Transnistria: il Partito Comunista fuori dal parlamento

In Transnistria, repubblica non riconosciuta dalla comunità internazionale, il partito di governo si è garantito il monopolio del parlamento, dal quale è invece rimasto escluso il Partito Comunista, unica forza di opposizione presente nella precedente legislatura.

La Transnistria, ufficialmente Repubblica Moldava di Pridnestrovie, è uno stato indipendente de facto non riconosciuto dalla maggioranza della comunità internazionale, che considera il suo territorio come parte integrante della Repubblica di Moldova. In effetti, a trent’anni dalla dichiarazione d’indipendenza del 2 settembre 1990, la Transnistria ha ottenuto il riconoscimento unicamente da parte di altri governi che ne condividono la condizione di stati non riconosciuti dall’ONU, ovvero l’Ossezia del Sud, l’Abkhazia e la Repubblica dell’Artsakh, con le quali nel 2006 ha costituito la Comunità per la democrazia e i diritti delle nazioni.

Il 29 novembre, i cittadini dell’autoproclamata repubblica sono stati chiamati alle urne per rinnovare la composizione del Consiglio Supremo di Tiraspol, il parlamento unicamerale della Transnistria, che dalla nuova legislatura conterà 33 membri (in quella precedente erano 43). Le elezioni hanno fatto registrare una bassissima affluenza alle urne, pari al 27.79% degli aventi diritto, con un massimo del 40.86% nel distretto di Camenca.

Come prevedibile, i risultati hanno visto il successo del Partito Repubblicano “Obnovlenie” (“Rinnovamento”), la formazione guidata da Michail Burla, che ha conquistato 29 seggi su 33, un risultato per nulla sorprendente considerando che in ben 22 circoscrizioni elettorali erano presenti unicamente candidati del partito di governo. I restanti quattro seggi sono andati a candidati indipendenti.

In precedenza, l’unico partito di opposizione presente in parlamento era il Partito Comunista di Pridnestrovie (PKP, da non confondere con il dissolto KPP), che aveva conquistato un seggio nelle elezioni del 2015. Questa volta, il PKP non è riuscito a mantenere il proprio scranno, rimanendo escluso dall’emiciclo di Tiraspol. I comunisti hanno subito negli ultimi anni ogni tipo di persecuzione, che ha impedito loro di svolgere la propria attività politica come partito di opposizione.

Nel 2007, il leader del partito Oleg Choržan e la principale firma del giornale comunista Pravda Pridnestrovja, Nadežda Bondarenko, sono stati arrestati nel corso di un volantinaggio contro il governo dell’allora presidente Igor Smirnov, rimasto in carica dal 1991 al 2011, e successivamente condannati a tre giorni di carcere. Choržan è stato nuovamente arrestato il 6 giugno 2018, accusato di aggressione nei confronti di pubblici ufficiali; nei giorni precedenti erano stati arrestati anche altri esponenti del Partito Comunista, compresi la moglie ed il figlio di Choržan ed il consigliere di Tiraspol, Aleksandr Samonij. Il 3 novembre, Choržan è stato condannato a quattro anni e mezzo di detenzione, che al momento sta ancora scontando, motivo per il quale Nadežda Bondarenko ha assunto provvisoriamente la leadership del partito. Infine, non sono pochi coloro che sostengono che la riduzione dei seggi in parlamento sia stata realizzata con l’apposito scopo di escludere i comunisti dall’organo legislativo.

Le elezioni, dunque, non hanno fatto altro che sancire ancora una volta il potere del Partito Repubblicano “Obnovlenie”, formalmente, come detto, guidato da Michail Burla, ma in realtà facente capo al gruppo imprenditoriale Sheriff Holding, fondato nel 1993 da Viktor Gušan e Il’ja Kazmalij, che controlla gran parte dell’economia della Transnistria, e possiede, tra l’altro, anche la principale squadra calcistica del Paese, denominata per l’appunto FC Sheriff Tiraspol, che milita nel campionato moldavo.

La Sheriff Holding ha sostenuto il governo della Transnistria sin dall’indipendenza, permettendo ad Igor Smirnov di mantenere il potere per vent’anni. In seguito, i successori di Smirnov, Evgenij Ševčuk, in carica dal 2011 al 2016, e Vadim Krasnosel’skij, eletto nel 2016 ed ancora a capo del governo, hanno mantenuto e rafforzato le strette relazioni con la holding, che di fatto esercita un monopolio economico in tutto il Paese, nonostente nel 2012 Ševčuk abbia formalmente abolito i privilegi precedentemente concessi da Smirnov alla compagnia. Oggi la Sheriff Holding è presieduta dal figlio di Igor Smirnov.

Attualmente, la Transnistria resta formalmente uno stato socialista – tanto da conservare la bandiera della Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia come proprio vessillo. Tuttavia, le riforme economiche improntate al liberismo che sono state approvate nell’ultimo trentennio ne hanno fortemente alterato la natura. In particolare, dopo la fine del ventennio di Smirnov ed il tracollo del suo partito, Repubblica, i governi del Partito Repubblicano “Obnovlenie” hanno accelerato il processo di liberalizzazione economica, caratterizzandosi per una posizione politica centrista ed economicamente liberista.

Allo stesso tempo, va detto che, nei suoi trent’anni di indipendenza de facto, la Transnistria è riuscita a costruire una solida struttura statale rispetto ad altre realtà provenienti dall’ex Unione Sovietica. Il governo di Tiraspol può inoltre contare sul sostegno della Russia, che, pur non riconoscendone formalmente l’indipendenza, ha sin dal 1992 messo in piedi una missione di peace keeping di circa 1.200 uomini, secondo quanto previsto dall’ di cessate il fuoco tra Moldova e Transnistria, a garanzia dei confini della piccola repubblica.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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