Il ministro Šojgu espone le responsabilità della NATO nella crisi ucraina

Nella giornata di venerdì, il ministro della Difesa russo Sergej Šojgu ha incontrato il suo omologo britannico Ben Wallace per affrontare la delicata questione ucraina.

La situazione tra la Russia e il blocco della NATO a guida statunitense attorno alla questione ucraina resta tesissima, come dimostrano gli sviluppi più recenti e l’impossibilità di trovare una soluzione condivisa nel rispetto degli accordi di Minsk, secondo quanto Mosca continua a chiedere. Nella giornata di venerdì, si è tenuto un importante vertice tra il ministro della Difesa russo Sergej Šojgu e il suo omologo britannico Ben Wallace, nel quale il rappresentante del governo federale russo ha esposto le proprie preoccupazioni sottolineando le responsabilità delle potenze occidentali nella crisi ucraina.

Sono felice di accogliervi a Mosca, nel ministero della Difesa russo. La situazione militare e politica in Europa sta diventando sempre più tesa. E non è affatto colpa nostra. Non comprendiamo del tutto e non sempre le ragioni dell’escalation di quelle tensioni. Tuttavia, vediamo che le tensioni stanno crescendo“, ha esordito Šojgu, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa russa TASS. Il ministro russo ha ricordato che Mosca ha inviato delle proposte agli Stati Uniti e alla NATO già dal mese di dicembre, al fine di garantire la sicurezza in Europa, che tuttavia non hanno mai ricevuto una risposta ufficiale.

“Da parte nostra, vorremmo anche proporre di contribuire a ridurre questa tensione e smettere di riempire di armi l’Ucraina. Arrivano da tutte le parti, e viene fatto pubblicamente. Viene fatto in modo dimostrativo. Non è del tutto chiaro perché. Vorrei anche capire perché il Regno Unito ha inviato le sue forze speciali in Ucraina e per quanto tempo rimarranno lì”, ha aggiunto Šojgu, riferendosi direttamente al proprio interlocutore britannico.

Il generale dell’esercito Sergej Kužugetovič Šojgu ha sottolineato che la situazione militare e politica in Europa è notevolmente peggiorata a causa della tensione generata intorno all’Ucraina e della presenza militare della NATO vicino ai confini russi, il che richiede l’adozione di misure urgenti per garantire la sicurezza della Federazione Russa“, si legge nella nota ufficiale rilasciata dopo l’incontro tra i due ministri.

Nel frattempo, proseguono gli attacchi mediatici contro la Russia da parte occidentale, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate dal presidente statunitense Joe Biden venerdì. Secondo la testata Politico, l’inquilino della Casa Bianca avrebbe avvertito i suoi alleati europei che la Russia sarebbe intenzionata ad attaccare l’Ucraina nella giornata del 16 febbraio. Ai colloqui hanno preso parte i leader di Regno Unito, Germania, Italia, Canada, Polonia, Romania e Francia, nonché il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

La realtà è che la situazione ucraina resta molto tesa soprattutto a causa della politica estera perseguita da Washington, che in questo momento sta utilizzando l’Ucraina come una propria marionetta con l’unico fine di provocare la Russia. Le repubbliche popolari del Donbass non possono accettare di ritornare sotto la sovranità ucraina senza l’applicazione degli accordi di Minsk, che prevedono che le due regioni di Lugansk e Doneck possano tornare a far parte dell’Ucraina solamente con uno statuto speciale che garantisca i diritti della popolazione di lingua ed etnia russa.

“Il Donbass non può tornare a far parte dell’Ucraina odierna, perché negli ultimi sette anni l’Ucraina è cambiata e il Donbass è cambiato. L’attuale regime del Paese, con le sue principali caratteristiche autoritarie, impedisce questo ritorno”, ha affermato Vladimir Žarichin, vicedirettore dell’Istituto dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, intervistato da TASS.

Dmitrij Kozak, vice capo di stato maggiore dell’ufficio esecutivo presidenziale russo, ha lamentato al riguardo la mancata applicazione degli accordi di Minsk sette anni dopo la firma degli stessi. Secondo Kozak, l’Ucraina sta eludendo l’attuazione dei suoi impegni ai sensi degli accordi, dicendo che non è pronta a concedere uno status speciale a Lugansk e Doneck. “L’Ucraina sta manipolando Germania e Francia, e Germania e Francia sono felici di cedere a queste macchinazioni, sostenendo le sue idee e le sue proposte assolutamente assurde. Kiev sta cercando di eludere i propri obblighi ad ogni costo, trovandosi anche in una posizione imbarazzante. E Germania e Francia lo stanno attivamente sostenendo“, ha affermato.

Viktor Medvečuk, leader dell’opposizione filorussa al governo ucraino di Volodymyr Zelens’kyj, è dello stesso avviso: “L’amministrazione ucraina si trova su una posizione di completo non riconoscimento degli Accordi di Minsk”, ha affermato Medvečuk, che rappresenta il partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita (Опозиційна платформа — За життя). “L’amministrazione ucraina ha fatto di tutto per impantanare, non attuare e non fare nulla per l’attuazione [degli Accordi]”.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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