorso del presidente Kaboré.


Popolo burkinabé,
Cari compatrioti della diaspora,

La celebrazione del 61° anniversario dell’adesione del nostro Paese alla sovranità nazionale e internazionale mi offre la piacevole opportunità di salutare la resilienza del popolo del Burkina Faso nell’attuale contesto di crisi sanitaria e securitaria.
Avviene in un momento in cui piangiamo ancora i nostri coraggiosi figli e figlie, le Forze di Difesa e Sicurezza, i paramilitari, i Volontari per la Difesa della Patria e i civili che sono caduti sul campo d’onore nella lotta al terrorismo.
Avviene anche in un momento in cui le nostre popolazioni continuano a subire le vigliacche esazioni commesse dai nemici dei nostri valori politici e socio-culturali.
Quest’anno, l’11 dicembre si celebra con sobrietà, per rispettare la memoria di tutte le vittime del terrorismo.
Ho un pensiero divino per loro e auguro ai feriti una pronta guarigione. Ai familiari delle vittime rinnovo la mia compassione e il mio sostegno.
A tutti gli sfollati interni a causa di azioni terroristiche, esprimo la mia solidarietà e quella dell’intera Nazione.

Popolo del Burkina Faso,
Compatrioti della diaspora,

I tempi difficili che stiamo attraversando e che il nostro valoroso Popolo sopporta con onore non sono insormontabili e ce lo insegna la storia eroica dei nostri antenati.

Pertanto è con dolore, ma con dignità affrontiamo tutte le sue avversità, così come non dobbiamo in nessun momento rinunciare alla convinzione che spetta a noi che spetta a noi il dovere storico di essere gli artefici della vittoria in questa guerra ingiusta che ci è stata imposta.
Per raggiungere questo obiettivo, cari connazionali, vi esorto alla coesione e all’impegno:
– coesione attorno alle nostre valorose forze combattenti e ai valori fondanti della Repubblica;
– impegano della Nazione, con spirito patriottico, ad affrontare questo pericolo terroristico contando su un governo virtuoso improntato al sigillo dell’interesse generale e del bene comune.

Burkinabé in patria e all’estero,

La storia del nostro popolo ha aperto ferite, il che spiega senza dubbio l’atteggiamento ambiguo di alcune persone oggi nei confronti del terrorismo.
Eppure, dobbiamo avere il coraggio di guardarci in faccia per saldare tutte queste dolorose passività, senza precipitarci in avanti, rimuovendo il marcio per creare le condizioni per un nuovo inizio.
Per questo ho fatto della riconciliazione nazionale una delle principali priorità del mio secondo e ultimo quinquennio, convinto che il terrorismo in Burkina Faso sia alimentato e mantenuto dall’odio nato dalla nostra recente storia politica.
Raggiungeremo tutti insieme questa riconciliazione per porre fine una volta per tutte al risentimento.
Tuttavia, non ci arriveremo mai nascondendo i crimini, senza la verità, senza la giustizia e senza il perdono delle vittime.
Stiamo vivendo un momento senza precedenti nella nostra storia comune, in cui ogni attore o attrice deve, in tutta umiltà, riconoscere la propria parte di responsabilità e prendere un impegno affinché insieme voltiamo definitivamente pagina.
Per questo, di fronte alla legittima rabbia generata dal pesante tributo umano del terrorismo e visto il numero degli sfollati interni, esorto i burkinabé a non confondersi con i propri avversari o nemici.

Come Capo Supremo delle Forze Armate, non sarò mai colto in fallo nel nostro comune desiderio di sconfiggere le forze del male che usano il nostro territorio per commettere i più atroci traffici e crimini. Inoltre, dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola subdola del nemico che usa tutti gli stratagemmi per convincere alcuni di noi, consciamente o inconsciamente, a giocare il nostro gioco per seminare il caos in Burkina Faso.

Popolo del Burkina Faso,

Ribadisco il mio impegno al fianco delle nostre Forze di Difesa e Sicurezza, dei nostri Volontari per la Difesa della Patria, delle nostre popolazioni resilienti e dei nostri vari partner in questa lotta contro il terrorismo.
Tutti i burkinabé devono far parte di questa lotta, perché è l’unica che valga la pena combattere oggi.
Vi invito anche a un salto di livello nazionale, a una reale consapevolezza delle priorità che devono essere nostre.
Queste sono in particolare:
– la sacra unione delle figlie e dei figli della nostra Patria nella lotta incessante contro il terrorismo;
– il ritorno dell’amministrazione e degli sfollati interni nelle aree deserte;
– la messa in sicurezza di tutte le aree infestate da gruppi armati terroristici;
– la prosecuzione dell’istituzione di servizi sociali comunitari di base nelle diverse località;
– la riorganizzazione della difesa operativa del territorio con una maggiore partecipazione delle popolazioni;
– il consolidamento della cittadinanza democratica per lo sviluppo e il ritorno alla pace.
Tutte le riforme intraprese all’interno delle Forze di Difesa e Sicurezza e dell’amministrazione sono in linea con questa prospettiva.

Popolo del Burkina Faso,
Cari compatrioti della diaspora,

Le festività a rotazione dell’11 dicembre dovevano normalmente svolgersi a Ziniaré quest’anno.
Per i motivi che sapete, il governo ha deciso di non celebrare il giorno dell’indipendenza come di consueto.
Questo è solo un rinvio!
Vorrei congratularmi con le forze trainanti della regione dell’Altopiano Centrale per il loro impegno nel rendere questo evento un successo.
Degni eredi dei nostri predecessori, il 61° anniversario della nostra adesione alla sovranità nazionale ci sfida.
Siamo all’altezza delle responsabilità storiche che sono nostre.
Le nostre Forze di Difesa e Sicurezza, così come i nostri Volontari per la Difesa della Patria, hanno bisogno del nostro sostegno.
Per questo faccio appello a tutte le figlie e ai figli della nostra Nazione perché facciano lo sforzo bellico, ciascuna secondo le proprie possibilità.
Il governo riceverà le istruzioni necessarie per l’istituzione di un meccanismo per la raccolta e la gestione trasparente dei contributi.
Insieme, uniamo i nostri sforzi per la sicurezza, la pace e lo sviluppo armonioso del nostro Paese, il Burkina Faso.
Questo è il luogo per me per esprimere la mia gratitudine alle nostre autorità consuetudinarie e religiose, a tutte le associazioni e strutture della società civile che hanno fatto della pace, della riconciliazione nazionale e della coesione sociale il loro cavallo di battaglia.

Buona commemorazione dell’11 dicembre 2021!
Che Dio benedica il Burkina Faso.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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